Fino al 31 gennaio 2020 sarà possibile fruire, all’interno degli spazi della campana Galleria Nuvole Arte Contemporanea, la mostra personale What Makes Me Tick di Carolina Ciuccio (Napoli, 1984), realizzata a cura di Domenico Maria Papa.
L’esposizione presenta una serie di opere e installazioni che seguono la tematica dell’identità, un concetto caro all’artista che attraversa, con diverse declinazioni, la maggior parte della sua produzione. Per questa mostra, Carolina Ciuccio utilizza il concetto di identità come riferimento al riconoscimento di diverse culture attraverso un simbolo, un tessuto, un frammento che ne identifica, per l’appunto, l’appartenenza.
L’opera che chiarisce pienamente questo concetto è l’installazione Culture Migranti, composta da sei calchi di volti retroilluminati – i cui tratti somatici identificano le popolazioni migranti provenienti da Asia, Africa, Est Europa, Sud America, Subcontinente indiano e Medio Oriente – ricoperti di un particolare tessuto. Quest’ultimo diviene elemento imprescindibile e indelebile dell’identità e dell’appartenenza a una determinata cultura. L’identità di cui si parla è quindi un’identità culturale,ovvero un insieme di elementi e riferimenti per i quali una persona o un gruppo si riconosce in quella cultura. Ed è su questo fil rouge che, in maniera quasi ironica, l’opera Fototessera per 4 identità – classica fotografia da macchina per fototessera – restituisce il volto dell’artista seguendo quattro diverse versioni culturali di se stessa.
Al di là dell’installazione Culture Migranti, lavoro perno di What makes me tick, le opere Sono solo dettagli si pongono come preludio o chiave di lettura all’ingresso del vero e proprio nucleo espositivo. In queste realizzazioni l’artista utilizza l’elemento del puzzle come strumento di intreccio ideale tra le diverse culture. All’interno della forma del puzzle sono posizionati dei frammenti di tessuti e giornali, materiale collezionato in prima persona dall’artista nei vari paesi in cui è stata. Idealmente, ogni tessera del puzzle può essere incastrata da tutti i suoi lati, creando, concettualmente, una connessione globale.
Nella produzione dell’artista napoletana il riconoscimento identitario non è quindi un simbolo di chiusura, bensì di connessione e di apertura. L’invito è dunque al dialogo e al riconoscere in se stessi un’appartenenza plurima.
La riflessione che Carolina Ciuccio propone in What makes me tick è il risultato di un percorso che parte da un ricerca intimistica riguardante un’identità personale e le relazioni che si instaurano tra individui. L’incrociarsi di diverse culture e identità sono segnate da dei percorsi messi in atto dal procedere inesorabile del tempo. Come nel video Whatever, le mani dell’artista segnano dei movimenti, delle unioni e degli allontanamenti tra i vari pezzi del puzzle che metaforicamente rappresentano il tragitto di individui e culture. Il riconoscimento di se stessi avviene inesorabilmente con il riconoscere l’altro; non a caso l’opera più rappresentativa di questa relazione tra il sé e l’altro e del percorso di Carolina Ciuccio è Riflessioni Convergenti: uno specchio bifronte che permette al fruitore di riflettersi e di completare il suo volto, nel tassello del puzzle mancante, con la parte del viso dell’altro mettendo in gioco la propria identità e andando oltre la propria immagine.
Martina Campese
Carolina Ciuccio
What makes me tick
A cura di Domenica Maria Papa
7 dicembre 2019 – 31 gennaio 2020
Galleria Nuvole Arte Contemporanea – Via IV Novembre ( I trav. ) – Montesarchio
Instagram: carolina_ciuccio
Caption
Carolina Ciuccio, What Makes Me Tick – Installation view, Galleria Nuvole Arte Contemporanea, 2020 – Courtesy l’artista e Galleria Nuvole Arte Contemporanea