In un presente incerto, dove i luoghi della cultura sono costretti a chiudere le proprie porte e aprirsi al digitale, una nuova luce illumina il distretto M9 di Mestre.
Si tratta di Temporaneo, un atelier per giovani artisti nato dalla collaborazione tra Marina Bastianello Gallery e M9, inaugurato mercoledì 16 dicembre 2020 nel silenzio di una città in standby.
Una scelta, questa, indubbiamente coraggiosa e controtendente, che veicola soprattutto un messaggio di speranza per il futuro: una dichiarazione di ripartenza, di rinascita sociale, e un segnale chiaro e forte che il distretto non si sia mai fermato ma abbia sempre continuato a lavorare.
Oggi più che mai le istituzioni culturali devono ripensare al proprio ruolo e creare nuovi canali di comunicazione con i cittadini, per fornire loro strumenti attraverso cui immaginare futuri alternativi e interpretare la complessità della realtà del nostro tempo, proprio a partire da chi non ne ha mai sentito l’esigenza.
Per questo Temporaneo è privo di barriere. Qui lo spazio non è circoscritto entro i confini architettonici delle pareti ma si apre all’esterno bramoso di espandersi e di farsi conoscere.
Solo una vetrata trasparente divide l’osservatore curioso da ciò che accade all’interno, rendendo impossibile, anche ai disinteressati, distogliere lo sguardo e non venire proiettati dentro.
Gli occhi non possono fare a meno di restare incollati alla vetrina nell’osservare il processo creativo che si compie: una giovane artista dipinge sul pavimento, diventando un tutt’uno con le stratificazioni di colore che crea e dando nuovi volti alla materia; dall’altra parte della stanza, forme d’onda e paesaggi sonori prendono forma su diversi supporti per mano di un demiurgo del suono.
Sono Eva Chiara Trevisan (Treviso, 1991) e Francesco Piva (Venezia, 1991)i due artisti nonché custodi dello spazio, che non hanno solo aderito al progetto ma si sono occupati di gettare le basi per una pianificazione orientata sul medio lungo termine.
Temporaneo è infatti molto più di un atelier dove conducono le proprie ricerche artistiche. “La parola giusta per descriverlo è casa”, citando le parole della gallerista Marina Bastianello, che immagina lo spazio come un posto di accoglienza per gli addetti ai lavori ma anche per la cittadinanza.
L’obiettivo è quello di creare nuove relazioni con la comunità locale, suscitando in essa la curiosità di entrare e di lasciarsi avvicinare all’arte contemporanea, spesso misconosciuta o sconosciuta per paura dell’ignoto; ma anche quello di dare ospitalità, per periodi più o meno lunghi, ad artisti che necessitino di uno studio o della possibilità di finire un progetto, dunque di poter temporaneamente lavorare “nel contemporaneo, nel Temporaneo, nell’arte e con l’arte”.
Perché la scelta di chiamare lo spazio Temporaneo?
La maggior parte dei luoghi dove si lavora con l’arte del nostro presente hanno nomi che includono la parola “contemporaneo”; ma se a essa si toglie il suffisso -con resta solo ‘temporaneo’.
La scelta è legata inevitabilmente alla transitorietà del tempo e alla consapevolezza che tutte le cose vivono una durata; se ciò che è “attuale” è già passato nell’istante in cui si manifesta, ciò che è “temporaneo” non ha vincoli temporali: qui, in questo spazio, avrà la possibilità, insieme a nuove realtà ancora inespresse, di avere un’occasione e di esprimere il suo potenziale.
A dare una propria opinione sulla differenza che intercorre tra “attualità” e “contemporaneità”, interessante punto di partenza per molteplici riflessioni sull’argomento, è stato Marco Belpoliti, scrittore, critico letterario e professore universitario italiano, che in un videomessaggio di auguri per i primi due anni di M9 ha detto : “Che cos’è un museo del contemporaneo? Non è certo un museo dell’attualità. L’attualità è ciò che è in atto, ciò che accade; il contemporaneo è il contempo. Sono due realtà molto diverse: attuale è ciò che è di moda, ciò che piace, ciò che è riconoscibile; il contemporaneo non è facilmente riconoscibile, non è immediato. Il contemporaneo vive in una dimensione che è ad esempio quella della generazione. Le generazioni sono contemporanee, le persone che appartengono alla generazione sono dello stesso tempo (…) le generazioni sono tante e vivono contemporaneamente, nello stesso tempo, generazioni diverse. Per cui per cogliere questa contemporaneità occorre uno sforzo, uno sforzo di immaginazione: immaginare le generazioni che vivono nello stesso tempo e che sono contemporanee ma che sono diverse. Un museo della contemporaneità è anche un museo della diversità di questo contempo, che come ci ha insegnato Walter Benjamin è un tempo potenziale, spesso inespresso, e quello che deve fare un museo è di rivelare questo inespresso e farlo esso” (estratto da 01.12.2020 Buon compleanno M9! ).
Rivelare questo contempo, spesso inespresso, e farlo esso. Proprio da qui M9 vuole ripartire con la sua programmazione, dando un nuovo valore agli spazi sottoutilizzati del distretto, satelliti o laterali (spaces between), e invertendo il punto di vista con cui si guarda a essi. Come sottolinea Luca Molinari, neo Direttore scientifico di M9 – Museo del ’900, ogni definizione di luogo abbandonato è la dichiarazione del fallimento di una visione: se è abbandonato significa che non gli si riconosce un valore. Ma se quello stesso spazio lo si osserva da una differente prospettiva, che guardi a quel luogo come in attesa di qualcuno che lo riconosca, esso ha la possibilità di essere una nuova occasione di sperimentazione . “I luoghi abbandonati devono diventare occasioni, luci accese, dove mettere il seme e dare nuova vita”, afferma il direttore, riportando gli esempi di molte città europee, da Rotterdam a Berlino, che attraverso amministrazioni intelligenti e condizioni economiche vantaggiose per i giovani, sono state capaci di rigenerare interi quartieri in attesa di un cambiamento.
Mestre è anch’essa una città che aspetta di essere riconosciuta e i cambiamenti sono già in atto. Non è più l’ombra negativa di Venezia, memorabile solo per le industrie e la microcriminalità che ne aumenta la percezione pubblica negativa; qui sta nascendo una nuova identità, che inizia a dialogare con le istituzioni culturali. In questo, M9 ha una funzione politica e sociale fondamentale: “essere una luce dove si prova a pensare al futuro attraverso l’uso della creatività, offrendo occasioni e spazi contraddistinti dal massimo della qualità e cercando di aumentare i segnali verso l’esterno, attraverso narrative più trasversali e politematiche”.
Temporaneo è una speranza per il futuro, l’auspicio che non resti un unicum ma diventi piuttosto una filosofia di pensiero, un format da estendere a più punti della città e stimolare una coscienza del luogo.
Questo può essere possibile a partire da una riqualificazione di tutti quegli spazi su cui sono affissi i cartelli “AFFITTASI”, segno di degrado e svuotamento della città nonché manifestazione di come Mestre non sia più attrattiva e in grado di trasmettere fiducia verso il futuro.
Dunque, è questo il messaggio principale del progetto: ripartire con i giovani, offrire loro l’opportunità di riprendersi la città e dare una seconda possibilità a tutti gli spazi sfitti, senza doverli deprivatizzare.
Una rinascita, seppur agli albori, sta già avvenendo e sono tanti gli atelier che stanno iniziando ad animare Mestre. Il desiderio, che i custodi di Temporaneo hanno voluto sottolineare, è che si crei una rete di dialoghi tra di essi e si inizi a progettare una ripartenza insieme.
“Un domani vorremmo che Temporaneo sia una piazza”, uno spazio aperto ai giovani dove si crei un via vai di persone e ci sia minor timore a relazionarsi con l’arte temporanea. Un posto costernato da locali gestiti da eccellenze di diversi ambiti della cultura, non necessariamente legati unicamente alla produzione artistica, che sappiano comunicare all’esterno: “Venite, noi ci siamo e vogliamo dimostrarvi che il futuro può migliorare”.
Alessandra Abbate
Temporaneo
A cura di Marina Bastianello Gallery e M9 – Museo del ’900
Distretto M9- Via Giovanni Pascoli, 11- Mestre (VE)
www.marinabastianellogallery.com
Instagram: temporaneo_studio
Caption
View of Temporaneo – Courtesy Marina Bastianello Gallery and M9
View of Temporaneo – Courtesy Marina Bastianello Gallery and M9
View of Temporaneo – Courtesy Marina Bastianello Gallery and M9
Fotografia di Alessandra Chemollo / Archivio M9 – Museo del ’900