Fino al 21 giugno, The Gallery Apart presenta a Roma il lavoro di Sinae Yoo attraverso la seconda personale dell’artista in galleria dal titolo Petrichor, termine che indica l’odore emanato dal terreno quando una prima pioggia cade dopo un periodo di siccità. Non è un caso che molte scene dell’omonima installazione video, che caratterizza lo spazio al piano inferiore, siano ambientate in scenari piovosi. Salire nella sala principale è come tornare verso il bel tempo, fuori dallo scroscio dell’acqua e da quell’esperienza visiva, a contatto con due grandi disegni a tempera su muro e con otto collage astratti, dispositivi simbolici con cui l’artista ambisce a fuggire dalla realtà virtuale e ‘seducente’ dell’installazione, simbolo della cultura tecnologica che ci circonda.
Attraverso questa mostra, Sinae Yoo rimane coerente con la ricerca sviluppata negli ultimi anni; utilizzando una grande varietà di media, e alludendo alla cultura dei videogiochi e della pubblicità, l’artista sudcoreana indaga un’estetica che ci intrappola nella sua rete, che testimonia la nostra alienazione e servitù sotto il dominio delle logiche capitalistiche. Grazie a questo confronto con la dimensione cibernetica e con la ‘dittatura’ dei prodotti di massa, le sue opere invitano a riflettere su alcuni fondamenti etici e morali che vanno recuperati dal passato. Dei diversi effetti di una tale economia di mercato, la mostra ne affronta uno in particolare: la centralità del concetto di competitività nelle relazioni interpersonali, specialmente all’interno di comunità giovanili analoghe a quella protagonista di Petrichor.
Ambientato in parcheggi e stazioni di servizio, il video si concentra sull’automobile come simbolo di un potere iper-mascolinizzato, di un’autorità assegnata in seguito a una sfida tra subwoofer di muscle car. Così si spiega lo schermo inserito in un quadrante rettangolare con stemma automobilistico e varie casse audio. Il filmato si apre con una fitta pioggia che cade sulla strada, evidente riferimento al titolo della mostra, che compare poco dopo in un font da videogames. Al mondo elettronico si riferiscono anche un caricatore di energia e un uomo con delle cuffie davanti a un distributore di benzina. La pioggia, che continua a scendere, viene ripresa dall’interno di una macchina cosparsa di loghi appartenenti a immaginarie scuderie di corse clandestine. Il parabrezza infranto e il rumore del motore ingolfato non lasciano presagi positivi. Eppure, il potente impianto subwoofer non ne risente: varie casse emettono suoni che fanno vibrare innaturalmente il veicolo fino a deformarne il tetto. Ancora in una stazione di servizio, un uomo con una lunga veste dirige la musica, mentre un ragazzo in macchina canta una canzone che nessuno riesce a sentire. Velata allusione al sentimento di impossibilità e sottomissione che proviamo nell’attuale società tecnologica, lì dove non è concesso esprimere la propria voce e interiorità: lo hanno capito i due personaggi menzionati, l’uno che rinuncia a cantare e l’altro che smette di dirigere musica. Sembra riuscirci l’uomo che, nel finale, si toglie le cuffie dalle orecchie e, con espressione distesa, mostra di essersi liberato da quella trappola. Iprotagonisti di Petrichor cercano di sottrarsi allo sfoggio di potenza e velocità, subito nella prima parte, grazie alla musica, alla teatralità, a elementi che stimolano l’emancipazione dalla cultura di massa dominante e il ritorno alla propria forza d’animo. Ribellione anticipata, ironicamente, dall’esaltazione di una sottocultura dove la gara per l’affermazione sociale si corre tra chi ha i sistemi audio e i motori più potenti. Peccato che spesso siano pure ingolfati.
Questo sarcasmo verso i valori della contesa e dell’antagonismo che regolano le relazioni umane è evidente anche al piano superiore. Negli otto collage astratti, quasi surrealisti, con immagini di tessuti, perle e loghi contemporanei, emergono chiari riferimenti al cartone TV Pokemon, responsabile, secondo l’artista, di inculcare nei bambini il ‘mito’ della competitività nella sua accezione negativa. Una delle due tempere presenta uno strano animale con la testa di un teschio e un liuto nelle mani. Quella più grande riproduce un codice miniato medievale con uno spartito, ancora un Pokemon, e una scritta significativa: “la musica interiore può essere ascoltata quando chiudi gli occhi”. Un ritorno a valori spirituali diversi da quelli della competizione e della vittoria, da tenere bene a mente quando si ascolta la musica diffusa sullo stesso piano. La canzone Shield, quella che l’uomo nel video cerca di cantare, prende in prestito le note musicali dipinte da Hieronymus Bosch nel Trittico del Giardino delle delizie, opera che è sintesi perfetta fra l’iconografia medievale e un bizzarro immaginario interiore, dissociato dalla realtà esterna: ciò a cui l’artista ambisce col murale più grande.
Sinae Yoo sa bene che non c’è apertura al cambiamento in una società fondata sul capitalismo. Questo, più che garantirne una redenzione, sfrutta e abbatte le sottoculture più deboli, imponendogli la conformità ai canoni estetici dominanti, al mainstream. È solo grazie all’arte, come valore libero, e a un discorso poetico d’influsso orientale che l’artista immagina una realtà diversa, un luogo dove quelle stesse sottoculture, ‘underdog’ provati dall’invasione tecnologica, possano trovare rifugio nel recupero della dimensione spirituale ignorata dalla nostra società materialista. Il fallimento ironico di un’auto ingolfata o di una canzone incomunicabile non è ammesso in una comunità dove il successo spetta solo a chi segue la strada maestra, quella vincente. Grazie alle opere di Sinae Yoo la vera vittoria negli spazi di The Gallery Apart diventa la diversità, la debolezza di realtà emarginate ma arricchite di una sensibilità più profonda.
Mario Gatti
Sinae Yoo
Petrichor
14 maggio – 21 giugno 2019
The Gallery Apart – Via Francesco Negri, 43 – Roma
Instagram: thegalleryapart
Caption
Sinae Yoo, Petrichor – Video installation, HD video and sound, 160,5 x 439,5 cm – Courtesy The Gallery Apart Roma, ph. Giorgio Benni
Sinae Yoo, Memento Mori #1, 2019 – Collage, 45 x 30 cm – Courtesy The Gallery Apart Roma, ph. Giorgio Benni
Sinae Yoo, Dance of death, 2019 – Wall painting, 68 x 54 cm – Courtesy The Gallery Apart Roma, ph. Giorgio Benni
Sinae Yoo, The inner music can be heard when you close your eyes, 2019 – Wall painting, stickers, 580 x 280 cm – Courtesy The Gallery Apart Roma, ph. Giorgio Benni