Simon J. V. David (Lugano, 1989) è un affascinante curatore e gallerista atipico. Nel 2018 dà una sede fissa ai sui progetti aprendo, in pieno centro storico a Como, Galleria Ramo. Lo spazio, ideato e sviluppato con sua moglie Benedetta De Rosa, si struttura come un ambiente unico e non convenzionale, dove proporre le più attuali linee di ricerca estetica attraverso il lavoro di giovani artisti.
Bevendo una birra, persi per la vie medioevali della città lacustre, abbiamo dialogato con lui.
Tanti passaporti e un’avventurosa vita spesa fra mare, giornalismo e cultura. Come nasce la tua passione per l’arte strettamente contemporanea e perché Como come tua sede fissa?
Devo dire che sono incappato nel mondo dell’arte contemporanea: mia madre ha sempre avuto la passione per il contemporaneo e mi ha trascinato, sin da giovanissimo, a mostre, biennali ed eventi. Tuttavia, essendo giovane e analfabeta nelle arti, non mi ci sono connesso immediatamente e ho pensato, in origine, al giornalismo come mia vocazione. Questo però non ha smorzato la mia curiosità per tutto ciò che è artistico, e una serie di eventi straordinari, in seguito, mi hanno spinto verso uno stage presso una galleria d’arte contemporanea londinese. Lì, imparando mentre lavoravo, la mia curiosità ha preso forma, trasformandosi nella passione sincera che prospera in me oggi, cresciuta al punto che ora non riesco a immaginare di fare nessun altro lavoro.
Trovo che la gente pensi che quello che facciamo sia bello, sexy, snob e pieno di soldi, invece ho trovato un mondo spigoloso e grintoso, dove pittori, scultori, artisti dell’installazione morirebbero per la loro arte impegnandosi con costante passione per trovare la loro dimensione artistica. La loro vitalità per la creatività m’ispira ogni giorno motivandomi a continuare a perseguire il mio sogno. L’arte è una ricerca intellettuale; è necessario pensare, meditare, porre domande per capirla, o almeno provarci.
Como è un’altra cosa in cui sono incappato. Come sai sono cresciuto tra la Svizzera, il Sud Africa e l’Inghilterra, ma seguendo le radici italiane di mio nonno e di mia moglie romana, Benedetta, abbiamo insieme scoperto quest’antica città su questa splendida riviera lacustre, di cui ci siamo profondamente innamorati.
Trovo la città ricca di storia e di arte, purtroppo priva di investimenti culturali, credo sia rimasta un po’ indietro rispetto alle necessita nel nostro tempo. Purtroppo, e sorprendentemente per noi, siamo l’unica realtà contemporanea all’interno delle mura della città. Como è situata a una distanza perfettamente uguale tra la Svizzera e Milano. Siamo grati ai nostri visitatori che viaggiano per frequentare la galleria, esplorando così la loro passione e dedicando il proprio tempo a un arte vicina anche dal punto di vista geografico. Apprezziamo molto i nostri walk-in casuali, che aiutano a portare l’arte a un pubblico più ampio e, auspicabilmente, ispirano a sensibilizzare la popolazione locale sul tema. Abbiamo intenzione (con alcuni progetti in fase di sviluppo) di mantenere la nostra attitudine ‘pop-up’; riteniamo che Como sia un posto fantastico ma ci proiettiamo anche sulle possibili sorprese che riserverà il futuro. Forse Toscana o anche più a sud?
Siamo inoltre lieti di aver partecipato alla nostra prima fiera d’arte: Art Verona 2020, anche se, a causa della pandemia COVID si è svolta online. L’obiettivo era portare all’attenzione del pubblico le opere di sette giovani artisti internazionali che rappresentiamo e, auspicabilmente, mettere Como sulla mappa, non solo come meta turistica ma anche culturale.
Galleria Ramo: come hai scelto questo nome e in che modo selezioni gli artisti che porti in mostra?
Non ho mai voluto mettere la mia persona davanti alle opere dei nostri artisti, era quindi importante per me non dare alla galleria il mio nome. Ramo è nato durante una camminata con mio padre in una foresta. Mentre cercavo di pensare a possibili nomi, mio padre ha semplicemente raccolto un ramo caduto e ho avuto una sorta di epifania: Galleria Ramo è il nome che mi è istintivamente balenato in testa! È stata una vera e propria rivelazione e da allora questo nome è sempre rimasto con me. È interessante che molti pensino che, da quando si è trasferita a Como, il nome della galleria sia legato al romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni: «Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno…» suona incredibile! Vorrei averci pensato io per primo a questo riferimento, ed è decisamente più interessante di come abbia effettivamente dato il nome alla galleria, ma non posso mentirti.
La nostra missione principale è lavorare esclusivamente con artisti della nostra generazione (nati dopo il 1980) poiché crediamo che si debba crescere tutti insieme, creando nuove possibilità, nuove prospettive e nuovi stimoli intellettuali per mantenere il “contemporaneo” nel presente. Si spera di crescere uniti e stabilire nuovi standard nel mondo dell’arte, ispirando le generazioni future a fare ciò che facciamo e a far sì che il mondo continui a girare positivamente. Abbiamo la fortuna di vivere in un’era tecnologica e piena di strumenti che rendono il nostro lavoro più facile, ma forse troppo ricca di contenuti visivi, ciò rende difficile selezionare gli artisti che meglio si adattano all’intento di una galleria. Il processo di selezione per me può iniziare ovunque: dalla visita di una galleria, di una mostra, al seguire l’artista su Instagram ma, sempre, con l’intento di far progredire il rapporto attraverso conversazioni approfondite, che possano durare un paio d’anni, seguite da varie visite in studio.
È importante sottolineare che ora rappresentiamo sette artisti: Hyun Cho, nata nel 1982 in Corea del Sud; Ilaria Cuccagna, nata nel 1981 a Cesena; Gianna Dispenza, nato nel 1990 in America; Nicolò Masiero Sgrinzatto, nato nel 1992 a Padova; Matteo Messori, nato nel 1993 a Reggio Emilia; Alice Paltrinieri, nata nel 1987 a Roma e Dave Swensen, nato nel 1984 in America. Il mio desiderio sarebbe rappresentarne un numero massimo di dieci autori sperando di trovarne alcuni tra Svizzera, Sud Africa e Inghilterra
Dal tuo passato si capisce che sei molto legato al mondo della fotografia; quale il tuo pensiero sulle più recenti generazioni di fotografi e come si costruisce una mostra ponendo al centro il medium fotografico?
Ho studiato e lavorato come fotografo documentarista, che è molto diverso dalla fotografia come arte. La fotografia si sta muovendo in avanti e si collega alla scena contemporanea in un modo molto interessante: pensate a Richard Mosse, Trevor Paglen, Erik Kessels per citarne solo alcuni. Ho anche avuto il piacere di lavorare in un prestigioso museo di Londra, The Photographers ‘Gallery, dove ho imparato a spingere i confini della forma e della presentazione, con l’obiettivo di aumentare il coinvolgimento del pubblico e la consapevolezza che questo mezzo sia universalmente rilevante e inclusivo. I fotografi hanno bisogno di espandere i propri confini e lavorare al fianco di pittori, scultouri, etc. Un perfetto esempio di questo è la meravigliosa galleria Materia, gestita da un caro amico, a Roma.
In un mondo complesso come quello dell’arte contemporanea tu sei uno dei pochi operatori di settore sempre disponibili e sorridenti; mi dici sempre che va tutto alla grande: qual è il tuo segreto!?
Grazie! Sono stato educato a essere positivo, cosa per cui ho sempre lottato. Mia moglie, la famiglia, gli amici, gli artisti e il cane mi mantengono positivo e senza di loro non sarei così felice. Le sfide quotidiane che affrontiamo e il modo in cui le affrontiamo ci rendono più forti, amo spingere ed essere spinto, sfidare ed essere sfidato dai miei bellissimi artisti. Svegliarsi con un senso di positività quasi tutti i giorni, camminare per le strade fino alla galleria e lavorare circondato da incredibili opere d’arte. Come potrei non essere positivo? Tuttavia non sono l’unico operatore a pensare positivamente, anzi l’altro giorno stavo chiacchierando dell’attuale situazione globale con il meraviglioso Stefano, di Spazio Gamma, che con calma mi ha detto: “C’è un lato positivo: stiamo vivendo un prequel di un futuro stabile ”.
Persi in un futuro incerto ma emozionante, tutto da ripensare e costruire, quali i tuoi prossimi progetti?
Lavoriamo sempre nel presente sul futuro, il nostro calendario fieristico durerà fino alla fine del 2021 ed è pieno di progetti in uscita ma senza spoiler. Come ho detto prima, quest’anno abbiamo partecipato alla nostra primissima fiera d’arte, Art Verona 2020. Vogliamo anche dedicare e concentrare tutte le nostre energie sui nostri sette artisti, come una grande famiglia andremo avanti e ci adatteremo ai tempi, ogni volta che sarà necessario.
Simon J. V. David(Lugano, 1989); a fascinating atypical curator and gallery owner. He founded Galleria Ramo in 2018, promoting various exciting projects. Galleria Ramo is situated in the historic centre of Como. The space, conceived and developed with his wife Benedetta De Rosa, is structured as a unique and un-conventional environment, where the most current lines of aesthetic research is found through the work of young emerging artists.
Whilst sipping on a beer and lost within the medieval streets of this lakeside city, we caught up with him.
With your various passports and an adventurous life spent between sea, journalism and culture. How was your passion for, strictly, contemporary art born? And why is Como your permanent home?
I have to say that I stumbled into the world of contemporary art. My mother has always had a passion for the contemporary and dragged me, from a very young age, too exhibitions, biennales and events. However, being young and illiterate in the arts I did not connect to it immediately and thought of journalism as my original calling. This did not put a damper on my curiosity for all things artistic and a series of extraordinary events later propelled me towards an internship at a contemporary art gallery in London, where I took my eager curiosity and turned it into a heartfelt passion that thrives in me today. Learning whilst working, my passion grew and grew to the point that I now cannot imagine doing any other work on this planet.
I find that people think that what we do is cool, sexy, snobby and over flowing with money instead I found a world that is edgy and gritty, where the painters, sculptures, installation artists and performers would die for their art and are passionately committed to finding their artistic meaning. Their vitality for creativity inspires me every day and motivates me to continue pursuing my dream. Art is an intellectual pursuit and therefore it is necessary to think, ponder, pursue, ask questions and understand it, or at least try.
Como is something else I stumbled upon. As you know I grew up between Switzerland, South Africa and England, but following both my grandfather’s Italian roots and my Roman wife, Benedetta, we found and fell in love with this ancient city on this beautiful Italian lake riviera.
I find the city rich with artistic history, but unfortunately lacking cultural investment meaning it has fallen a little behind the times. Sadly but amazingly for us we are the only contemporary reality within the city walls. Situated perfectly equal distances between Switzerland and Milan, so we appreciate and are grateful for our visitors who travel to visit us exploring their passion, dedicating the time to focus on the art at hand. We also very much enjoy our casual walk-ins , bringing art to the public and hopefully inspiring the local people to engage with art and culture. We still intend (we have some projects in the works) to maintain our ‘pop-up’attitude, as we feel that Como, for now, is a great place but who knows what the future holds, maybe Tuscany or even further South?
We are also pleased to announce our participation in our first ever art fair, Art Verona, even if due to the COVID pandemic it is online, however, we are super happy to begin our journey with art fairs. Our goal is to bring to the publics attention our seven young international artists works and hopefully to put Como on the map, not only as a tourist destination but as cultural one as well.
Galleria Ramo: how did you choose the name?And how have you selected the artists you bring to the space?
I never wanted to put myself in front of the works by our artists, therefore, it was important for me not to name the gallery after myself. Ramo, came about whilst walking with my father in a forest and trying to think of names, which I had been trying to find for quite a while, when my dad simply picked up a fallen branch or ramo in Italian and I blurted out Galleria Ramo, it was my Eureka moment and has stuck with me ever since. What is also interesting is that people think that since moving to Como the gallery’s name is related to the novel by Alessandro Manzoni’s I Promessi Sposi: That branch (ramo) of lake of Como that turns at midday which, sounds amazing, I wish that I had thought of it before, and it is definitely more interesting then how I actually gave the name to the gallery, but I just can’t lie to you.
Our main mission is to work exclusively with artists from our generation (born after 1980) as we believe that we must all grow together creating new possibilities, new perspectives, and new intellectual stimuli to keep the “contemporary” in the now and in the present. Hopefully, growing together and setting new standards within the art world, inspiring future generations to do what we do and to keep the world spinning positively forward. We are fortunate to live in such a technological era full of tools that make our job easier, but maybe too full of visual content, making it hard to select artists that best fit with the intent of a gallery. The process of selection for me can start anywhere, from a gallery walk in, to visiting another exhibition to following on instagram but moving the relationship forward by in depth conversations, which can last a couple of years, followed by various studio visits.
Importantly, we now we represent seven artists, Hyun Cho; born 1982 in South Korea, Ilaria Cuccagna; born 1981 in Cesena, Gianna Dispenza; born 1990 in America, Nicolò Masiero Sgrinzatto; born 1992 in Padova, Matteo Messori; born 1993 in Reggio Emilia, Alice Paltrinieri; born 1987 in Rome and Dave Swensen; born 1984 in America. However, I do wish to find more artists to represent (max of 10) and hopefully some from Switzerland, South Africa and England.
Looking at your past, I understand that you are very connected to the world of photography; what are your thoughts on the most recent generations of photographers and how is an exhibition built with the photographic medium at the center?
I studied and worked as a documentary photographer, which is very different to photography as art. Photography, is moving forwards and connecting to the contemporary scene in a very interesting way, think of Richard Mosse, Trevor Paglen, Erik Kessels to name but a few. Moreover, I had the pleasure of working at a prestigious museum in London: The Photographers’ Gallery, where I learned about pushing the boundaries of form and presentation, with the aim to increase public engagement , and awareness of, this universally relevant and inclusive medium. Photographers needs to push their boundaries and work alongside painters, sculptures, etc. A perfect example of this is the wonderful gallery run by a close friend, Matèria in Rome.
In a world as complex as contemporary art, you are one of the few operators in this sector who is always available and smiling; you always tell me that everything is great: what is your secret !?
Thank you! I was brought up to be positive, which I have struggled to be at all times. My wife, family, friends, artists and dog keep me positive, without them I would not be so happy. The everyday challenges we face and how we deal with them make us stronger, I love to push and be pushed, challenge and be challenged by my beautiful artists. Waking up to a sense of sunshine most days, walking through the streets to the gallery and working whilst surrounded by amazing art works, how could I not be positive? However, I am not the only operator to think positively , actually the other day I was chatting about the current global situation with the wonderful Stefano from Spazio Gamma, who calmly said: “There is a positive side: we are living in a prequel to a stable future”.
Lost in an uncertain but exciting future, all to rethink and build, what are your next projects?
We are always working in the now on the future, our exhibition calendar runs until the end of 2021 and is full of exiting projects but no spoilers. As I mentioned before we are participating in our very first art fair this year (Art Verona). We also wish to dedicate and focus all our energy on our seven artists, like one big family we will move forward and adapt with the times whenever necessary.
A cura di Marco Roberto Marelli
Galleria Ramo – Via Natta, 31 – Como
Instagram: galleriaramo
Caption
Simon J.V. David & Maya – Courtesy Galleria Ramo
Simon J.V. David & Benedetta De Rosa – Courtesy Galleria Ramo
Alice Paltrinieri, 220WS,12534NY – Exhibition view, Galleria Ramo, 2019, Como – Courtesy Galleria Ramo
Gianna Dispenza, Double Like Tata – Exhibition view, Galleria Ramo, 2019/2020, Como – Courtesy Galleria Ramo
IlariaCuccagna, Vestigia Del Presente – Exhibition view, Galleria Ramo, 2019, Como – Courtesy Galleria Ramo