È tornato anche quest’anno, durante la kermesse dell’artweek bolognese, uno degli appuntamenti più interessanti e imperdibili per gli amanti della cultura clubbing e dell’arte, la Robot Art Night a Palazzo Re Enzo.
Il roBOt Festival, una delle rassegne musicali più internazionali dell’attuale offerta italica, ha omaggiato il capoluogo felsineo con ospiti celebri, confermando una particolare attenzione rivolta alla qualità delle scelte.
All’interno della Sala degli Atti, poco prima di immergerci nel clima del Robot, è stato possibile visitare la mostra del fotografo Guido Samuel Frieri, Meninos de Rua, organizzata da Contemporary Concept. Attraverso una selezione di oltre sessanta opere fotografiche in bianco e nero si è voluta raccontare la devastante situazione socio economica che ancora oggi affligge gran parte della società brasiliana. Il titolo Meninos de Rua (bambini di strada) esplica un reportage etico e sociale che ha potuto realizzarsi grazie alla collaborazione con Nuovi Orizzonti e Chiara Amirante, fondatrice e presidente dell’associazione.
La Sala Re Enzo è stata dedicata al progetto di sonorizzazione con vinili di QUARTO MONDO, già curatori della Sala Opium all’ultimo RoBOt Festival, e alla proiezione di Reflecting Sunlight on You dell’artista Marta Pujades, installazione realizzata in collaborazione con la nascente fiera Booming Contemporary Art Show e la galleria BI-BOx Art Space di Biella.
L’opera video dell’artista che vive e lavora a Pala De Maiorca fa parte di un più ampio progetto, dal titolo Index, dedicato a esplorare il rapporto tra l’opera, il suo significato e l’osservatore.
Nell’installazione una donna in piedi sugli scogli ci osserva e si fa osservare, il tutto avviene nella mediazione di un riflesso creato dall’incontro della luce solare con un oggetto riflettente, da sfondo la natura, l’infinito di un mare mosso. Il riflesso abbagliante ci lascia così sospesi in un’oasi di melanconico romanticismo attraverso il quale anche noi osservatori ci sentiamo in qualche modo coinvolti in questa visione/fruizione multi spaziale e temporale; il fascio di luce, il riflesso diviene metafora di un pensiero che si fa ponte tra la proiezione in loop della donna in mare e noi catapultati dall’altra parte, negli spazi di sala Re Enzo.
Nel Salone Del Podestà si sono invece esibiti, in ordine, T.Banana, Not Waving, i dj del Robot Soundsystem e Lone.
Alessio Natalizia, in arte Not Waving, abruzzese di nascita ma ormai artista inglese per adozione – vive e lavora da più di dieci anni in Gran Bretagna – ha presentato lo show a/v Futuro, progetto accompagnato da un visual ad hoc e tratto da un’esplorazione durata un lustro tra minimalismo tonale e spaziale.
Emozioni, transizioni, colori, volti, corpi, risate quasi jokerianeche seppelliscono, espressioni genuine di bambini differenti, queste sono le immagini che si sono susseguite ai tocchi ambient raffinati firmati Not Waving, un succedersi di visioni forti e pure, sospese tra la quotidianità e una lucida, sognante follia, tra un album di ricordi confusi e un futuro tutto da spendere.
Futuro (Music For The Waldorf Project) è anche il titolo del lavoropensato per accompagnare il progetto teatrale e artistico di Sean Rogg. L’esito è una synth/ambient tonale e astratta, che ha accompagnato la terza parte dello spettacolo del regista, iniziato nel lontano 2012 con il primo capitolo Muskmelon
.Il disco è stato prodotto utilizzando più di venti ore di materiale scritto fra il 2013 e il 2018 e si differenzia dai precedenti lavori dell’artista, come Good Luck o Animals, puntando maggiormente su un minimalismo elettronico astratto. La cartella stampa parla di «intuizioni kosmische e bellezza lattiginosa a la Eno».
Not Waving si è dimostrato e si dimostra sempre un artista attento a una fruizione trasversale del suono, una fruizione totale che passa irrimediabilmente anche dalla visione.
È bello ricordare l’origine del nome di questo straordinario artista, un termine preso in prestito dalla canzone dei This Heat, Not Waving appunto, che cita una poesia di Stevie Smith, Not Waving, but Drowning, la quale racconta la storia di un uomo che affoga in mare mentre dalla riva tutti pensano stia salutando – un paradosso contemporaneo purtroppo più che attuale.
A chiudere la serata un grande ospite da Nottingham: Matt Cutler, in arte Lone, uno dei producer e artisti più interessanti dell’ultimo periodo. Che si tratti di house, breakbeat o jungle, Lone rimane ben fedele ai suoi legami con il mondo dell’hip hop anni Novanta e il suo sound riesce a sfumare da una tipica nostalgia rave a un’atmosfera smaccatamente melodica. Inutile dire che la sua hard techno ha fatto catapultare la pista nelle nostalgiche immagini di una Londra raver, anche qui anni Novanta. Lone, un nome sicuramente da ricordarsi per un futuro da ascoltare.
Federica Fiumelli
Robot Art Night 2020
sabato 25 gennaio 2020
roBOt Festival – Palazzo Re Enzo, Bologna
Instagram: robotfestival
Caption
Not Waving – Robot Art Night 2020 – Courtesy Robot Festival
Marta Pujades, Reflecting Sunlight on You – Robot Art Night 2020 – Courtesy Robot Festival
Lone – Robot Art Night 2020 – Courtesy Robot Festival