Il tempo e la memoria, il fare pittorico che trascende in quello fisico e materiale della scultura, si insinua nella tradizione delle tecniche artigianali per fondersi con la contemporaneità. Una pratica, quella di Riccardo Beretta, classe 1982, artista e gentiluomo, che trova una forma densa di significato, riflessiva e autentica, profonda e ludica allo stesso tempo.
Recovered Memories è l’esito della sua residenza a Cascina Maria nell’ambito del progetto I.D.E.A. (Indipendent Domus Exhibiting Art) di Nicoletta Rusconi Art Projects, fino al 16 novembre. Dieci opere, alcune inedite, attivano una relazione con lo spazio e obbligano lo spettatore a un movimento tra forme, dimensioni e materiali. La mostra coinvolge ambienti differenti. La Project Room della foresteria raccoglie alcuni dei suoi ultimi lavori, ecoline, Drawing for Implicit Memory side, 2016 e tempere su carta, Recovered Playground 2016-2017, gli intarsi lignei, Spinoff FVP #3 2016-2017 e Rose Window 2016, quest’ultimi frutto di un errore da cui è nata una tecnica che consente di creare le sfumature, chiamata dall’artista Terrasanta Relief. Negli Appartamenti troviamo Spinoff FVP #4 2016-2017, una scultura componibile e un intarsio ½ Pilastro 2010. I lavori, frutto della residenza, sono nello Studio, Pattern#01, tempere su carta e rame e nel parco, Youth, (Positive Cognition) 2017. Approfittiamo della sua disponibilità per farci raccontare questa esperienza.
Sei stato definito “un artigiano concettuale” il cui lavoro “ha un sapore etnografico”1. La tua pratica ha a che fare con la temporalità e con la tradizione perché coniuga tecniche artigianali e contemporanee con la gestualità della pittura e del fare scultoreo.
In realtà non mi piacciono molto le definizioni in generale e quelle che hai citato le sento un po’ fuorvianti e legate alla mia produzione iniziale. Mi interessa, però, vedere come un mio lavoro venga letto dal pubblico per capire quanto del mio intento sia arrivato a destinazione e quanto sia interpretato. A volte è divertente! Posso dire che sono motivato dal fare prototipi, dall’esplorare una nuova idea fino a capirne le potenzialità. La ripetizione mi affascina come variazione di un pattern o di un rito, come base dell’apprendimento e del miglioramento, a ogni modo è anche bello aprirsi a nuove strade, studiare territori inconsueti e riflettere sul perché si ha bisogno di fare certe cose e mostrarle. Sono ossessionato dalla domanda: “Come le persone possono usare il mio lavoro?”
Parlami di Recovered Memories
Sono arrivato ad Agrate Conturbia a luglio e dopo una breve pausa estiva, ho continuato la mia residenza fino a settembre. A volte tornavo a Milano, al mio studio, ma ho utilizzato questa occasione per lavorare in due direzioni diverse ma parallele: da una parte, le pitture su carta, l’esplorazione di segni colorati come pattern, dall’altra, la progettazione e produzione della grande scultura nel parco. In sintesi, avevo un modo di lavorare intimo e rituale sul piccolo formato e uno, invece, collaborativo su grande scala e pensato per uno spazio aperto. La mostra è stata poi completata da opere realizzate con la tecnica della tarsia, dell’incisione e con lavori che potessero creare un panorama cronologico recente. Per me è stato il pretesto per connetterli con i nuovi percorsi prodotti con la residenza. Tu cosa hai colto di questo dialogo fra le opere?

Una narrazione intima, stratificata di significati esattamente come il tuo lavoro. Tante storie da leggere e da sfogliare in cui cogliere aspetti che vanno oltre la forma, tra materia e contenuto, spazio fisico e pensiero.
La tua prima esperienza con lo spazio esterno è stata a Villa Necchi Campiglio nel 2010, nell’ambito di Low Déco con Rabottini. Come nasce Youth (Positive Cognition)?
Nasce da un piccolo disegno molto simile a come è stata realizzata la scultura finale. Durante la progettazione di Paravento (F.V.P), 2015-2017, avevo collezionato molte immagini di playground urbani. Qualche mese prima della mostra da Francesca Minini Paravento Playground, avevo deciso di realizzare delle pitture sopra a queste fotografie stampate su carta e tela. Le pitture, dal colore nero o bianco, cancellavano alcuni elementi dell’immagine lasciando visibili solo la sintesi del mio pensiero intorno a quei frammenti. Attraverso questo processo di sovrapposizione o di cancellazione ciò che rimaneva molto leggibile, isolato dal contesto, erano le interazioni dei bambini con alcune protuberanze del playground. Questa idea di “congelare” un movimento del gioco mi suggeriva diverse riflessioni legate al ricordo o meglio all’esplorazione di un ricordo. Youth ha origine da questo percorso di sintesi ma innesca anche un secondo passaggio. La torretta e lo scivolo sono stati riconfigurati perché entrambi siano inaccessibili con il corpo, ciò che volevo stimolare è la loro visione come metafora di qualcosa di più profondo.
Dici che questi lavori devono “ibridarsi” con il luogo. Queste produzioni assumono un ruolo di congiunzione tra opera e contesto, materia e spazio. Youth, tra l’altro, è stata acquistata dal comune e le verrà data una collocazione pubblica.
Gli oggetti diventano parte dei luoghi, l’aria, la polvere, il tempo lasciano residui che si depositano e li trasformano. In questo caso, poi, la torretta si integrerà con un parco cittadino, con la collettività.
Sono molto contento della ricezione avuta e della scelta del sindaco e della giunta, non me l’aspettavo! Nicoletta Rusconi sta lavorando molto in questo senso, per connettere la sua passione per l’arte con le potenzialità del contesto.

Progetti futuri?
Diversi, un’immagine inedita per la rubrica Art Core di Nicolas Ballario su Rolling Stone di novembre, ho inaugurato una collettiva a Londra da Zona Mista e sto preparando delle nuove opere per Art Basel Hong Kong con la Galleria Minini. A novembre parteciperò a un progetto curato da Beatrice Panerai, un importante evento fra Arte e Vino che si terrà a Milano all’Hotel Magna Pars; durante questa serata l’analista sensoriale Luca Maroni premierà i migliori produttori di vino della Lombardia. Come vedi il tempo non basta mai!
__________________________
1. Riccardo Beretta by Francesco Garutti, Flash Art, 297 Novembre 2011.
RICCARDO BERETTA
RECOVERED MEMORIES
16 settembre – 16 novembre 2017 (aperto su appuntamento)
CASCINA MARIA – Via Motto, 11 – Agrate Conturbia, Novara
Immagine di copertina: Youth (Positive Cognition), 2017 – materiali vari, 650x460x320cm – courtesy l’artista e Francesca Minini, Milano – photo di Andrea Rossetti