Nicoletta Rusconi Art Projects – Cascina Maria

Le storie si scrivono e si raccontano ma soprattutto si ascoltano, perché come dice Nicoletta Rusconi “Il filo conduttore è una storia che scrivi tu e non gli altri” e la sua, a un certo punto, devia fuori dalle rotte geografiche a quaranta chilometri dalla città. Un’utopia Cascina Maria, che lentamente prende forma (oggi in fase di nuova espansione), un progetto di Nicoletta Rusconi Art Projects che si pone in un luogo lontano (ma solo per forma) dai circuiti più convenzionali ma affine a certe realtà anche internazionali. Identità forti con intenti e vocazioni precise che diventano centri di divulgazione e di produzione artistica, punti di riferimento che vanno a inserirsi nella mappa (mai esaustiva) dei “non luoghi” dell’arte.

Incontriamo Nicoletta Rusconi in una lunga conversazione telefonica, ricca di disgressioni generose, in cui ci rivela come tutto nasca sempre da un incontro, rendez-vous casuali o voluti con gli artisti, vero motore di ogni iniziativa. La sua è una di quelle presenze discrete, secondo il principio per cui la sottrazione sia un gesto più difficile: in tempi di sovraesposizione, un lusso poco ambito. Un fare elegante da avventuriera (nell’arte) con spirito d’altri tempi, che si muove con mezzi contemporanei costringendo a rimanere connessi (virtualmente) per essere aggiornati sui suoi spostamenti e cogliere, tra le poche righe dei suoi post, qualche indizio sui suoi progetti futuri.

Non escludo che possa essermi sfuggito il racconto di un bastone da passaggio acquistato a una fiera, il corteggiamento di un artista in un bar londinese e, forse, anche un desiderio confessato: quello di andare a Marfa!


Prima l’esperienza in galleria poi la decisione di migrare in un territorio anticonvenzionale. Perché questa scelta?

È stata una scelta parecchio ragionata perché l’idea era quella di lasciare la città. Quando avevo la galleria era stimolante ma anche molto faticoso. Preferisco frequentare le fiere internazionali da visitatrice e avere la possibilità di esplorare la città e gli eventi fuori-fiera piuttosto che essere limitata a uno stand. Penso che il ruolo delle gallerie sia cambiato rispetto a un tempo. Una volta costituivano un punto di incontro per collezionisti e visitatori. Oggi è possibile ritrovarle insieme nelle tante fiere, dove si guarda, si confronta e si sceglie e poi ci sono altri canali a disposizione. A un certo punto ho pensato che avrei dovuto trovare un modo trasversale per l’arte e collocarla in un contesto non convenzionale. Sette anni fa ho maturato la decisione della residenza per artisti e del sostegno ai progetti; ha sempre rappresentato, poi, il mio modo di lavorare.

Cascina Maria è un’identità multifunzionale, ci racconti com’è organizzata?

Nicoletta Rusconi Art Projects affianca al sostegno di iniziative artistiche, Cascina Maria ad Agrate Conturbia, inaugurata nel 2017. Uno luogo privato che diventa pubblico nella sua natura multifunzionale: residenza per artisti con I.D.E.A. (Independent Domus Exhibiting Art), parco delle sculture (Country Unlimited) – alcune concesse in prestito dalle gallerie, altre entrate in collezione – e spazio per la fotografia.



FUCopertina- Nicoletta Rusconi Art Projects - photo Lorenzo Palmieri
FUEduard Habicher credit Nicoletta Rusconi Art Projects-photo Lorenzo Palmieri
FUInstallation view Eva Kotatkova - credit Nicoletta Rusconi Art Projects - photo Lorenzo Plamieri
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La fotografia è per te una costante, lo conferma anche la mostra Viaggio nel tempo, un racconto per immagini.

Si, un percorso tra opere di autori come Luigi Ghirri, Piero Giacomelli e Mario Cresci, per esempio, all’insegna della tradizione fotografica. La mostra è stata ospitata all’interno degli spazi esclusivi della Eberhard & Co. & Mersmann VIP Lounge in occasione della recente edizione Wopart Lugano, la fiera dedicata alle opere su carta.

Torniamo a Cascina Maria, come nascono i progetti?

Abbiamo già realizzato tre residenze, ospitato artisti nel parco e devo dire che l’iniziativa è stata accolta con molto interesse. Qualcuno mi ha chiesto come mai non avessi formato un comitato scientifico ma è stata una scelta precisa non averlo, per poter muovermi con maggior libertà verso ciò che mi piace. Lavorare in modo indipendente e avere carta bianca è un lusso che ti consente di coinvolgere, volta per volta, i professionisti che vuoi tu.

Il tuo è un luogo di transiti e passaggi. Raccontaci qualcosa delle residenze.

Riccardo Beretta l’ho incontrato una volta a Venezia, con una curatrice. Avevo aperto da poco Cascina Maria, abbiamo chiacchierato e gli ho detto: “perché non passi l’estate da me?”. Francesco Arena lo seguivo, mi piacevano molto il suo lavoro e la sua ricerca, così ho coinvolto la Galleria Raffaella Cortese. Eva Kot’átková, l’ultima artista avuta in residenza, non la conoscevo. Sono stata alla sua mostra The Dream Machine is Asleep curata da Roberta Tenconi al Pirelli Hangar Bicocca e sono rimasta colpita dalla sua poetica, dall’indagine sulla sofferenza, sui disordini psicologici e sulla relazione con il mondo dell’infanzia. Con la Fondazione Anna Villa e Felice Rusconi siamo particolarmente sensibili a questo tema. Per questo ho voluto conoscere la curatrice e l’artista che senza esitazioni ha accolto l’idea. La sua è stata una residenza molto forte e intensa, con lei è stata una lezione vera e propria. Ha un approccio molto rigoroso, lavora con lunghissimi silenzi. Le sue sono opere difficili e impegnative, parla di sogni, privazioni e turbamenti, per cui, quando un collezionista ti chiede una sua opera, la soddisfazione è enorme! Mi da una grande gioia per loro.L’anno scorso ho rivisto Petrit Halilaj, avevo acquistato una sua opera a miart. Ci siamo ritrovati a Artissima e gli ho proposto di venire da me l’anno prossimo. A Cape Town, invece, ho conosciuto Igshaan Adams, un giovane sud africano che ospiterò a breve. Ho bisogno di conoscere gli artisti e parlare con loro ma, soprattutto, di confrontarmi con il loro impegno verso questioni civili o con le loro indagini più introspettive. Nella mia collezione ci sono solo artisti che ho incontrato nel corso della mia vita.

Il parco delle sculture innesca un dialogo tra ambiente, materia e opera in un processo di trasformazione e di configurazione spaziale.

Le sculture sono state una naturale conseguenza considerando che il parco si prestava ad accogliere opere di grandi dimensioni. Per sua conformazione, lo spazio crea una relazione tra opere e natura diventando materia di riflessione per gli artisti. Youth (Positive Cognition), giocosa installazione di Riccardo Beretta, dialoga con le sculture materiche di Mattia Bosco e con il sentiero di Paolo Icaro. La leggerezza di Red Blood di Letizia Cariello, che avvolge gli alberi, fa da contraltare al peso delle opere di Anne e Patrick Poirer, all’acciaio di Eduard Habicher e al vetro di Dan Graham. Le gallerie che hanno collaborato con me lo hanno fatto con grande entusiasmo. Ora pensiamo anche di ingrandirci.

Prossimi programmi?

Ci stiamo lavorando.

a cura di Elena Solito


CASCINA MARIA – Via Motto, 11 – Agrate Conturbia (NO)

www.nicolettarusconi.com

Instagram: artistmia


Caption

Nicoletta Rusconi – Courtesy Nicoletta Rusconi Art Projects, ph Lorenzo Palmieri

Eduard Habicher – Courtesy Nicoletta Rusconi Art Projects, ph Lorenzo Palmieri

Eva Kot’átková, Installation view – Courtesy Nicoletta Rusconi Art Projects, ph Lorenzo Palmieri