Goodbye bye bye

Avete presente la scena finale del film Man In Black? In un secondo, attraverso l’effetto zoom-out, il regista ci mostra un’auto, un quartiere, New York, l’America, il Pianeta Terra, l’Universo, la Galassia. Ed è tutto racchiuso dentro una biglia, biglia con cui gioca la mano gigante di un extraterrestre. Tutto questo non avviene nello stesso istante, ma è l’istante stesso. Per entrare nella narrazione della mostra serve calarci in questa concezione temporale di circolarità e coesistenza di fattori, afferma Federico Tosi: “pensi nel piccolo, vai in mega zoom, poi torni nella realtà”.

Goodbye bye bye è la prima personale di Federico Tosi (Milano, 1988) presso la sede milanese della Galleria Monica De Cardenas , visitabile fino al 23 febbraio 2019.

Tosi sfrutta al meglio la peculiarità architettonica del luogo, impiega le stanze come capitoli di una storia, dentro ognuna di esse allestisce una serie diversa della sua produzione artistica creando un forte impianto narrativo e, al tempo stesso, mostrando la sua capacità di sapersi destreggiare abilmente con i media più disparati.

All’ingresso della galleria ci accolgono tre disegni rappresentanti delle galassie immaginarie, dai nomi buffi che rimandano a delle varietà pregiate di piante, come: L.A. Confidential e Budda Cheese. Ogni singola opera è composta dall’unione di più fogli, dipinti a pennarello. Questi lavori sono stati realizzati rigorosamente nel buio della notte attraverso l’uso di luci artificiali, svela l’artista, poiché le gradazioni sono state ottenute attraverso la stratificazione dei colori, fondamentale quindi avere sempre la stessa luce per dare le giuste sfumature. Le stelle sono i punti dove non è andato a intersecarsi il colore; generate dal bianco stesso del foglio, creano la luminosità dell’immagine.Nella seconda sala troviamo una dozzina di calchi che rappresentano dei fossili, alcuni di elementi terrestri, altri alieni. Nella loro realizzazione Tosi ha voluto mimare il più possibile il reale processo di sedimentazione di un fossile. Ariel è il nome ricorrente di queste sculture, alcune di esse hanno forma circolare e semicircolare, come Ariel (Occhi di pernice), la sua texture richiama visivamente l’indicazione data dal sottotitolo. Delle escrescenze si diffondono sulla superficie del fossile mostrando la sua ruvidità, quasi aggressiva. In questo ambiente spicca la presenza di uno star-gate, frutto di un fittizio ritrovamento archeologico. Tosi tiene a precisare che il portale, purtroppo, è andato distrutto e non può più adempiere alla sua funzione di apertura di passaggi dimensionali.



FU Federico Tosi – Goodbye bye bye, Installation view – Courtesy Monica De Cardenas, ph credits Andrea Rossetti
FU Federico Tosi – Goodbye bye bye, Installation view – Courtesy Monica De Cardenas, ph credits Andrea Rossetti(2)
FU Federico Tosi – Goodbye bye bye, Principe, 2018 Olive wood cm 24 x 207 x 26 - Courtesy Monica De Cardenas, ph credits Andrea Rossetti
FU Federico Tosi – Goodbye bye bye, Underwater, 2018 Thermosetting resin and wood cm 2 x 15 x 3 - Courtesy Monica De Cardenas, ph credits Andrea Rossetti
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Nella terza stanza, il lato oscuro di questa storia: Like Ophyocordiceps. Una serie scultorea in bronzo rappresentante delle dita che lentamente vengono divorate da un fungo parassitoide che solitamente infetta le formiche. Le dita vengono mostrate progressivamente nel loro decomporsi, come in un time-lapse. Questo parassita è come un cancro, lentamente invade e pervade l’organismo umano cellula dopo cellula, fino alla sua distruzione.

Ma, proprio quando sembra che ogni speranza di salvezza sia vana, ecco la conchiglia, stele di rosetta della nostra storia, una grande scultura lignea che rappresenta una gigantesca conchiglia a spirale conica. Realizzata in legno d’ulivo, per verosimiglianza con le venature di quelle reali, la struttura è composta da più parti abilmente assemblate per un peso totale di centotre chilogrammi.

Giunti nell’ultima stanza, troviamo il protagonista di questa storia, Underwater, una piccolissima scultura in termoresina e legno raffigurante un bambino con pinne e tubo da sub colto nell’atto di guardare una conchiglia.

Federico Tosi, attraverso un impianto espositivo appositamente concepito, sembra dettarci le regole di un gioco di ruolo, ci invita a invadere il suo mondo, a stringere con lui un patto ludico, a rispettare un “contratto di finzione”, come se quel piccolo sub prendesse vita e si avvicinasse al nostro orecchio e, con voce stridula da bambino, ci invitasse a prendere parte al gioco del “facciamo finta che…”.

Irene Angenica


Federico Tosi

Goodbye bye bye

29 novembre 2018 – 23 febbraio 2019

Galleria Monica De Cardenas – via Francesco Viganò, 4 – Milano

www.monicadecardenas.com

Caption

Federico Tosi – Goodbye bye bye, Installation view – Courtesy Monica De Cardenas, Milano, ph Andrea Rossetti

Federico Tosi – Goodbye bye bye, Installation view – Courtesy Monica De Cardenas, Milano, ph Andrea Rossetti

Federico Tosi – Goodbye bye bye – Principe, 2018 – Olive wood cm 24 x 207 x 26 – Courtesy Monica De Cardenas, Milano, ph Andrea Rossetti

Federico Tosi – Goodbye bye bye – Underwater, 2018 – Thermosetting resin and wood cm 2 x 15 x 3 – Courtesy Monica De Cardenas, Milano, ph Andrea Rossetti