Giovanni Termini, a Milano, per “capovolgere” lo spazio espositivo.

Giovanni Termini arriva a Milano con la voglia di spiazzare e far riflettere. Fino al 25 giungo Renata Fabbri arte contemporanea ospiterà Pregressa, mostra personale dell’artista siciliano, a cura di Alberto Zanchetta, direttore artistico del Museo d’arte contemporanea di Lissone e uno fra i più interessanti curatori a livello internazionale. Per l’occasione sarà la galleria stessa a diventare dispositivo estetico, permettendo così, allo stupito spettatore, di immergersi letteralmente nell’opera d’arte. L’allestimento divide infatti lo spazio in due ambienti percorribili. Nel primo l’impianto di illuminazione è stato spostato dalla sua sede naturale e appoggiato, a pochi centimetri dal suolo, su dei cavalletti. Le pareti del secondo spazio sono invece ricoperte da un particolare tipo di pannelli di legno, pannelli che ricordano molto da vicino quelli solitamente usati per delimitarle aree di cantieri edili. La mostra termina poi al piano inferiore dove sono presenti opere di formato più ridotto.

Pregressa - 2016
Pregressa, 2016 – photo Pelicula Snc

Artista tenacemente orientato verso un processo scultoreo sempre in bilico con la riflessione filosofica, Giovanni Termini nasce nel 1972 ad Assoro e può essere felicemente inserito in quel gruppo di artisti attivi oggi in questa temperie post-mediale, dove lo stile e i materiali utilizzati variano gioiosamente di volta in volta per meglio esprimere gli intenti dell’operatore estetico. Sculture, quindi, non “in porre” e neppure “in levare” sono quelle dell’artista siciliano ma realizzazioni “in trovare”, dove anche un binario, con i suoi neon, può farsi catalizzatore di una modalità di fruizione dell’esperienza estetica.

L’ambiente realizzato nella galleria milanese ci conduce verso una riflessione sullo spazio espositivo, sulla sua funzione e su i suoi meccanismi. Il rischio di trattare una tematica tanto discussa in maniera poco originale era alto ma il felice risultato dirada ogni dubbio. Mostra autentica e profonda che parte da un’attenta analisi, quasi fenomenologica, della sede espositiva evidenziando così come Termini sia alieno a ogni snobistica e vetusta volontà di critica al “sistema arte”. Ciò che colpisce, a un primo sguardo, è l’eleganza del fare, che ricorda il tocco profondamente leggero di un’artista quale Daniel Buren. Il fruitore, appena varcata la soglia, viene soavemente colpito da una visione inattesa, che ribalta la normale percezione dello spazio. Il sistema d’illuminazione occupa il centro della sala e il processo straniante, che esso genera, ci porta verso una presa di coscienza di come sia lui l’attore primo che permette la fruizione delle opere d’arte. Entrati nella seconda stanza, sono ora le pareti a essere state trasformate, attraverso dei pannelli di legno che le nascondono alla nostra vista. Il muro, cornice principe che ospita quadri da tempo immemore, viene privato della sua funzione in un ribaltamento che lo trasforma da strumento del presentare a soggetto nascosto. Elementi ovvi, che strutturano tutti gli edifici che attraversiamo e viviamo durante la nostra giornata, sono mostrati sotto una luce nuova da Giovanni Termini, facendoci riflettere su come, spesso, certe cose che noi diamo per scontate portano con sé un universo di significati ampi e affascinanti.

Delimitata - 2016
Delimitata, 2016 – photo Pelicula Snc

Viviamo in un mondo frenetico, alla ricerca di emozioni forti che uccidano la noia. Passando velocemente davanti alla sede che ospita questa mostra, potremmo non accorgerci neppure della sua presenza. Non ci resta allora che rallentare un attimo, varcare una porta e fermarci a riflettere su tutto ciò che stiamo perdendo.

Marco Roberto Marelli

GIOVANNI TERMINI

PREGRESSA

a cura di ALBERTO ZANCHETTA

2 Maggio – 25 Giugno 2016

RENATA FABBRI arte contemporanea – Via Stoppani, 15/C – Milano.