Pasquale de Sensi nasce nel 1983 a Lamezia Terme e si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Attraverso una personale e riconoscibilissima proposta estetica indaga l’intero mondo della produzioni di immagini pubbliche e private (dalle cartoline d’epoca alle riviste più disparate). Rompendo i meccanismi codificati della comunicazione, ogni suo opera diviene un universo unico di significati che si pone in dialogo e collaborazione con artisti provenienti da campi differenti.
Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi ed oggi?
Ho iniziato a dipingere e disegnare da bambino, un po’ come tutti. Poi durante gli anni del liceo mi sono interessato alla Storia dell’arte e ho iniziato a fare pratica. Nel 2003 sono giunto a una visione complessiva e particolare di quello che volevo realizzare. Ho iniziato a esporre in maniera più o meno costante nel 2006 e più o meno professionale nel 2010.
Rispetto agli inizi ho sicuramente più esperienza e meno fretta. Ho imparato a non forzare i processi, individuare le affinità, evitare di lavorare in situazioni di stress. Soprattutto ho imparato a diffidare dei sistemi chiusi e a muovermi in maniera trasversale e indipendente.

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?
Non credo si tratti di seguire delle tematiche precise o esprimere un’opinione personale. Ogni immagine ha un suo funzionamento interno e la sua forma è il suo primo e ultimo significato. L’espressione artistica dovrebbe liberarci dai meccanismi di comunicazione a cui siamo abituati e aprirci livelli di comprensione più ampi.
Riguardo ai progetti, al momento sono impegnato su diversi fronti, tutte collaborazioni con altri artisti, anche in campi diversi dal mio. Dall’arte digitale alla gioielleria, passando dalla grafica musicale, che ormai è una parte fondamentale del mio lavoro.
Come ti rapporti con la città in cui vivi?
Vivo a Lamezia Terme, in Calabria, da diversi anni ormai. È il posto in cui sono nato e in qualche modo sto bene con il suo clima e con il paesaggio. Le grandi città non fanno per me. Sono il tipo a cui piacciono i boschi, le isole, i laghi, le spiagge, tutte cose che qui si trovano a pochi chilometri di distanza. La luce è fantastica. Per il resto è una piccola città come ce ne sono tante altre da nord a sud. Non ne faccio un dramma e di certo non ne faccio un motivo d’orgoglio.

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?
Il sistema dell’arte visiva è messo parecchio male. È un dato rilevato obiettivamente da tutti. Ci sono tantissimi spazi che ancora pensano di proporti di esporre senza mettere in conto il rimborso spese completo sui costi di produzione della mostra, trasporto opere, viaggio e ospitalità. È una situazione che non è ammissibile in nessun altro sistema. Nessuna band andrebbe a suonare in un locale senza essere pagata per la propria esibizione e avere un letto garantito per la notte. Lo stesso vale nel mondo del teatro. Proporre o accettare questo genere di mostre mantiene tutto il sistema in uno stato improduttivo, primitivo e dilettantesco.
Che domanda vorresti ti facessi?
Che risposta vorresti ti dessi?
www.pasqualedesensi.tumblr.com
Intervista a cura di Marco Roberto Marelli per FormeUniche