Five questions for Debora Hirsch

Debora Hirsch è nata a San Paolo (Brasile) nel 1967 e oggi vive e lavora a Milano. Dopo aver studiato Ingegneria Industriale presso l’Università di San Paolo e aver frequentato un master in Business Administration presso l’Università Bocconi di Milano decide di lasciare la sua carriera per dedicarsi al mondo dell’arte. Autrice aperta all’utilizzo di vari media, conduce un’attenta ricerca sulla società dei nostri giorni che ha portato il suo lavoro all’attenzione di alcuni dei più prestigiosi musei del mondo.


Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?

Faccio l’artista da quasi sedici anni. Sono ingegnere gestionale con un MBA, autodidatta in arte. Ho lasciato una carriera di successo per fare l’artista. Disegno e dipingo fin da piccola. Ho iniziato con la pittura, oggi utilizzo diversi media. C’è una differenza fondamentale nel mio modo di operare fra i miei primi quindici anni di attività e il percorso intrapreso circa un anno fa, quando è iniziata una transizione da lavori molto legati alla ricerca e al contenuto, a lavori dove emerge la forma derivante da esperienze, studio di immagini, vissuto, osservazioni, ecc. Il mio lavoro ora è far emergere queste forme dando loro materialità, contorni, colori, limiti, e profondità.

Debora Hirsch
Donotclickthru (colonial tiles) – 2016, olio su tela, 96 x 168 cm – ph Antonio Maniscalco

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?

Mi interessa l’antropologia contemporanea, l’impatto delle tecnologie e della comunicazione, il tempo che passa e trasforma le cose, l’invisibile, quello che non possiamo capire appieno, che va oltre la mente e il fisico, quella che è l’essenza primitiva ma inscrutabile in ciascuno di noi.
Nel mio lavoro, ho esposto le strutture fittizie e senza senso della contemporaneità attraverso una riflessione personale, cercando di recuperare la complessità del reale attraverso riferimenti e connessioni molteplici. In questo momento sto elaborando delle immagini che trovano il loro senso alla fine di una costruzione rivelata in segni sincronizzati di diverse origini come l’ambiente digitale, i miei modelli manuali, dettagli architettonici e storici evocativi, degrado urbano, etc. Tutto rispondendo a un ordine naturale formale e a una dissoluzione semantica graduale.

Come ti rapporti con la città in cui vivi?

Lavoro molto bene nel mio studio a Milano. Sono nata a San Paolo in Brasile e sono da sempre, diciamo, urbana. Valorizzo il dialogo, amo la città, vedere belle mostre, bei lavori, gente impegnata e coinvolta nel proprio lavoro. Ho poco tempo, sempre tanto da fare, e vorrei avere meno occasioni di dispersione, meno cose da gestire, e più tempo in studio.
Vivere in una città per me è stata sempre, in qualche modo, una dinamica intricata e indiscernibile dall’origine di un’influenza sul mio lavoro e su di me. Nel mio caso, la città e alcune città, funzionano come reti permanenti, di percezione espansa e mobile. Se pensiamo a una dimensione geografica reale, vivo tra Milano, New York, San Paolo, Miami, etc.

Debora Hirsch
Hirsch soaps – 2016, saponi vari, dimensioni variabili – ph Debora Hirsch

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?

Non mi soffermo tanto a pensare al sistema dell’arte contemporanea. Per quanto mi riguarda, mi interessa l’eccellenza intellettuale, bellezza, idee, tutto il resto è noia pura e mi interessa relativamente.
Non credo si possa parlare di un sistema dell’arte come un meccanismo compatto, credo piuttosto a un organismo senza forma che si adegua nella maggior parte del tempo ai più bassi e semplici standard con un’alta indulgenza verso se stesso.

Che domanda vorresti ti facessi?

Perchè arte oggi?

Diverse risposte possibili, una per me essenziale è l’ideale oggettificazione dell’alcune volte deliberatamente dimenticata contro forma della soggettività immediata e randomica del pensiero.

www.deborahirsch.com

www.donotclickthru.com

Immagine di copertina: Ritratto Debora Hirsch – Alberto Tedeschi


Intervista a cura di Alberto Pala per FormeUniche