Chantal Joffe, dalla tela al cuore

Un dolce profumo. Difficile descrivere l’avvolgente aroma che invade l’animo attraverso le narici, pochi istanti dopo essere entrati nei candidi spazi milanesi della Galleria Monica de Cardenas. Secondo Luca Vitone, il profumo stesso è una scultura, va vissuto come tale. In questa sede diviene, forse, involontaria parte dell’esperienza estetica. Alle pareti vivono, in un’isolante continuità, recenti opere realizzate da Chantal Joffe. Dipinti e pastelli creano un’atmosfera delicata e diffusa, generano uno stato di intima e calma quiete nella quale poter comprendere e affezionarsi con serenità ai personaggi ritratti. I soggetti, quasi tutti femminili, appaiono famigliari: donne, ragazze e poi fanciulle vengono riprese quasi di nascosto, nel loro procedere quotidiano. Al primo impatto, sembra che il mondo di celluloide catturato da Nan Goldin si sia lasciato manipolare dal talento della pittrice statunitense per farsi più tattilmente vicino a noi. Le atmosfere si fanno più pastose e artigianali ma la sottile vena di malinconia non scompare, si mostra in maniera più sfumata ma non meno perturbante.

 Chantal Joffe
Esme in a Striped Dress, 2017 – pastel on paper cm 30 x 40, framed cm 38 x 48 – courtesy Galleria Monica De Cardenas, Milano

Lontanissimo da questo universo quello prodotto dal più anziano Alex Katz, soggetti e tagli potrebbero apparire simili ma le realizzazioni dell’operatore estetico di Brooklyn non fuggo mai da un preciso senso di iconicità dal particolarissimo gusto Pop. Le donne di Katz sono sempre delle dive anche se fanno le massaie, sono perfette per il mondo della pubblicita. Le donne di Chantal Joffe sono, al contrario, ricche di una profonda e delicata sensibilità che non giunge mai davvero fino a noi. Inutile provarci, non penetreremo mai nei loro più reconditi pensieri, non capiremo mia, nonostante l’esasperata prossimità, tutto ciò che stanno provando.

Nata il 5 ottobre del 1969 nel Vermont, Chantal Joffe oggi vive e lavora a Londra conducendo un’interessantissima ricerca pittorica che l’ha portata ad abbandonare le esuberanze bulimiche dell’universo artistico degli anni Ottanta per giungere verso l’affettuoso ritorno al pennello e alle persone dei nostri giorni. Se Michael Borremans può essere considerato il farò che ha condotto in porti sicuri questa nuova volontà figurativa, profondamente legata al “ritorno” verso una figurazione più intima e profondamente espressiva, la più giovane pittirice statunitense si fa portavoce di quella componente femminile che nell’arte è sempre esistita al di là di ogni visione riduzionista o maschilista. Nelle tele di grande formato l’imponenza del soggetto e l’invasività del pigmento non vincono mai la soggettività della persona rappresentata, si trasformano in maschera per comunicare e difendere dalla vita.

 Chantal Joffe
Chantal Joffe, 2017 – installation view – courtesy Galleria Monica De Cardenas, Milano

L’umanità raccontata, nelle opere di formato contenuto presenti a Milano, esprime l’animo della loro autrice, presentando un mondo fatto di prossime lontananze, delicate carezze e sentimenti inattesi. Nello spazio protetto, dove il bianco totale avvolge e fa perdere la via di uscita, Chantal Joffe può abbandonare i suoi mezzi di espressione più duri e aprire libera la sua volontà lirica, per creare preziose, piccole opere affettuose che si possono fare letteralmente più strette e vicine al cuore.

Marco Roberto Marelli

 

CHANTAL JOFFE

28 settembre – 25 novembre 2017

GALLERIA MONICA DE CARDENAS – via Francesco Viganò, 4 – Milano

www.monicadecardenas.com

Immagine di copertina: Chantal Joffe, 2017 – installation view – courtesy Galleria Monica De Cardenas, Milano