Galleria Castiglioni apre la stagione espositiva con la mostra ROCK WHORE SHOW 3, personale di Adriano Costa (São Paulo,1975), visitabile fino l’8 novembre a Milano.
Adriano Costa è un uragano visivo, lo spazio della galleria è totalmente colonizzato dalle opere, l’ambiente espositivo è totalizzante. Lo spettatore è bombardato da molteplici situazioni: ogni disegno, fotografia o installazione ha un suo mondo, governato da regole comuni. Le pareti sono incastonate di questi racconti, che convivono gli uni con gli altri, creando una euritmia che dà energia ai lavori. La mostra risulta un racconto corale, non ha un vero e proprio tema comune, è frutto dell’esperienza del suo creatore, i pezzi mostrati si districano tra nonsense e ricordo. L’ironia scandisce la narrazione, prendendo a prestito tracce di realtà, lasciandoci captare di essa solo pochi residui.
Le opere si diramano verso più temi, le parole e i prodotti di massa collocati dall’artista portano lo spettatore a riflettere. Le narrazioni scorrono una dopo l’altra, si viaggia nei ricordi e nelle esperienze dell’artista. I momenti rievocati hanno un aspetto criptico, non si presentano in maniera totale per come sono stati vissuti, prendendo anche una piega surreale e umoristica che, di fatto, rivela una tensione di fondo. Um Agamemnon è il packaging di un Iphone che viene mostrato smontato, in questo modo ricorda la famosa maschera funeraria di Agamennone. Un oggetto apparentemente neutro viene legato a una delle rappresentazioni più celebri della morte, investito di senso di ansia tramite un’azione giocosa.
La materia gioca un ruolo portante, gli oggetti che l’artista sceglie o recupera subiscono una mutazione parziale mentre una parte di essi continua a ricoprire il ruolo da sempre interpretato tramite la propria riconoscibilità, così da mantenere la propria connotazione di quotidianità. Nel lavoro MilanoDisko or U R M Katastrophé parte di questa vita è tracciabile, nonostante gli abiti dell’artista vengano inglobati con altri materiali in un unico arazzo, la loro riconoscibilità è in parte mantenuta, dando un respiro di ciò che erano e ora non sono più; in a Memorial / a Lake / a Question / my Patience / my Trousers or From Here to No Where accade lo stesso. Una componente che potenzia questi lavori è il rapporto che l’artista ha con gli oggetti, la trasformazione passa tramite il contatto e il consumo, diventa parte dell’esperienza.
Ogni opera è un sistema di oggetti attentamente studiati e vissuti per creare un rapporto empatico e allo stesso tempo un trauma con lo spettatore. Le scelte perpetrate dall’artista risultano essere, per la maggior parte delle volte, spiazzanti, riuscendo così a destabilizzare chi guarda e a creare un contatto intenso. L’ironia, onnipresente nell’esplosione, disvela le problematiche che le singole opere vogliono trattare; senza portarci in una direzione precisa, l’artista si astiene da ogni giudizio. I lavori si muovono su piani diversi, pur cooperando gli uni con altri. ROCK WHORE SHOW 3 è uno spaccato di mondo che si mostra come un viaggio nella memoria per andare a scovare l’intimità di ciascuno di noi legata agli oggetti e ai rapporti con gli altri.
Viola Morini
Adriano Costa
ROCK WHORE SHOW 3
24 settembre – 08 novembre 2019
Castiglioni – Via Vincenzo Gioberti, 1 – Milano
Instagram: castiglioni___
Instagram: adrianocostaluis
Caption
Adriano Costa, ROCK WHORE SHOW 3 – Installation view at Castiglioni, 2019 – Courtesy Castiglioni, Milano, São Paulo, ph Filippo Armellin