5Q to ERRATUM

Raccontaci del vostro project space, quando è nato, chi fa parte del team e da quali idee si è sviluppato il progetto.

Steve Piccolo: Lo spazio esiste da più di un anno. Nasce con l’idea di avere un luogo per condurre e condividere ricerca soprattutto sul rapporto tra suono e linguaggio (poesia sonora), suono e arte visiva, e tutte le manifestazioni di quella che oggi è  comunemente chiamata “sound art”.

Qual è la vostra mission? Quali obiettivi per il futuro?

Steve Piccolo: Vogliamo avere un luogo aperto per l’ascolto, soprattutto di materiali registrati d’archivio, cercando di presentare rarità altrimenti introvabili e esperimenti contemporanei inediti, consapevoli del fatto che ascoltare opere sonore a casa propria, spesso via computer, è molto diverso che ascoltare gli stessi suoni in un luogo “deputato” e con la compagnia di altri attenti ascoltatori.

Quali progetti avete sviluppato finora, con quali artisti avete lavorato e che ambito della sperimentazione prediligete all’interno del vostro spazio?

Steve Piccolo: Oltre le cose indicate nelle precedenti risposte, abbiamo presentato una serie di profili di personaggi importanti per l’evoluzione di queste forme d’arte nel secolo scorso, scoprendo ed eseguendo (noi o con altri musicisti) lavori inediti, a volte con l’aiuto degli eredi degli artisti presi in considerazione. Quest’attività continuerà in futuro; la lista, anche di figure misconosciute o trascurate dalla critica, è molto lunga: Alvin Curran, Elliott Sharp, Brunhild Meyer Ferrari, Fritz Hauser, Lisetta Carmi, Giancarlo Schiaffini, Silvia Lelli, Roberto Masotti, gli eredi di Pietro Grossi e molti altri.



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In Italia sta sorgendo una rete sempre più fitta di project space, secondo voi da quali esigenze nasce e che prospettive future avrà questo fenomeno?

Steve Piccolo: In generale, il fenomeno dell’arte relazionale e/o partecipata richiede spazi non-commerciali e aperti, anche se questo atteggiamento è diventato anche una moda, e a volte nasconde intenzioni che forse non sono tanto trasparenti. Soprattutto per quei linguaggi che sono meno mercificabili, è importante che ci siano spazi dove poter sperimentare senza essere condizionati dal mercato o dalle mode.  

Erratum è tra i project space milanesi che faranno parte di SPAZI 2018, volete raccontarci il progetto che presenterete durante i giorni del festival?

Sergio Armaroli: Per l’occasione verrà presentato il nostro nuovo progetto di arte radiofonica, sperimentazione testuale e sonora Listen2 che potrà essere ascoltato nello spazio di Erratum come una radio pubblica e un archivio sonoro aperto. Si tratta di lavori sonori miei e di Steve Piccolo, estranei a qualsiasi definizione di stile o genere ma concentrati sulla parola e sul suono come segno quale elemento significante elaborando un’idea dell’ascolto come processo ed esperienza attorno al linguaggio. Listen è la radio “ideale” di Erratum: un’idea di radio all’interno di un percorso ideale di ascolto e di interior listening. Il tutto sarà accompagnato da alcuni miei frammenti oggettuali e scritturali e da una esposizione di lavori fotografici in overwriting di Steve Piccolo tratti dalla serie The Audience of The End, the End of the Audience che saranno contenuti nel booklet del Cd.

a cura di Irene Angenica


www.erratum.it

Facebook: Erratum: what is the place for sound art?


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Veduta di spazio Erratum about Sound| Visual| Text – Courtesy Erratum, ph. Beatrice Buzzi.