Five Questions for Stefano Serusi

Stefano Serusi è nato ad Alghero nel 1980. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Sassari, oggi vive e lavora a Milano. Il suo è un fare elegante e concettuale, le opere occupano in maniera educata lo spazio e sono spesso generate attraverso interventi minimi che modificano profondamente l’ambiente. Un pensiero ricercato si interroga sul nostro essere al mondo, sui luoghi da noi occupati, variando dalla dimensione di condivisione pubblica al chiuso di uno spazio di lavoro dove fare, essere e pensiero interagiscono fra di loro. Gesti minimi e leggeri, mai tragici, conducono alla scoperta di un mondo profondo che si fa prossimo e lontano dalla distratta e chiassosa apparenza delle cose.


Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?

Innanzitutto trovo molto interessante nella domanda il concetto di fare l’artista, che inquadra questa come una professione che viene esercitata, rispetto al più retorico essere artista.

Direi da dieci anni esatti, finita l’Accademia e con un progetto molto impegnativo, ospitato da un’università, per cui gli artisti invitati hanno presentato delle opere permanenti e delle lecture sul proprio lavoro. Prima ci sono state le classiche esperienze da studente.

Differenze, per quanto riguarda me, a volte non ne vedo, forse non avendo mai perseguito una coerenza formale nella mia ricerca, analizzando questi dieci anni nel loro insieme, trovo più facilmente approcci ricorrenti, mentre, guardando a un periodo più breve, mi percepirei più caotico.

Attorno a me invece trovo che sia cambiato essenzialmente il modo di esporre e fruire le opere, ora esistono molte più modalità e tipologie di spazi.

Stefano Serusi
Guardaroba, 2017. Tessuto, bottoni dorati, grucce, bambù. Veduta dell’allestimento presso Museo Casa Manno, Alghero – Courtesy l’artista, ph Luca Tavera

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?

Le tematiche che mi interessano sono esclusivamente d’ambito umanistico. Mi piace il modo in cui l’arte può suggerire uno stile di vita, e nel mio lavoro indago delle situazioni particolari per cui immagino spazi, oggetti e azioni. Tra le situazioni che mi interessano ricorre un’immagine dell’estate in cui il nostro corpo ritrova il rapporto con gli elementi naturali, un tema che a volte accosto o contrappongo a quello del lavoro. Sicuramente legato al tema del lavoro è quello dello studio, inteso come spazio fisico per scrivere, pensare, etc. Ho realizzato, per diverse mostre, dei (non so come chiamarli) mobili da studio che richiamano l’idea di uno spazio in cui isolarsi e svolgere una determinata attività legata al pensiero.

Mi sono soffermato su quest’ultimo tema perché, come riferimento a un’attività tipicamente individuale, si contrappone al progetto più recente che riguarda invece la creazione di luoghi di riunione, ispirati a quelli della storia sarda. Mi piacerebbe raccogliere in un unico spazio, perché possano essere messe a confronto, delle forme architettoniche che riproducano questi spazi di riunione. In certi luoghi della Sardegna convivono come nel caso di alcuni santuari che racchiudono chiese e resti di capanne nuragiche.

Come ti rapporti con la città in cui vivi?

Ancora con quotidiana curiosità.

Stefano Serusi
Words and pictures, 2017 – Cartolina, nastro Dymo, cm. 15 x 10,6 – Courtesy l’artista

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?

Penso che rispecchi molto, e più di quanto si creda, un normale ambiente di lavoro, nel quale però, all’apparenza, i ruoli sono più rarefatti. Anche a seguito della crisi economica, credo ci sia stata una positiva frammentazione, cambiando e aumentando i modi e gli spazi di fruizione la percezione è quella che coesistano più sistemi. All’interno del segmento di cui faccio parte, che riguarda la città di Milano, come fattore positivo ho visto, a seguito di questi cambiamenti, diverse persone ricevere riconoscimenti adeguati al loro impegno.

Che domanda vorresti ti facessi?

Credo che mi abbia già dedicato sufficiente attenzione.

www.serusi.tumblr.com

Immagine di copertina: Stefano Serusi – Courtesy l’artista


Intervista a cura di Marco Roberto Marelli