Il passato 12 aprile sono stati annunciati i vincitori del più importante e prestigioso premio fotogiornalistico al mondo, il WORLD PRESS PHOTO 2018 al quale segue una mostra itinerante che visiterà più di cento città in tutto il mondo. In Italia è già visitabile contemporaneamente al Palazzo delle Esposizioni di Roma e a Bari presso lo Spazio Murat. Le prossime tappe saranno Milano e Venezia, mentre per vederla a Ferrara e a Gavoi si dovrà aspettare l’autunno.
Il WPP è un’organizzazione no-profit con sede ad Amsterdam che si dedica alla sensibilizzazione e all’educazione del storytelling fotografico e, dal 1955, indice un concorso per premiare le migliori foto giornalistiche dell’anno. In questa sesantunesina edizione si sono viste parteci più di 73.000 opere di 4.500 fotografi provenienti da 125 Paesi e sono stati selezionati 42 vincitori suddivisi in otto categorie.

Il premio più ambito Photo of the Year 2018 è andato al venezuelano Ronaldo Schemidt, con uno scatto che ritrae un giovane avvolto dalle fiamme e dal volto coperto che, durante una manifestazione a Caracas contro il presidente Nicolás Maduro, aveva fatto esplodere un serbatoio di una motocicletta militare. Lo stesso autore ha dichiarato: “Sentì caldo, lo scoppio e mi girai. Non sapevo che cos’era, vidi solo che una bolla di fuoco veniva verso di me. La seguì, scattando con la mia camera senza fermarmi, sentì le sue urla e fù allora che capì che cosa era”.
La giuria ha giustificato la scelta lodando l’emozione catturata (valsa al fotografo anche il primo premio nella categoria Spot News – Scatti singoli) e aggiungendo: “Questa persona ha una maschera sul viso. L’immagine non rappresenta più solo quest’uomo in fiamme, ma l’idea stessa del Venezuela incendiato”.
La mostra espone foto che, per la maggior parte, sono immagini che non vorremmo vedere: rappresentano la tragica cronaca del mondo, con le sue guerre, i suoi mutamenti climatici, i suoi contrasti sociali e culturali, dove i protagonisti sono principalmente l’uomo e la natura.
Si trattano temi come l’esodo e il genocidio di Rohingya, l’attacco terroristico avvenuto a Londra il passato 22 marzo 2017, il conflitto nel Mosul, ma anche il cambio climatico e le sue conseguenze nella Isola Halifax, Namibia, o la ripopolazione “aggressiva” dell’Aquila calva negli Stati Uniti d’America.
Questi scatti vanno oltre all’essere semplici istantanee della realtà, diventano simulacro della singola storia di ogni individuo raffigurato: ci parlano di quello che gli è successo e di quello che stanno vivendo, ci fanno risuonare emozioni che fanno riflettere, domandare, indagare, fino a scoprire qualcosa che forse prima si ignorava o che si pensava come molto lontano.

Nell’epoca dove chiunque possiede un telefono cellulare con una fotocamera integrata e dove la pratica di “raccontare storie” è parte del nostro vissuto quotidiano, la professione del fotogiornalista acquisisce un valore decisivo: il sapere cogliere l’essenza di una storia, a prescindere che sia una “buona” immagine, per trascinarci dentro la vita della gente e alle loro “battaglie”.
Marco Tondello
WORLD PRESS PHOTO 2018
10B Photography
27 Aprile – 27 Maggio 2018
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI – Via Nazionale, 194 – Roma
CIME (Culture e Identità Mediterranee)
28 Aprile – 27 Maggio 2018
SPAZIO MURAT – Piazza del Ferrarese – Bari
Immagine di copertina: Ronaldo Schemidt – Venezuela Crisis (3 Maggio 2017) – Courtesy Ronaldo Schemidt, Agence France-Press