ventunesimo è un programma internazionale di residenza d’artista che si tiene in Piemonte, nel comune di Occhieppo Inferiore (BI). Gli artisti ospitati hanno la possibilità di sviluppare la loro ricerca confrontandosi con il contesto e con le opere di chi li ha preceduti grazie a un format che lega le edizioni attraverso una ricca attività di mostre e pubblicazioni.
Fra le difficoltà e le variazioni resesi necessarie dalla pandemia in corso, ventunesimo ha da poco inaugurato ventunesimo exhibit – indagini tra immaginari e materia, mostra a cura di Carlotta Clerici e Giulia Perrucci, realizzata in collaborazione e presso BI–BOx Art Space a Biella. Per l’occasione abbiamo dialogato con il direttivo artistico del progetto di residenze composto da Carlotta Sofia Grassi, Francesco Pavignano e Tommaso Valli.
Come nasce ventunesimo e in che modo si è dovuta adattare ed evolvere la vostra idea di residenza a causa del difficile contesto in cui oggi ci troviamo?
ventunesimo nasce a Occhieppo Inferiore, nel biellese, dove due di noi sono cresciuti. Abbiamo iniziato a pensare a un progetto di residenza d’artista quando la Pro Loco del paese ci ha chiesto di assumere la direzione artistica del Simposio di Arte Contemporanea che l’associazione ha organizzato a Occhieppo per vent’anni. E così, guardandoci attorno per capire in che direzione andava il mondo dell’arte contemporanea, abbiamo optato per la formula attuale: tre settimane di residenza improntata alla ricerca artistica, un anno per sviluppare l’embrione di progetto concepito in questo periodo, con l’aiuto da remoto di un team curatoriale, e una mostra finale in cui presentare i risultati che tali ricerche hanno prodotto. Anche quest’anno avremmo dovuto selezionare cinque artisti per la residenza 2020, ma l’incertezza derivante dalla pandemia di COVID-19 non ci ha permesso di programmare l’open call. Abbiamo valutato l’organizzazione di una residenza online, ma ci è sembrata subito una strada non percorribile per un progetto come il nostro che trova nella presenza degli artisti sul territorio una componente fondante. Abbiamo quindi richiamato gli ospiti dell’edizione 2019, aggiungendo un tassello importante nel rapporto tra artista e territorio: l’allestimento collaborativo delle opere e la presentazione dei lavori alla comunità locale con gli artisti presenti durante i giorni di inaugurazione. Per noi è stato come chiudere un ciclo.
L’eccezionalità dell’anno in corso è quindi stata anche un’occasione per sperimentare una variazione al format del progetto su cui rifletteremo appena si concluderà ventunesimo exhibit.
Ogni anno il comune di Occhieppo Inferiore diventa casa per cinque artisti. Quanto la scelta di questo territorio influenza i vostri ospiti e quale importanza date al coinvolgimento della popolazione locale in un contesto culturale internazionale sempre più aperto a format diffusi.
Crediamo che la costituzione di una comunità informale temporanea, come è quella che si sviluppa tra artisti e popolazione locale, sia durante la residenza sia durante il periodo della mostra, costituisca uno dei noccioli di ventunesimo. Il ruolo della Pro Loco e il suo radicamento sul territorio sono per gli artisti un grande aiuto a entrare nelle dinamiche e nel tessuto sociale che li ospita. Viceversa, gli artisti arricchiscono il territorio, interagendo anche attraverso le loro pratiche.
Il biellese è un territorio che ha conosciuto una grave crisi economica e sociale ed è tutt’ora in fase di disabitazione: le persone, soprattutto giovani, si spostano per mancanza di lavoro nelle vicine Torino e Milano, e l’età media si alza. Si tratta quindi di un contesto che ben rappresenta la crisi che sta investendo l’Occidente e che necessita, a parer nostro, di discorsi che abbraccino un approccio olistico.
La Pro Loco di Occhieppo Inferiore si è poi direttamente occupata degli aspetti logistici legati alla permanenza degli artisti sul territorio, dell’organizzazione di eventi nel rispetto delle attuali norme anti-covid e del coinvolgimento della cittadinanza alla manifestazione. Il nostro è quindi un ecosistema che tenta il più possibile di indirizzarsi verso un’orizzontalità all’interno della quale i ruoli sono distinti in base a desideri e competenze. È un progetto partecipativo a tutti gli effetti.
Residenza – pubblicazione – mostra. Il vostro progetto si apre a differenti modalità di condivisione e documentazione. A cosa si deve questa scelta?
Con tali differenti modalità ci poniamo iterativamente di fronte alla dicotomia che sta alla base di ventunesimo: processo e prodotto. La residenza dà la possibilità agli artisti di concepire una ricerca, un nuovo progetto, e la pubblicazione, la fanzine ventunesimo, tenta di fotografare la fine di tale residenza: ciò che esiste nel preciso momento in cui gli artisti lasciano Occhieppo e tornano nei luoghi dove risiedono, le riflessioni, le ispirazioni, la materia scaturita dalle tre settimane passate a stretto contatto. È una pubblicazione che si pone il difficile scopo di immortalare un soggetto in continuo movimento, che è la stessa pratica artistica. Questa “fotografia in itinere” del processo artistico assume per noi una valenza importante perché ventunesimo è anche il tentativo di rallentare i tempi della produzione artistica, rendendo gli stimoli ricevuti digeribili dagli artisti anche una volta lontani dal territorio in cui la residenza si svolge, nelle loro case e nei loro contesti abituali, senza l’obbligo di giungere immediatamente allo stadio finale dell’opera, focalizzando l’importanza sull’aspetto processuale. Dall’inizio abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto gli artisti avessero tempo per pensare, camminare, leggere, che avessero tempo appunto.
ventunesimo exhibit, infine, segna una cesura in questo quadro, il punto in cui il processo si trasforma in un’opera considerata conclusa. Tutto ciò punta a valorizzare e a rendere fruibile l’interezza del processo artistico scoccato con l’inizio della residenza.
Fino al 4 ottobre, presso BI-BOx Art Space a Biella, si potrà visitare ventunesimo exhibit – indagini tra immaginari e materia, progetto curato da Carlotta Clerici e Giulia Perrucci che presenta i lavori di Anika Roach, Shih-Yen Chan, Francesco Cardarelli, Henry Bradley e Ricardo Guimarães, artisti che hanno partecipato all’edizione 2019 di ventunesimo. Cosa vi ha maggiormente colpito in questa mostra?
La presenza stessa delle opere in mostra è stato per noi motivo di grande soddisfazione. Per un progetto come il nostro, nel quale gli artisti non hanno obblighi riguardo la presentazione dell’opera nella sua forma conclusiva e nel quale vengono seguiti per un anno a distanza dalla fine della residenza, il rischio di dispersione è comunque presente. Nel caso di ventunesimo exhibit, gli artisti hanno espresso il desiderio di proseguire il progetto, accordando fiducia a un legame che è prima di tutto umano. Questo porta allo spirito dei lavori esposti. Conoscevamo i dettagli dei progetti a cui gli artisti stavano lavorando con le curatrici, ma solo quando abbiamo finito di allestire lo spazio abbiamo potuto apprezzare l’onestà di ogni singolo lavoro e l’intenzione di non blandire lo spettatore, ma di responsabilizzarlo, di portarlo a connettersi con le opere attraverso una volontà attiva. Come conseguenza, i visitatori stanno dimostrando grande disponibilità verso i progetti esposti; disponibilità a farsi trasportare e coinvolgere dai lavori, alcuni dei quali toccano le sfere intime degli artisti, rispecchiandosi di conseguenza negli spettatori. Molti degli artisti hanno sperimentato nuovi linguaggi espressivi, ragionando sulla forma più adatta a veicolare il contenuto, scardinando le loro stesse formule per potersi aprire a pratiche che portassero a un’evoluzione nella ricerca di ognuno. Questo è un rimando per noi importante perché rafforza la nostra convinzione secondo cui concedere tempo di maturazione alle ricerche, rallentando, è vitale.
ventunesimo è un progetto di residenze a vocazione internazionale: quali secondo voi le più interessanti correnti di ricerca artistica della nostra contemporaneità e come i giovani artisti posso trovare un modo per comunicarle al grande pubblico.
Non vogliamo evitare la domanda, ma lasciamo etichette e definizioni a chi è più esperto di noi.
Sentiamo però nell’arte contemporanea emergente un’urgenza di fondo: costruire e raccontare nuovi modi di relazionarsi, legami profondi e informali, globali ma allo stesso tempo quasi tribali, slegati da logiche strutturali. Leggendo riviste, “scrollando” Instagram, andando a mostre, incontrando diverse persone e contesti, possiamo scoprire la libertà di giovani artisti, impegnati ad esprimere concetti nuovi, non legati a sistemi né derivati da controculture ma quasi “pre-culturali”, fondamentali per riconciliare generi, classi, categorie, discipline, specie e perfino ecosistemi. Si tratta di un’attenzione particolare al momento presente, nelle cui smagliature passato e futuro convivono e si compenetrano in una fluidità costruttiva e non disgregante.
Arrivare al grande pubblico è invece sicuramente complesso, e dipende da molte variabili la cui maggioranza non è nel controllo di un giovane artista. Di certo aiutano open call, residenze, concorsi e così via, oltre a Instagram, che è ormai uno dei luoghi privilegiati in cui si espone arte contemporanea. In generale, ci viene da dire “controlla ciò che puoi” e rendi la tua pratica onesta e generosa, tentando di costruire un solido corpo di lavoro: un obiettivo spesso più stimolante rispetto a quello di arrivare al grande pubblico.
A cura di Marco Roberto Marelli
Anika Roach, Shih-Yen (Corrine) Chan, Francesco Cardarelli, Henry Bradley e Ricardo Guimarães
VENTUNESIMO EXHIBIT – indagini tra immaginari e materia
A cura di Carlotta Clerici e Giulia Perrucci
11 settembre – 04 ottobre 2020
Un progetto di ventunesimo in collaborazione con Associazione Turistica Pro Loco di Occhieppo Inferiore e BI-BOx Art Spacea
BI-BOx Art Space c/o Palazzo Ferrero – Corso del Piazzo, 25 – Biella
Instagram: biboxartspace
Instagram: ventunesimo
Caption
Carlotta Sofia Grassi, Francesco Pavignano e Tommaso Valli – Courtesy ventunesimo
VENTUNESIMO EXHIBIT – indagini tra immaginari e materia – Exhibition view, BI-BOx Art Space c/o Palazzo Ferrero, Biella, 2020 – Courtesy ventunesimo
Anika Roach, Shih-Yen (Corrine) Chan, Francesco Cardarelli, Henry Bradley e Ricardo Guimarães – Courtesy ventunesimo
VENTUNESIMO EXHIBIT – indagini tra immaginari e materia – Exhibition view, BI-BOx Art Space c/o Palazzo Ferrero, Biella, 2020 – Courtesy ventunesimo