That Feeling è il titolo della nuova mostra collettiva che Eduardo Secci Contemporary ospiterà a Firenze fino al 12 novembre. Per inaugurare il nuovo anno di progetti, la galleria ha deciso di scommettere sui giovani. Di fresca età sono infatti i dodici artisti in mostra, tutti nati negli anni Ottanta, così come il curatore, Domenico de Chirico, trentenne, ex docente allo IED di Milano e contributor per molte riviste d’arte internazionali, tra cui Art Viewer, We Find Wildness e Aujourd’hui.
Il concept dell’esposizione è di matrice classica e si fonda sul principio dell’ars est artem demonstrare, in altre parole sul connubio tra intuizione ed espressione, due termini inscindibili tra loro tanto che non sarebbe possibile intuire senza esprimere e viceversa. L’arte che è percepita, esperita ed espressa soggettivamente è dunque il principio fondante della mostra cui si accompagna, però, un altro tema di estrema attualità: l’indagine sulle nuove e provocatorie modalità di espressione artistica. Citando la tendenza Color Field sostenuta dal critico d’arte Clement Greenberg, de Chirico definisce gli artisti in mostra un esempio della cultura pittorica figlia della Post-painterly abstraction, ossia di quella nuova forma di astrattismo basato sulla centralità del colore e sulla sua libertà e chiarezza espressiva. Le opere presenti nella sede espositiva toscana incarnano quindi un astrattismo post pittorico del tutto originale, i cui valori sono essenzialmente visuali, spaziali e atmosferici, ma anche nevrotici e gestuali.

Abbracciano questi criteri gli spazi pittorici aperti, nudi e astratti di Tamina Amadyar; il colore, la consistenza e il volume immersi in una dimensione di mondanità emotiva in Alice Browne; le superfici incontaminate e magicamente digitalizzate di Joshua Citarella; gli spazi per visioni alternative di Michael Debatty; le linee arrotondate, i colori tenui e le forme estremamente semplificate realizzate da Stephen Felton; gli spazi astratti e i caratteri, prima inventati, poi narrati, di Heather Guertin; le curve e le tracce che emergono fluidamente dalle tele di Hanna Hur, mediante l’utilizzo di strumenti da disegno e materiali tradizionali; i segni e gli impulsi legati alla grafologia e alla psicometria che si esibiscono in coreografie improvvisate nei dipinti di Sofia Leiby; le gesta emotive e interrotte nei quadri astratti di Alexander Lieck; gli interessi di Matthew Musgrave nel pensare attraverso la pittura, considerandone la natura mutevole ed espansiva; l’alfabeto inventato, gli algoritmi e le figure ibride presenti nei dipinti geometrici di Hayal Pozanti; le meditazioni intime e le distorsioni sensuali, tagliate, sbiadite, sottolineate e fantasticate sulle tele di Zoé de Soumagnat.

La mostra rappresenta una vera e propria sfida per la galleria sia per la scelta del curatore, alquanto rinomato all’estero e in Italia ma al suo esordio nell’esigente panorama fiorentino, sia per quella degli artisti, emergenti e poco noti sul nostro territorio. Una decisione senz’altro coraggiosa e in linea con la mission dello spazio espositivo che vuole scoprire e investire su artisti giovani, talentuosi e internazionali. L’obiettivo è ambizioso, tutto rivolto al lungo termine, e consiste nel voler arricchire il panorama dell’arte contemporanea, non solo fiorentino ma soprattutto italiano.

Firenze sembra aver compreso positivamente questo intento, tanto che all’inaugurazione della mostra il pubblico non è di certo mancato. Giornalisti, appassionati, collezionisti e ancora una volta moltissimi giovani visitatori (tra cui gli studenti della New York University) hanno riempito le sale della nuova sede di Piazza Goldoni 2 per avere la possibilità di ammirare le opere, intrattenersi con tre degli artisti presenti in quest’occasione (Tamina Amdyar, Zoe de Soumagnat e Michael Debatty) e dialogare direttamente con il curatore.
Valentina Anna Piuma
That Feeling
a cura di Domenico de Chirico
08 settembre – 12 novembre 2016
EDUARDO SECCI CONTEMPORARY – Piazza Goldoni 2, Firenze
lunedì – sabato: 10-13.30 | 14.40-19