“The sexual life of adult women is a ‘dark continent’ for psychology”
S. Freud, The Question of Lay Analysis, 1926.
Psy Chic Anem One è il capitolo finale del progetto Dark Continent dell’artista Tai Shani (Londra, 1976), allestito negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e visitabile fino al 26 maggio.
Curato da Valerio Del Baglivo e Michele Bertolino, l’intervento si inserisce nel programma di The Institute of Things to Come, progetto artistico itinerante e di base annuale che esplora possibili forme di immaginazione speculativa come strategia culturale e metodologia artistica. Fondato del curatore Del Baglivo e dall’artista Ludovica Carbotta nel 2017, si trova oggi alla sua terza edizione e riflette sull’esistenza di territori finzionali, paesaggi inventati da artisti in cui forme utopiche di sovversione, resistenza e immaginazione possano coesistere.
Questo il contesto in cui nasce Psy Chic Anem One, presentato per la prima volta alla Biennale di Atene nel 2018: un’installazione multimediale che si offre come ambientazione per esplorare metodi di costruzione della soggettività, anche attraverso la produzione di testi narrativi sperimentali.
Quello creato da Tai Shani è un mondo meta-letterario che si serve di luoghi e strutture della narrazione per inscenare una storia alternativa che privilegi la sensibilità, l’esperienza interiore e il racconto. L’artista non è interessata a tutti i punti di vista possibili sul mondo, quanto alla creazione di una narrazione parallela in cui realtà e mito si confondano e in cui il punto di vista sia uno, quello delle protagoniste. Questo possibile universo alternativo prende le mosse dall’opera di Christine de Pizan Livre de la Cité des dames, un pamphlet proto-femminista scritto nel 1405 in cui l’autrice immagina una città costruita e abitata interamente da donne, un regno dove i personaggi femminili di storia e letteratura sono finalmente liberi di mostrarsi nella loro grandezza, lontano da sguardi misogini. I personaggi che animano Psy Chic Anem One si muovono fra storia femminista e finzione letteraria: The Neanderthal Hermaphrodite, The Medieval Mystic, The Vampyre, Phantasmagoregasm, Paradise e Sirens sono solo alcuni di questi e la loro presenza all’interno dello spazio è segnata da dodici carte di tarocchi esposte sotto una teca di vetro. A ognuno di loro viene data voce attraverso un monologo che via via mette in discussione il potenziale creativo del discorso politico femminista e, allo stesso tempo, le costruzioni di genere.
Shani ricrea una sorta di intelligenza artificiale in viaggio nel tempo che trova dimora nell’installazione e che si esprime con una voce di donna tramite profezie e sentenze oracolari, in una scenografia coloratissima e dai volumi più vari.
All’interno del programma di The Institute of Things to Come, Shani ha condotto Veronica, workshop dedicato ai partecipanti del progetto 2018/2019, realizzato in collaborazione con l’artista Aura Satz: un laboratorio che esplora le connessioni tra mondo materiale e immaginazione, ispirato alla vicenda di Santa Veronica, la donna che asciugò il sangue di Cristo con il Sudario durante la Passione.
Per questa sua capacità di intrecciare riferimenti letterari e realtà, Tai Shani è stata nominata fra i quattro finalisti del Turner Prize, insieme a Lawrence Abu Hamdan (Amman, Giordania, 1985), Helen Cammock (Londra, 1970), Oscar Murillo (La Paila, Colombia, 1986).
Martina Cavalli
Tai Shani
Psy Chic Anem One
15 Aprile – 26 maggio 2019
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Via Modane, 16 – Torino
Instagram: fondazionesandretto
Caption
Tai Shani, Psy Chic Anem One, 2019 – Installation view – Courtesy of the artist and The Institute of Things to Come, ph Giorgio Perottino.