Quando si tratta di paesaggio si fa presto a ricondurre l’argomentazione alla facile retorica dell’arte e della natura; quasi fosse un ricostituente di tanto in tanto necessario per mettere tutti d’accordo e per alleviare le pene delle nuove tendenze, sempre più aperte e imbevute di nuove tecniche e nuove modalità di fruizione. Ebbene, non è così, poiché le tecniche ci sono sempre state, dai primitivi ai giorni nostri, spesso quando la cultura lo esigeva e il gusto della committenza lo desiderava, ancor più. Ci si dimentica spesso dei mutamenti del paesaggio, nobili o incestuosi che siano, provocati dalle dinamiche di insediamento e di utilizzo, come, d’altro canto, non ci si rammenta forse abbastanza delle facoltà sempre incerte della percezione che abbiamo dello stesso, sulla quale grava il compito di accogliere e, in qualche modo, comprendere e decodificare tali cambiamenti.
L’approccio varia e la “conquista della realtà”, osannata impropriamente da Ernst Gombrich nella sua Storia dell’Arte, lascia dunque il tempo che trova in quanto a rappresentazione. Credo che non avesse tutti i torti David Hockney quando, a un livello più generale, in conversazione con Martin Gayford, affermava che in verità «noi non siamo sicuri di come il mondo ci appaia. Molte persone pensano di saperlo, ma io no».
Il paesaggio diviene quindi l’incognita, la x sulla quale si rigetta l’attenzione, specialmente se soggetto a una involuzione naturalistica e spunto di una pratica artistica che su di esso fonda la propria indagine e la propria ricerca. In questa ottica Supertrama – mostra personale di Luca Coclite (1981, Gagliano del Capo), realizzata a cura di Enrico Camprini e fruibile fino al 14 marzo presso l’inaugurante spazio bolognese Marktstudio – prende spunto dall’esito innaturale del processo di desertificazione della costiera mediterranea del sud, causato in parte da politiche inadeguate e dal proliferare di un’industria turistica che mina l’equilibrio e lo status culturale.
Marktstudio, progetto ideato dall’artista Giuseppe de Mattia all’interno dei locali de Il Perimetro dell’Arte – un laboratorio e negozio di cornici situato nell’area cittadina denominata Manifattura delle Arti – interroga lo spazio espositivo, già di per sé spazio critico e progetto artistico, innescando un nuovo rapporto tra esposizione e vendita, entro i confini artigianali della bottega. L’intreccio si instaura dove il “contenuto” dell’arte e dei suoi sistemi torna a essere, per dirla con De Kooning, “a glympse of something”, “lo scorcio di qualcosa”, mentre il “tema”, parafrasando lo stesso Coclite, è in realtà una “trama”, quella superficiale del fico d’india, mediante la quale l’artista pugliese crea forme essenziali di un ecosistema certamente reale, modificando e intercettando esteticamente l’osservazione in maniera altalenante, tra riconoscimento e immaginazione.
Eppure: «cosa rivela l’osservazione di un paesaggio? Che sguardo adottare per decifrarne il mutamento, quali le sue implicazioni e conseguenze?» si domanda Enrico Camprini presentando l’esposizione. La fisionomia di una rappresentazione topografica ripercorre le fragili modifiche territoriali generate da «un’influenza antropica», secondo un metodo che non sovverte né cancella, ma si manifesta come «pratica di un continuo avvicinamento». Nell’arte è insita la sua storia, e non viceversa, poiché l’arte è il soggetto e il protagonista di un’esperienza estetica, complessa e affettiva.
Le opere di ascendenza pittorica e le documentazioni fotografiche nascono da una medesima matrice: l’ossatura “organica”, “reticolare” e “filiforme” del fico d’india è un elemento naturale che nell’economia di un paesaggio pare quasi un dettaglio, quando invece nel lavoro di Coclite raccoglie la rilevanza metaforica, oltre che politica e collettiva, di una chiave di volta. Del paesaggio assente di referenze esplicite sono marcate le tracce e le sovrascritture, l’imprinting formale di uno stencil vegetale “eyeballed” (riprendendo David Hockney) ovvero “visivamente scrutato”.
In occasione della mostra è stato presentato il libro Supertrama, primo volume del progetto editoriale L.T. – Libri Tasso a cura di Giuseppe de Mattia, Carlo Favero, Eleonora Ondolati. Edizione limitata in 30 esemplari, ognuno con un intervento unico dell’artista.
Luca Maffeo
Luca Coclite
Supertrama
23 gennaio – 14 marzo 2020
a cura di Enrico Camprini
Marktstudio – Via Don Giovanni Minzoni, 7/A – Bologna
Instagram: luca_coclite
Instagram: markt_studio
Caption
Luca Coclite, Supertrama – Installation View, Marktstudio, 2020 – Courtesy Marktstudio, ph. Carlo Favero
Supertrama, L.T. – Libri Tasso – Courtesy Marktstudio, ph. Eleonora Ondolati