Fino al 7 giugno si potrà visitare, presso gli spazi della White Noise Gallery, la mostra Supernova di Emmeu e Pietro Zucca a cura di Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti. Una rarità, per la galleria romana, la scelta di una doppia personale, poiché i suoi spazi ospitano solitamente mostre di singoli operatori estetici oppure grandi collettive aventi come tema un unico oggetto (famosa l’esposizione Any given post-it dove 60 artisti si sono confrontati sull’utilizzo di questo oggetto così quotidiano e semplice, ma ormai diventato un’icona).
Supernova si suddivide su due piani, uno per artista, ma sin dal primo sguardo si nota come Emmeu e Zucca abbiano deciso di contaminarsi reciprocamente, sfondando i limiti delle proprie opere ed entrando l’uno in quelle dell’altro. Il risultato è un’esposizione interamente allestita site-specific, dove le linee delle geometrie di Emmeu varcano i limiti della tela per appropriarsi dello spazio della galleria, correndo sui muri e sui pavimenti, fino a ricongiungersi alle sculture di Pietro Zucca. Proprio da questa volontà di varcare i confini dell’opera e di lasciare una scia si evince il tema della mostra: la supernova, evento astronomico in grado di generare una luce osservabile a galassie di distanza. Partendo da questo concetto, gli artisti hanno lavorato ad opere che sono il risultato di una deflagrazione di forme bidimensionali (Emmeu) o tridimensionali (Pietro Zucca) nello spazio.
Emmeu (Latina, 1985) è street artist. La sua ricerca è incentrata sulla geometria, con una visione artistica che spazia dalle realtà labirintiche di Escher ai mandala orientaleggianti del gruppo Cryptik. Le sue supernove sono solidi in espansione, dipinti rigorosamente a mano libera su tela o sua tavole di legno. Tutte le sue opere nascono da un nucleo che diventa un modulo (un angolo, un cubo o altri parallelepipedi) che cresce come per mitosi cellulare. I suoi quadri sono dei fermo immagine di esplosioni in cui le linee di luce amplificano, attraverso una sorta di effetto doppler, la sensazione di osservare uno spazio dinamico e in continuo movimento, proprio come l’Universo.
Pietro Zucca (Desenzano, 1982) è scultore. La sua ricerca passa attraverso l’architettura e lo studio del rapporto tra paesaggio e gesto dell’uomo. Le sue opere in legno e ferro sono sospese e riempiono lo spazio dando l’illusione di poter vincere la gravità. La scelta delle forme è guidata da logiche antiche. I canoni compositivi della scultura greca e il rigore scientifico delle composizioni suprematistiche creano esplosioni geometriche ordinate. La parte in legno delle sue sculture-installazione è lavorata a mano con grande perizia, creando giunture innaturali e levigature inconsuete, che a prima vista sembrano reali ma che a ben osservare si discostano dalla realtà. Rimaniamo spaesati davanti a queste sculture dove si celebra un matrimonio tra le linee nette, precise e spigolose, della parte in ferro, e le linee sinuose e lisce, della parte in legno, tra artificio e natura, tra caldo e freddo, tra rigore e unicità.
Supernova ha così centrato l’intento dei galleristi e curatori della mostra, Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti: il visitatore è immerso in uno luogo in cui le geometrie e le linee sono in continua espansione nello spazio.
Irene Finiguerra
EMMEU – PIETRO ZUCCA
SUPERNOVA. GEOMETRIE IN ESPANSIONE TRA SCULTURA E STREET ART
a cura di Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti
7 maggio – 7 giugno 2016
WHITE NOISE GALLERY Via dei Marsi, 20/22 – Roma