Antibiologia e stratificazione: Scala Naturae di Francesca Ferreri

C’è una villa seicentesca nel cuore dei campi che costeggiano le ramificazioni dei Navigli Milanesi. Una residenza appartenuta alla famiglia Corio. Abbandonata ma non dimenticata. Villa Corio Rusconi è infatti stata abitata per poco tempo ma oggi, l’imponente costruzione di campagna, ritorna a vivere grazie alle opere di Francesca Ferreri.

Istallate nelle due sale del pian terreno, le sculture dell’artista classe 1981, vincitrice del premio ArteCa Premio Arte Rugabella, si dispongono libere nello spazio dialogando con gli affreschi scrostati dei soffitti barocchi.
Sono oggetti che dell’affresco hanno l’anima, nati dall’interesse dell’artista verso la pratica del restauro: stratificazioni di stucco, gesso, sabbie e pigmento realizzati per accumuli.
Il processo, assunto a metodo e allo stesso tempo a tematica, è quello dello scontro con un limite formale proveniente da una pratica similare a quella della creazione delle grottesche: dove lo spazio influenza la forma e la determina.
Gli assemblaggi di Francesca Ferreri, nati dopo un periodo di residenza ad Amsterdam, si mostrano come il sovrapporsi di superfici rivolte a creare quella Scala Naturae, che dà il titolo al percorso espositivo curato da Fabio Carnaghi. Un susseguirsi di livelli che nel rinchiudere oggetti provenienti dall’ambiente quotidiano, appena visibili nel mezzo delle strutture create sopra di essi, si fanno rivelatori di quella pratica processuale che dal dettaglio prende avvio per la ricostruzione della memoria compositiva.

Francesca Ferreri
Scala Naturae – exhibition view – courtesy dell’artista e galleria Alberto Peola, ph Paolo Cagliero

Distruggendo il consueto approccio biologico alla realtà dell’essere, visto come successione di categorie significanti, le quattro serie di Francesca Ferreri, distinte nei materiali ma similari nella costruzione e nella lavorazione, intitolate rispettivamente Progressioni, Eterocronie, Lamp e Fuzzy Traces, invadono libere lo spazio espositivo senza una volontà mimetica, cercando invece una diffusione casuale.
Le opere si dispongono infatti nei due ambienti, evitando l’espressione di un qualsiasi significato simbolico che vada oltre l’affermazione dell’autonomia della scultura stessa come condensatrice di spazio e tempo.
La planimetria della sala diventa un continuum dove la distanza non è contemplata.
Gli spazi della villa, che rimandano all’antico, diventano contemporanei grazie ad assemblaggi il cui intento è quello di mostrare la possibile differenza di lettura di un oggetto consueto, snaturato a nuova presenza, coesistente con quella sua propria, ideale, d’uso canonico.

La forma, delimitazione di confini di estensione fisica, diventa ugualmente descrizione di una linea temporale i cui istanti si fanno indiscreti, distraendo l’attenzione, perché lo spettatore ricrei dalle presenze scultoree una serie di ricordi.
Sono strutture volte all’intento di colmare la lacuna.

Francesca Ferreri
Scala Naturae – exhibition view – courtesy dell’artista e galleria Alberto Peola, ph Paolo Cagliero

Partendo da un’idea derivata dal formalismo, come definito da Focillon, si passa a una definizione di arte come sistema di relazioni formali indipendenti da una visione biografica e tassonomica referente a una particolare iconografia.
Il tempo, come lo spazio, è occupato dagli oggetti esposti ma non è da essi delimitato e “solo la misura solare del tempo […] senza però alcuna teoria strutturale del tempo” (Kubler, La Forma del tempo) può definirlo. L’ambiente si modifica al variare della luce della nostra stella, passando da un mondo immerso nella luminosità solare filtrante dai finestroni del salone centrale di Villa Corio Rusconi, a un quasi goticheggiante ambiente adagiato sotto le luci dei grandi lampadari.

Sara Cusaro

FRANCESCA FERRERI

SCALA NATURAE

a cura di Fabio Carnaghi

27 novembre – 4 dicembre 2016

ARK – Cultural Property and Contemporary presso Villa Rusconi – Castano Primo (Milano)

Sito della mostra

Immagine di copertina: Scala Naturae – exhibition view – courtesy dell’artista e galleria Alberto Peola, ph Paolo Cagliero