Rumore dell’Umore, a cura di Maria Vittoria Baravelli, è il titolo del percorso multisensoriale e immersivo ideato da Beatrice Sancinelli (Bergamo, 1995), realizzato presso gli affascinanti spazi bergamaschi del Chiostro del Carmine e fruibile fino al 28 maggio 2023.
L’opera audiovisiva, prodotta in collaborazione con il ballerino e performer Emanuele Algeri e la make-up artist Angelica Primavesi, conduce il coinvolto fruitore nelle profondità delle proprie emozioni, attiva i sensi attraverso un percorso per tappe, dove la ricerca e la scoperta si fanno materializzazione di una personale e collettiva indagine rivolta verso l’interiorità.
In occasione della mostra abbiamo dialogato con l’artista per meglio conoscere la sua ricerca.
Rumore dell’Umore, come nasce il titolo della mostra e quali tematiche hai voluto indagare attraverso questo progetto?
Il titolo nasce accostando due parole piene di significato Rumore e Umore. In questa ricerca durata tre anni queste due parole sono diventate elementi della mia quotidianità, costantemente invasa da emozioni che in me suonavano ed emettevano rumore. Da qui, Rumore dell’umore nasce da un dialogo in pandemia tra me e il performer Emanuele Algeri. L’isolamento mi ha permesso d’indagare profondamente determinate emozioni che inequivocabilmente erano amplificate. Da quel dialogo abbiamo iniziato a costruire come piccoli mattoni quest’opera audiovisiva che va a indagare il rumore delle nostre emozioni, perché le nostre emozioni fanno tanto rumore ed è un bene, vuol dire che siamo vivi e non del tutto anestetizzati. Emanuele è diventato per me una fonte visiva inestimabile, come una bellissima musa mi ha ispirato imprimendo su pellicola e su immagini digitali la sua anima affamata di vita. Insieme a Emanuele Algeri e Angelica Primavesi abbiamo lavorato sul concetto semiotico e filosofico delle emozioni e su come il rumore che percepiamo non è altro che una conseguenza soggettiva di noi stessi. Questa ricerca è durata anni. Sicuramente la pandemia è stato un terreno fertile per questo lavoro ma non parla di questo; parla di noi, la tematica principale è la bellezza di riconoscere e abbracciare la propria fragilità.
Come le tue opere dialogano con lo spazio espositivo e come è nata la collaborazione con Emanuele Algeri e Angelica Primavesi?
Sono una regista con deformazione da produttrice artistica cinematografica. I miei lavori sono sempre dei grandi puzzle in cui ogni tassello è fondamentale per la riuscita del progetto. Il Chiostro del Carmine, come i dispositivi Woojer e come l’incontro con Emanuele e Angelica sono arrivati a me per caso, bellissimi incontri che ti accompagnano lungo questo viaggio chiamato vita. Penso che le cose più belle siano sempre arrivate per caso, ma la vera sfida per me è stata quella di levigare e trovare il giusto dialogo ed equilibrio nel mettere insieme i pezzi. Sono una grande romantica e quando m’innamoro di qualcosa o qualcuno tendo a concentrare tutte le mie energie e attenzioni nella restituzione di autenticità migliore possibile. Da subito, varcata la soglia del Chiostro, avevo ben chiaro che la mia opera doveva essere un continuo dialogo tra elementi, tra persone.
Rumore dell’Umore è un coinvolgente viaggio emotivo che si avvale di un innovativo giubbotto tecnologico. Può raccontarci questa tua scelta?
Woojer è l’elemento che rappresenta la mia forte radice americana, questo forte legame che ho con il territorio e con la parte più evoluta e tecnologica di questa nazione. Anche questo incontro è nato per caso ma poi è stato elaborato in un lavoro di quasi due anni con il sound designer Nicola Gualandris, Luca Belotti e Mauro Galbiati: mi hanno aiutato a sviluppare le potenzialità nascoste di questo device nato per il gaming. Per me era importante restituire al visitatore la sensazione di queste emozioni universali, rendendo però l’esperienza il più possibile tangibile e personale. In questo processo di elaborazione ho cercato di semplificare e trasmettere ciò che ho provato, che provo e che proverò nel corpo dell’altro, consapevole che metabolizzerà poi a sua volta queste emozioni in modo del tutto personale e con la propria sensibilità. Questo è lo scopo di questa mostra.
Il corpo è soggetto e oggetto all’interno del percorso da te ideato. Che importanza ha questa tematica nella tua ricerca?
Il corpo è un involucro, è una corazza e la pelle è l’organo più sviluppato dell’essere vivente. Attraverso la pelle sentiamo e viviamo emozioni. Nella mia ricerca esistenziale e artistica il corpo è sempre un elemento centrale. È il primo elemento visivo ma anche un raccoglitore di esperienze, di sensazioni e rimane per me l’elemento più saggio. Ascoltare il copro significa ascoltare l’anima.
Sei una regista specializzata in ripresa analogica. Come dialoga, nel tuo fare, il rapporto pellicola/digitale e in che modo le tue profonde competenze cinematografiche influenzano le opere che realizzi?
Il dialogo tra analogico e digitale dal 2018 è diventato parte integrante del mio lavoro.
Conoscere entrambi i mondi e le diverse applicazioni mi permette di sperimentare costantemente senza paura. Il grande amore e rispetto che nutro per la ripresa analogica è derivato dalle lezioni che in qualche modo questo mezzo ti insegna. Imparare la pazienza, la calma, l’estrema cura del dettaglio, ti insegna l’attenzione e in qualche modo a vedere cose che con il sensore digitale si perdono. Lavorare la pellicola in tutte le fasi produttive è un rito sacro ed estremamente umano. È una grande lezione di vita.
Rumore dell’umore nasce come opera cinematografica sperimentale in cui ho voluto indagare il corpo e cercato di catturare l’anima di Emanuele in queste diverse fasi vitali durate anni, e penso che sia proprio questa la forza e il valore di quest’opera. Nel cinema si dice che un film senza tempo è un’opera d’arte. In Rumore dell’umore ci sono tutti i grandi film della mia vita, i miei grandi maestri cinematografici ed artistici. C’è tanto di me, come dei piccoli e bellissimi Horcrux che raccontano i miei 27 anni.
A cura di Marco Roberto Marelli
Instagram: lady_of_dogtown
Instagram: rumoredellumore
Instagram: mariavittoriabaravelli
Caption
Rumore dell’Umore – Exhibition view, Chiostro del Carmine, Bergamo, 2023 – Ph Giulia Casamenti
Rumore dell’Umore – Exhibition view, Chiostro del Carmine, Bergamo, 2023 – Ph Giulia Casamenti
Rumore dell’Umore – Exhibition view, Chiostro del Carmine, Bergamo, 2023 – Ph Giulia Casamenti
Rumore dell’Umore – Exhibition view, Chiostro del Carmine, Bergamo, 2023 – Ph Giulia Casamenti
Maria Vittoria Baravelli e Beatrice Sancinelli – Chiostro del Carmine, Bergamo, 2023 – Ph Giulia Casamenti