È difficile definire cosa sia il tempo. Molti hanno cercato di dare una spiegazione a questa categoria misteriosa che, accanto allo spazio, va a definire il nostro intero vivere. Questa componente della realtà è infatti qualcosa da cui non si può prescindere, in modo particolare quando si parla di esposizioni.
Riflettendo su questo, andando a variare “l’utilizzo” e la percezione dei minuti, Fabio Carnaghi, curatore milanese, ha pensato di creare per la galleria Ribot un ciclo di mostre, racchiuse nel contenitore Trasformer, il cui comune denominatore è proprio una visione differente del tempo espositivo. Le mostre, secondo il calendario definito della rassegna, saranno fruibili anche durante la notte, per una visibilità totale, non solo a trecentosessanta gradi nello spazio, ma in ogni secondo della giornata per ventiquattro ore.

Dopo la personale di Devis Venurelli dal titolo Primitive Paradise è ora il turno di Calixto Ramirez (1980 – Reynosa, Messico).
Con Quarto Paso il tempo viene esplorato nelle sue diverse accezioni: che sia letto come ciclico, visto come un passare inesorabile, definito e determinato oppure fluido e dinamico o ancora soggettivo e oggettivo, questo diventa il tema delle opere dell’artista che lo interpreta attraverso video istallazioni e una performance inedita, creata appositamente per lo spazio espositivo.
Senza tralasciare la propria pratica artistica consueta, che vede la messa in scena costante della relazione tra corpo e spazio circostante, l’artista conclude con questa esposizione il ciclo di una “pratica artistica itinerante” che aveva già trovato luogo, negli anni precedenti, al Museo del Novecento di Castel Sant’Elmo (Napoli).
Il titolo della mostra racconta la genesi dei progetti: tutto nasce dalle lunghe passeggiate che l’artista intraprende nelle diverse città visitate. Osservandone vie, spazi e architetture, il rapporto con l’ambiente in continua mutazione si fa profondo ed esplicito.
Non a caso, il percorso espositivo trova nella città di Milano una sempre presente interlocutrice: città della velocità, del continuo lavoro, del “fatturato” viene sottoposta a una rilettura in un’ottica diversa, una visone che ricerca una nuova lentezza che permetta un godimento differente.
I due video dal titolo Primavera e Otoño si inseriscono in questa ricerca. Nella loro consueta brevità, il gesto rappresentato diventa sintetico. La semplicità dell’atto, dell’istante rappresentato rimane carattere distintivo delle opere.
Il nomadismo della pratica e del fare artistico, si traduce qui in un costante spostamento temporale.
Il vagabondare passa dal suo essere nello spazio al trovare il suo secondo limite essenziale nel tempo.

Anche se a livello fisico non esiste, il tempo definisce le nostre vite. Con la possibilità dall’atto di visione notturno, la “mostra”, così come siamo soliti definirla, amplia il proprio spazio, mostra le molteplici potenzialità della fruizione attraverso le vetrine della galleria. Inserito in questo contesto, l’artista messicano gioca con lo scorrere dei secondi e dei minuti, flettendoli e modificandoli per permettere a chi osserva, a ogni ora del giorno e della notte, di osservare cosa può accadere quando varia la percezione del mondo esteriore al passare di un momento.
Sara Cusaro
CALIXTO RAMIREZ
TRASFORMAR #2 – QUARTO PASO
a cure di Fabio Carnaghi
20 Giungo – 20 Luglio 2018
RIBOT GALLERY – Via Enrico Noe, 23 – Milano
Instagram: ribotgallery
Immagine di copertina: Cuarto Paso – Installation view, RIBOT gallery, 2018 – Courtesy Ribot Arte Contemporanea