In che modo performance e psicologia alimentano insieme una pratica collettiva di cura?
PSICO.LOBO, nato durante il primo lockdown di marzo 2020 e ideato da Virginia Roghi, con sede a Milano, è un progetto di ricerca creativo, interdisciplinare che coniuga l’arte teatrale performativa con la psicologia, indagando la capacità espressiva dell’identità in connessione con l’armonicità del corpo.
Lo spazio di progettazione condiviso, creato da PSICO.LOBO, si propone come uno strumento dove vengono indagati i processi inconsci attraverso il medium artistico, trasformandolo in un luogo sicuro e inclusivo, lasciando piena libertà al corpo di esprimersi e agire. La mission è quella di coniugare e promuovere il dialogo con la psicanalisi: sviluppare processi in cui l’arte, attraverso il suo valore educativo e terapeutico, aiuta nella condivisione della vulnerabilità.
L’ideatrice del progetto, Virginia Roghi, è laureata in Psicologia Clinica e delle Organizzazioni e psicoterapeuta in formazione psicoanalitica presso la scuola Coirag. A lei si affiancano nel team psicologico Serena Monaco, laureata in Psicologia Clinica e consulente sessuologa; Greta Capelli, laureata in Psicologa Clinica e Neuropsicologia e Chiara Airoldi, laureata in Psicologia Clinica e Neuropsicologia.
Sono proposti all’interno di PSICO.LOBO diversi laboratori di Arte Terapia rivolti alla cittadinanza, promuovendo il benessere psicologico attraverso la dimensione fisica; non essendo però possibile esperire in presenza le attività proposte, il digitale diventa uno “spazio” sicuro fruibile a tutti, in cui sono stati ideati appositamente laboratori online gratuiti: LoboParola e LoboCorpo. Il primo è un laboratorio, ha come obiettivo lo stare a contatto con la propria vulnerabilità basando la ricerca sulla cura del sé e dell’altro. Per esempio, il progetto chiamato Topsycret 2.0 è un laboratorio online di quattro incontri in cui la parola riflette ciò che noi sappiamo e siamo in grado di condividere, è un simbolismo che nasce dalla rappresentazione di un’azione comunicativa con l’altro. La parola unisce i significati del nostro essere, condividendoli in uno spazio sicuro invitando al confronto i partecipanti. LoboCorpo, invece, è ideato per sviluppare in modo armonico la capacità espressiva identitaria del corpo.
La necessità di condivisione e progettazione comunitaria non si è fermata neanche di fronte alla pandemia, anzi essa ha solo accentuato il bisogno di una ricodificazione di uno spazio curativo e sperimentale. Il gruppo, specialmente in questo periodo in cui il distanziamento sociale è la nostra normalità, diventa una necessità, un bisogno di appartenenza a una comunità. Le soggettività si uniscono e nello stare insieme ci si sente più liberi perché nel gruppo si trasportano parti di sé – differentemente da quanto accade nel confronto diretto fra individui singoli – in una prospettiva rizomatica.
La parte artistica del progetto è diretta dall’artista turca Ada Karayel, la quale esplora l’aspetto performativo della metodologia transfemminista sulle piattaforme digitali, e dalla curatrice indipendente Sofia Baldi, che lavora su progetti espositivi di “attivismo curatoriale”, organizzando mostre di arte contemporanea relazionale. Si affiancano nel team Sara Petretto, laureanda in Archeologia e Storia dell’Arte, e Maria Lucia Bianchi, attrice, performer e progettista laureata in Storia del Teatro.
PSICO.LOBO indaga i processi che portano all’individuazione (il processo che secondo Carl Gustav Jung porta alla maturità) di desideri, intenzionalità, credenze e piacere. Tramite il gioco, l’intimità e la sperimentazione creano un confronto libero promuovendo la molteplicità dello sguardo verso una più ampia collettività con la performatività, il corpo e la parola. Le diverse componenti del progetto di ricerca LoboCorpo hanno portato all’attuazione di diverse attività, per esempio la partecipazione, con una performance, alla mostra Pensieri Ancora Possibili, curata da Sofia Baldi, in occasione di Milano Cascine Aperte 2020 presso CasciNet AgroHub. Indagando nuove narrazioni di futuri possibili, sostenibili e responsabili nell’incontro con l’altro, si forma, attraverso la dimensione del gioco, un riposizionamento dello sguardo verso la collettività, in cui il pubblico è chiamato a interagire con i performer, implicati per la buona riuscita della performance e la restituzione del gruppo performativo delle varie derive psicogeografiche avvenute nel luogo dell’evento.
All’inaugurazione della mostra Acid Bleach di Alexandre Bavard (aka Mosa), presso l’Avantgarden Gallery di Milano, PSICO.LOBO ha partecipato con una performance ideata da Virginia Roghi e Alexandre Bavard, curata da Sofia Baldi. Il progetto espositivoracconta di uno scenario distopico fatto di macerie e rifiuti, dove il materiale industriale è l’archetipo del degrado e della perdita delle coordinate fisiche e mentali che caratterizza il nostro presente; in questo spazio desolato gli unici esploratori sono i performer.
Per quanto riguarda l’attività online, PSICO.LOBO ha proposto a oggi un talk sul tema del doppio, mediato da Virginia Roghi, partendo dalle domande: qual è il legame tra arte, teatro e psicologia? Qual è il rapporto tra corporeità e virtualità? Cos’è il doppio? Lo scopo di questo Talk è orientato alla creazione di un laboratorio lobocorpo entro cui creare un doppio di sé, ponendo l’attenzione sul rapporto fra il corpo e la trasposizione di esso nel digitale, considerando la tecnologia come un nostro doppio potenziale, capace sia di abbattere quelle barriere di vulnerabilita, sia di accentuare la mancanza della prossimità reale. Il doppio è una possibilità esterna dal sé alla quale si associano capacità e qualità non direttamente presenti nel soggetto ma che vengono trasposte in un’alterità potenziale.
L’ultimo progetto online realizzato da PSICO.LOBO è Sano Come Un Pesce, presentato alla Milano Digital Week 2021, che ha come finalità l’esplorazione delle esperienze emotive che nascono nel rapporto tra individuo e città. Sano Come Un Pesce propone lo scarabocchio clinico come indagine terapeutica del gesto libero e privo di razionalità; il gesto primordiale e arcaico, che precede la verbalizzazione, viene analizzato in gruppo, permettendo così di avere diverse letture individuali e molteplici narrazioni del nostro vissuto emozionale in rapporto con la città, in particolare nel contesto spersonalizzante causato dall’assenza di socialità dovuto alla pandemia. Il laboratorio è curato da Sofia Baldi e condotto dalle psicologhe Virginia Roghi, Serena Monaco e Greta Capelli.
La dimensione collettiva nella prospettiva della cura offre l’opportunità di condivisione e unione, il rapporto dei singoli che condividono una pluralità consapevole. L’essere umano ha bisogno di esprimersi attraverso l’introspezione, attuando un processo di riconoscimento dell’interiorità, condividendola con l’alterità. Con il corpo e la parola si comunica l’invisibile, ciò che sta nell’inconscio e che, nel suo esporsi alla fissità, prende la forma di espressione gestuale collettiva. Questo esporsi è il gesto più antico che abbiamo, a livello comunicativo, e ci permette di osservare la vulnerabilità dell’invisibile interiore per avere la possibilità di condividerlo.
Psico.Lobo si propone di dare voce al silenzio, attraverso la conoscenza di noi stessi e il desiderio di esplorare, attraverso la corporeità personale, il corpo dell’altro.
Ljuba Ciaramella
PSICO.LOBO, collettivo interdisciplinare tra psicologia e arte
Milano
Instagram: psico.lobo
Caption
Pensieri Ancora Possibili a cura di Sofia Baldi presso CasciNet AgroHub, tenutasi dal 26 settembre al 26 Ottobre 2020 – Courtesy PSICO.LOBO, ph Sebastian Mendieta
Laboratorio sul tema del doppio a cura di Virginia Roghi – Courtesy PSICO.LOBO, ph Giorgia Sernicola
Performance People of Ruins, durante Acid Bleach di Alexandre Bavard (aka Mosa) presso l’Avantgarden Gallery di Milano (29.10.2020) – Courtesy PSICO.LOBO, ph Guido Borso
SANO COME UN PESCE, laboratorio digitale realizzato da PSICO.LOBO durante la Milano Digital Week il 20 marzo 2021 – Courtesy PSICO.LOBO