Toast Project Space – luogo del contemporaneo nato da un’idea dell’artista Stefano Giuri e sito nell’ex casotto della portineria nella Manifattura Tabacchi di Firenze – festeggia il suo primo anno di attività con Portafortuna, mostra collettiva diffusa nelle diverse attività commerciali e ricreative del quartiere di piazza Puccini, e con una tre giorni di talk dedicata all’universo indipendente italiano che si terrà dal 21 al 23 febbraio 2020.
Per l’occasione abbiamo dialogato con Martina Aiazzi Mancini, Alessandra Fredianelli e Stefano Giuri, motori del progetto e membri del comitato scientifico di una mostra e di ricchissimo public program che portano nel cuore contemporaneo di Firenze le voci più interessanti del panorama contemporaneo.
Portafortuna è un progetto ampio, coinvolge il territorio con il suo fare espositivo e si apre all’esterno attraverso un selezionatissimo public program. Come prende forma l’idea di festeggiare in questo modo il primo anno di attività di Toast Project Space e cosa può nascere dalla tre giorni di incontri?
Alessandra, Martina e Stefano: L’idea di festeggiare il primo anno di TOAST con Portafortuna nasce proprio da un’intenzione di apertura. Questo accade in un duplice senso: da un lato con il progetto espositivo abbiamo voluto aprirci al quartiere e alle sue attività cercando di coinvolgere un pubblico ‘non di settore’, dall’altro con il public program abbiamo cercato di coinvolgere realtà vicine al mondo dell’indipendenza tenendo sempre presente la diversità di provenienza. Ci è sembrato necessario non rimanere chiusi all’interno di Manifattura Tabacchi, ma piuttosto abbiamo cercato di creare delle connessioni con il quartiere e con le persone che ci vivono e lavorano. Questo perché ci sembra importante che un qualsiasi progetto abbia delle radici forti nel contesto in cui cresce e allo stesso tempo racconti una visione ampia e diversificata.
S: Per quanto riguarda il futuro mi sento di rispondere perché è un’idea su cui ho riflettuto spesso da quando ho iniziato a gestire TOAST e forse è anche una delle idee che ha portato alla nascita di Portafortuna. Ovvero la volontà di creare una rete tra spazi indipendenti, non con lo scopo di mappare o creare una piattaforma tra project space italiani che forse potranno essere più utili sul lungo termine, ma piuttosto delle connessioni che permettano dei veri e propri scambi di idee e progetti. Quando parlo di scambi penso a una vera e propria mobilità fisica di persone e progetti che sono invitati a lavorare in contesti nuovi e diversi dal proprio.
Il programma di talk si svolge in concomitanza con Many Possible Cities, laboratorio che dà voce a storie di rigenerazione urbana. Potete meglio raccontarci come questo progetto dialoga con Portafortuna?
A: Il settore culturale è molto spesso uno dei protagonisti nei processi di rigenerazione urbana, la stessa Manifattura Tabacchi che ci ospita ne è un esempio evidente.
Portafortuna dà voce a delle giovani realtà indipendenti che sono quasi sempre costrette a situarsi in luoghi periferici per delle ragioni economiche; molto concretamente prendere in affitto uno spazio in zone urbane decentralizzate è sicuramente meno costoso e quindi più facilmente realizzabile. In questo modo spesso accade che venga attirata l’attenzione e si crei del movimento di persone verso zone periferiche e ciò equivale a innescare dei meccanismi di rigenerazione urbana che forse avvengono in maniera involontaria. Infatti, nel pensare il primo tavolo abbiamo cercato di selezionare otto project space diversi sia per la provenienza geografica che per il contesto urbano in cui lavorano, proprio per avere un confronto anche su questo aspetto. Allo stesso tempo bisognerebbe riflettere sul rischio a cui portano questi meccanismi che è quello di avviare dei processi di gentrificazione, di cui il mondo dell’arte contemporanea spesso è protagonista, un po’ come successe nel quartiere di Soho a New York negli anni Settanta e come accade ancora oggi in diverse aree urbane popolari.
M: Se parliamo di riqualificazione urbana, è difficile prescindere dal rapporto che le realtà indipendenti hanno con questo processo. Portafortuna metterà in campo la sua sensibilità in quanto progetto che nasce nel pieno dell’indipendenza e nel dialogo tra le due iniziative; sarà sicuramente interessante osservare le differenti conformazioni e obiettivi.
Con Portafortuna abbiamo voluto accendere una luce sui percorsi e le storie alternative alla gentrificazione, mostrando altri scenari possibili.
Tema centrale di uno dei momenti di dialogo è il rapporto fra ricerca indipendente e istituzioni. Quanto è importante che la ricerca sia sostenuta dalla collettività e come il vostro progetto dialoga con la sfera pubblica?
A, M e S: Uno degli obiettivi del talk è proprio rispondere a questa domanda e abbiamo deciso di farlo dando voce sia alle piccole realtà indipendenti che hanno instaurato dialoghi con la collettività e con le istituzioni, sia a quelle istituzioni che sostengono la ricerca indipendente. Siamo consapevoli che quella della sostenibilità di artisti e progetti curatoriali emergenti sia una tematica importante e questo non solo per quanto riguarda gli aspetti economici ma anche per le possibilità e la visibilità che le istituzioni sono in grado di offrire. Qualcosa si è mosso e sta accadendo nel panorama italiano, pensiamo anche solo al fatto che quasi tutte le fiere d’arte hanno uno spazio o dei momenti dedicati ai project space, sicuramente ci può essere ancora tanto altro da fare e l’incontro può essere un momento per pensare a nuove possibilità.
Portafortuna allarga il concetto di spazio espositivo e riflette sul rapporto tra spazi storici e nuove realtà autonome. Secondo voi, oggi, in che modo le opere sono sempre più pensate in riferimento al luogo di fruizione?
M, S: L’idea che sta alla base della mostra è appunto la necessità di dialogare con un contesto più vasto e complesso dello spazio espositivo, andando a lavorare su dei luoghi che comunemente hanno funzioni e dinamiche lontane da quest’ultimo. In questa azione, alcune opere sono nate ad hoc per il luogo a cui sono state destinate, altre invece sono ospitate dallo spazio, ma create indipendentemente. La relazione con lo spazio di fruizione dipende molto dalla ricerca del singolo artista, non tutti infatti lavorano in costante rapporto con questo.
In generale, quando si pensano opere o progetti più ampi, come nel nostro caso in cui sono comprese una sezione espositiva e una di confronto e dialogo, è sempre necessario il coinvolgimento della comunità.
Nella diffusione della ricerca condotta nelle sempre più numerose realtà indipendenti quale importanza rivestono i magazine e l’editoria d’arte? Cosa vi aspettate da loro?
A: Sicuramente una grande importanza, da un lato negli ultimi anni sono nate nel contesto italiano diverse riviste di arte contemporanea che dedicano alla ricerca emergente grande interesse e che forse sono state determinanti per far sì che anche magazine più datati abbiano rinnovato le proprie linee editoriali, dall’altro la pubblicazione di libri d’artista è una pratica che ha una grande diffusione e che dà vita a un’importante produzione di ricerche nell’ambito delle culture visive. Anche per questo motivo, con Portafortuna abbiamo deciso di dedicare un tavolo ad alcune realtà editoriali indipendenti, insieme a questo c’era l’idea di non limitare il dibattito sull’indipendenza ai project space. Cosa ci aspettiamo è difficile da dire, personalmente quello che trovo problematico dell’editoria d’arte è l’utilizzo di un linguaggio carico di ‘paroloni’ con un significato spesso nebuloso, che ne rende difficile la comprensione e nella maggior parte dei casi allontana possibili lettori piuttosto che avvicinarli. In questo senso, se dovessi aspettarmi qualcosa, vorrei che fosse un cambiamento nella direzione di una scrittura più accessibile.
A cura di Marco Roberto Marelli
Portafortuna. Exhibition + Open Talks
a cura di TOAST Project Space
21 febbraio – 29 febbraio 2020
Manifattura Tabacchi – Via delle Cascine 33 – Firenze
Instagram: toastprojectspace
Caption
Portafortuna Exhibition + Open Talks – Courtesy Studio Moretti Visani
B9, Manifattura Tabacchi – Ph Niccolò Vonci
Super Cavalli di Super Summer Extra Pomeriggio, 2020 – TOAST Project Space – Ph Leonardo Morfini