Dopo la mostra realizzata al Mercato Comunale di Via Crespi di qualche tempo fa, Current Project e Dimora Artica tornano a collaborare, stavolta prestandosi a vicenda le sedi, per incoraggiare un rapporto tra sistemi artistici non solo a crescere, ma anche a ibridarsi, a mutare. Da una parte Andrea Lacarpia, curatore della mostra Pathosformel allo spazio di Current in Via Sant’Agnese, dall’altra Roberto Casti con la personale Preferirei restare a casa oggi, realizzata dentro Dimora Artica a cura di Current. È sempre bello vedere come uno spazio possa essere re-interpretato e rivissuto da occhi diversi. Lacarpia mi accompagna soddisfatto nella visita di Pathosformel, sottolineando come occasioni del genere riescano ad essere non solo occasioni d’incontro, ma anche un modo di mettere in gioco costantemente scelte personali, chiodi fissi, e griglie mentali o metodologiche che nel nuovo ambiente devono per forza mettersi a fare i conti col compromesso creativo.

Pathosformel è una mostra collettiva che prende spunto dal Mnemosyne di Aby Warburg, un atlante di immagini e simboli che il grande teorico aveva appuntato come utopia personale, una specie di Google immagini pre-digitale che avrebbe potuto racchiudere connessioni, immagini correlate, portando a interconnessioni inaspettate. In questo caso, la mostra verte sulle correlazioni che possono nascere fra l’opera d’arte e gli oggetti che di fatto non sono opere, ma potrebbero sembrarlo. Ready made presenti in mostra un po’ per caso, ma che possono richiamare le opere in modo forte, come succede nel caso della piccola fontana coi led fucsia e blu che ricorda vagamente l’intervento di Giovanni Copelli in Dimora Artica. Accompagnata dal rumore dell’acqua, la mostra presenta opere di Daniele Carpi, Valentina D’Amaro, Giovanni De Francesco, Luigi Massari, Stefano Serusi, Marcello Tedesco e Devis Venturelli, che insieme confutano l’ambiguità della parola “opera d’arte” attraverso l’impiego del lavoro stesso che quasi diventa un elemento d’arredo, come nel caso della stampa di Valentina D’Amaro, che con l’intervento del curatore è riportata su un piano meno sacro, ai materiali concettualmente poveri usati da Giovanni De Francesco per le sue sculture: la plastica, alcune protesi in gomma, extension per capelli. La mostra diventa così un’occasione per fare del gioco e dell’imprevedibile il mezzo per una riflessione sul lavoro e la parte “seria” e progettuale del fare arte.

Quasi dall’altra parte di Milano, a Turro, Dimora Artica ospita invece la personale del giovane Roberto Casti, ancora studente di Brera, che reinterpreta il luogo espositivo come un ambiente da abitare, nel vero senso della parola “Dimora”. Il luogo diventa l’opera stessa, all’interno della quale si è invitati a lasciarsi semplicemente andare, a sedere su un sofà e restarsene a casa pur essendo fuori. Una componente disturbante fa da contraltare a questo scenario idilliaco, che è la luce rossa e graffiante emanata da un angolo della stanza al piano terra, che è coperta da un velo quasi mistico che emana fumo e un certo senso di disagio. Se da un lato il luogo vuole sembrare accogliente, dall’altro fa di tutto per non esserlo, sfidando lo spettatore a trovarsi una comfort zone in un ambiente che, alla fine dei conti, e dopo un attimo di sospensione, non appare poi così ospitale. Tale idea è sottolineata dalla presenza di un video sul soppalco, nel quale sono confutati l’inospitalità generale che la terra ci offre, ricordandoci che siamo miseri puntini in un universo freddo e distaccato, da là fuori una visione leopardiana si affaccia sogghignando e lasciandoci interdetti: forse è meglio rientrare a casa. Sono le otto e mezza e fa freddo, e devo cenare.
Claudia Contu
DANIELE CARPI – VALENTINA D’AMARO – GIOVANNI DE FRANCESCO – LUIGI MASSARI – STEFANO SERUSI – MARCELLO TEDESCO – DEVIS VENTURELLI
PATHOSFORMEL
a cura di Andrea Lacarpia
30 gennaio – 4 marzo 2017
CURRENT PROJECT – via Sant’Agnese, 12 – Milano
ROBERTO CASTI
PREFERIREI RESTARE A CASA OGGI
A cura di Current Project
14 febbraio – 25 febbraio 2017
DIMORA ARTICA – via Matteo Maria Boiardo, 11 – Milano
Immagine di copertina: Pathosformel – exhibition view – courtesy Current Project