In principio Jeff Koons, fu lui il primo ad accorgersi che per sopravvivere nell’era delle immagini pubblicitarie, delle immagini votate al prodotto e al rapido consumo, era necessario utilizzare gli stessi mezzi della comunicazione di massa per poter emergere dal caramelloso tessuto di stimoli visivi e “nascondere”, dentro le opere, messaggi profondi e forti. Passò breve tempo e fu la calata dei Barbari, fra eccessi e rinascenze una società sempre più omologata arrivo al punto di non ritorno e fu allora che comparvero gli “eraser”, artisti che, come il celebre lato blu della gomma, hanno cancellato, fino a bucarla, la superficie “flat” del visibile.
È da qui, da questa nuova alba zero della figurazione che parte Passengers, mostra collettiva che raccoglie alcuni fra i migliori artisti italiani nati negli anni Ottanta per riflettere sul significato che il termine immagine oggi possiede, sulla sua funzione di memoria e traccia per il futuro, di struttura psicologica comune, quasi lancaniana, attraverso la quale conoscere e ri-conoscersi.
Ideato da Claudia Contu per i candidi spazi della galleria The Flat – Massimo Carasi, il progetto espositivo, visitabile fino al 18 marzo, permette di percepire a pieno la direzione, sia estetica sia culturale, verso cui questi nostri giorni stanno dirigendosi, evidenziando, in maniera precisa e sensibile, un ritorno a una “figurazione” calda e micro-emotiva, più intima e delicata.

Spetta a Marco Strappato, classe 1982, aprire la mostra, farsi raccordo fra due generazioni proponendo un’installazione realizzata con quattro piccoli collage dove tracce scure, fra l’inchiostro e il petrolio, macchiano e dilagano su una natura che si fa memoria di se stessa, immagini fotografiche che, quasi fossero piccole polaroid, documentano una passato che ormai non esiste più, spezzato e inquinato da quella dilagante tecnologia che, con involontaria ironia, viene definita soft. Scorrendo gli anni Ottanta si passa poi alle opere di Andrea Carpita e Domenico Laterza, il primo pittore, il secondo scultore di matrice fortemente concettuale. Nati entrami nel 1988, presentano, rispettivamente, delle grandi e piccole tele dove l’immagine si genera per sineddochi, dove piccoli dischi di garuttiana memoria e veloci segni grafici su superfici elegantemente tattili definiscono un volto, un’immagine, una storia, e sculture che dominano con delicata armonia lo spazio, spirali di fogli di carta colorata (flyer) che nulla imitano ma si fanno elemento infinito e famigliare con il quale realizzare un’originalissima e innovativa volontà plastica. Composti feroci, nati nel fuoco, sono ricondotti verso un sorprendente fare morbido e biomorfo da Eracle Dartizio, grandi superfici in lucido alluminio vivono in bilico fra nuvole e pozzanghere, all’interno di un mondo umido, dove una materia illusoriamente liquida sembra muoversi e seguire concettualmente la mutazione di stato di materia e pensieri. Nato nel 1990, Cosimo Casoni si fa propaggine estrema di una modalità di concepire la produzione estetica che appare passare, in maniera quasi intatta, alla generazione successiva, quella degli operatori estetici nati negli anni Novanta. Fortemente pittore, le sue tele si fanno supporto dove correre veloce con la tavola da skateboard, proponendo così una componente ludica e gioiosa che si unisce a un dipingere dove elementi naturali e paesaggi si fanno volontà intima di ricordo, non di ritorno al passato ma di riappropriazione di valori antichi da attualizzare e rendere nuovi in un mondo nuovo.

Come le lucciole, gli artisti presenti in mostra sfruttano la loro personale dose di luciferina per generare dolci danze di cultura e amore, immagini fioche che nel buio generato dalla sovra esposizione ai riflettori di questo neocapitalismo che brucia veloce, si fanno modalità fondamentale per passare dalle storie alla storia, una storia comune che si fa intima davanti al fallimento di una certa modalità di comprendere la globalizzazione, una storia che ha bisogno di nuove immagini, di nuovi simboli pesantemente leggeri attraverso i quali generare un nuovo senso di comunità e di realtà.
Marco Roberto Marelli
ANDREA CARPITA – COSIMO CASONI – ERACLE DARTIZIO – DOMENICO LATERZA – MARCO STRAPPATO
PASSENGERS
a cura di Claudia Contu
10 febbraio – 18 marzo 2017
THE FLAT – MASSIMO CARASI – via Paolo Frisi, 3 – Milano
Immagine di copertina: Passengers – exhibition view – courtesy The Flat – Massimo Carasi. Ph Filippo Armellin