Nel mondo del Coniglio. Paolo Brambilla a Milano

Harry Angstrom ha attraversato correndo, insieme al suo celebre soprannome “Coniglio”, trent’anni di letteratura americana. Dalla sua prima apparizione, nel 1960, fino al romanzo premio Pulitzer del 1990, ha affascinato intere generazioni di lettori. Il suo ideatore, John Updike, è stato felicemente capace di indagare un mondo in fermente trasformazione attraverso quella che Antonio Monda ha definito “una innata capacità di descrizione psicologica che rendeva estremamente vitali i personaggi”.
In occasione del momento espositivo I WANNA BE WHERE THE PEOPLE ARE, realizzato a conclusione di un periodo di lavoro presso il laboratorio milanese GAFFdabasso, Paolo Brambilla ha voluto immergersi nei pensieri e nell’identità complessa di una delle figure più interessanti della letteratura mondiale. L’ambiente meneghino viene trasformato e portato a natura complessa attraverso una serie di opere e installazioni che invado la percezione e le strutture elementari dell’edificio conducendo il fruitore all’interno della mente di Coniglio Angstrom. Un testo realizzato dall’artista, a metà strada fra flusso di coscienza joyciano e serrato racconto in stile Aldo Nove, si fa strumento di introduzione, sviamento e autonoma traccia per il presente e sperso osservatore.

Paolo Brambilla
I WANNA BE WHERE THE PEOPLE ARE – exhibition view, 2018, GAFFdabasso, Milano – courtesy GAFFdabasso

Varcata la stretta soglia, superato il limite, ci si ritrova immersi in un ambiente marino, in una grotta magica dove l’instabilità e il suono prodotto dalla superficie modulare in plastica che ricopre il pavimento, fanno nascere in noi un sentimento da voyeur metropolitano. Siamo nel sentire e nei pensieri di un uomo che non è mai esistito, all’interno di una mente collettiva generata dall’autore americano del romanzo e dai tanti che hanno dato vita e sangue a una creatura di fantasia. In quel farsi racconto che determina un reale diffuso più reale del reale, quel narrare per storie che altro non sono che felici esiti di possibilità auspicate, l’ambiente realizzato dell’artista, nato a Lecco nel 1990, rende evidente e ben determinata una modalità espressiva che si fa attualissima e dal respiro internazionale. Senza limiti mediatici o processuali, senza necessità commerciali, nella più assoluta libertà espositiva, il momento estetico milanese porta a felice sintesi una ricerca artistica che indaga le differenti modalità di percezione, diffusione e assimilazione della produzione culturale. Un’arte che non si determina più nel manufatto prodotto ma che va a indagare gli effetti e le modalità stesse del suo farsi all’interno del generale e diffuso sentire di questi nostri anni soli, dove la cultura si fa intima e vicina, interconnessa in moltiplicazioni infinite di prossimità.

Paolo Brambilla
I WANNA BE WHERE THE PEOPLE ARE – exhibition view, 2018, GAFFdabasso, Milano – courtesy GAFFdabasso

Letteratura e arti visive si fondono in un coinvolgente spazio miniato che utilizza l’edificio stesso come base di partenza per la produzione di oggetti, sensazioni e sfere di percezione. Una grande balena collodiana in plastilina spalanca le sue fauci dalle quali pende, al temine di una lunga catenella, una sirenetta disney. Alcuni ritratti, accennati attraverso pochi caratteri indicativi, fanno mostra di sé alle pareti e sul pavimento. La sabbia sparsa e un grande telo grigio che copre la ampia finestra che dava luce allo spazio, rafforzano un’esperienza intima e collettiva, una mostra che ci fa riflettere e sorridere fra mondo reale e fantasia.

Marco Roberto Marelli

 

PAOLO BRAMBILLA

LAB 8 | I WANNA BE WHERE THE PEOPLE ARE

6 febbraio – 16 febbraio (su appuntamento)

GAFFDABASSO è un progetto di LOCALEDUE – via Gaffurio, 8 – Milano

www.localedue.it/gaff

Immagine di copertina: I WANNA BE WHERE THE PEOPLE ARE – exhibition view, 2018, GAFFdabasso, Milano – courtesy GAFFdabasso