La città meneghina, grazie a due importanti spazi quali Pirelli HangarBicocca e Galleria Raffaella Cortese, offre una visione a tutto campo sulla ricerca artistica del polacco Miroslaw Balka (Varsavia, 1958). Due percorsi distinti che procedono in parallelo, sviluppandosi attraverso tre decadi della produzione dell’artista.
Negli immensi spazi dell’HangarBicocca, fino al 30 luglio, viene presentata la prima retrospettiva italiana dedicata all’artista, Crossover/s, a cura di Vicente Todolì, portando in mostra diciotto lavori immersi nell’oscurità di drammatici eventi tratti dal vissuto personale di Balka e legati a fatti storicamente rilevanti quali la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto.
I passaggi, con grande potenza evocativa, si susseguono attraverso sculture, installazioni e video; il tutto avvolto dal buio e dal silenzio del luogo, conferendo un senso di sacralità all’esperienza stessa di visita. Una pluralità di narrazioni e la consapevolezza di rimandi spaziali, cromatici, sonori, olfattivi e tattili, porta alla creazione di un itinerario il cui fulcro è la presenza umana.

Unnamed (2017), prima opera in mostra, attiva uno scambio inaspettato fra il visitatore e il lavoro di Balka. Installazione composta da tende che separano lo spazio delle Navate dallo Shed, attivate dal tocco del visitatore che, scostandole per oltrepassarle, avverte il calore del corpo umano, trentasette gradi circa, preludio al simbolico scambio sensoriale che avviene per tutta la mostra.
Gli incroci simbolici si susseguono. Elementi fisici, sonori e visivi prendono il sopravvento sul visitatore con Wege zur Behandlung von Schmerzen (2011), enorme vasca in acciaio alta nove metri circa, dentro la quale piomba dall’alto un getto incessante di acqua tinta di nero. Lo scorrere del liquido ricorda l’atto di purificazione cattolica, ma Balka, con l’utilizzo della sostanza scura, pone in essere quell’azione che dà il titolo all’installazione, tradotto dal tedesco, Percorsi per il trattamento del dolore, evidenziando in questo modo come la conoscenza di un passato collettivo doloroso possa essere superato solo affrontandolo.
L’uso di oggetti e materiali tratti dal quotidiano accompagnano la produzione dell’artista. Pratica evidente in opere come Common Ground (2013-2016), installazione composta da centosettantotto zerbini provenienti da un quartiere povero di Cracovia, disposti a formare un unico grande tappeto; in tal modo Balka pone in questione il ruolo oggettivante di elemento di transito, dove il tappeto stesso si connota come spazio invalicabile per il visitatore. A conclusione del percorso espositivo l’opera Yellow Nerve (2012-2015), sottile filo giallo di cotone che pende dal soffitto, tende a una volatilizzazione materica in un gioco di luci e ombre spaziali, in dialogo con l’osservatore, intimamente e profondamente purificato dai Crossover/s.

In contemporanea alla retrospettiva proposta all’HangarBicocca, Galleria Raffaella Cortese, fino al 29 luglio, presenta nelle tre sedi espositive di Via Stradella, In Bezug auf die Zeit, mostra fondamentale per comprendere e porre in evidenza alcuni momenti significativi della ricerca artistica di Balka, il quale propone lavori realizzati dalla fine degli anni Ottanta/inizio anni Novanta fino a quelli ideati appositamente per gli spazi della galleria in occasione della personale. Lo spettatore, relazionandosi con il trascorrere del tempo dato dalla visione delle opere, viene prima posto di fronte a quelle che segnano il passaggio tra il figurativo e l’astratto; tra queste di particolare rilevanza è Blue Wave (1990) opera realizzata con parte della staccionata in legno appartenuta al Centre for Contemporary Art di Varsavia e nella quale l’artista polacco ha utilizzato per la prima volta il sale, divenuto materiale particolarmente simbolico in quanto insito nella composizione organica dell’uomo, ma allo stesso tempo capace di produrre dolore quando tocca una ferita aperta. Sedimentare e sviluppare nel tempo: pratica evidente in tutti i lavori dell’artista. Così per le opere 61 x 59 x 31 (2006)e 215 x 135 x 60 (2005): insieme formano un’installazione sonora e scultorea da cui prende vita un rituale dedicato ai ricordi personali di Balka. Nell’ultimo spazio della galleria vengono esposti lavori recentemente prodotti dall’artista nel suo studio a Otwock (Varsavia): le opere, nate da un evidente lessico minimalista e dalla giustapposizione di materiali e oggetti casualmente recuperati negli spazi vissuti da Balka, tendono fortemente alla ricerca di un dialogo silenzioso e intimo con lo spettatore.
Due occasioni espositive da non perdere quelle proposte a Milano, un continuum esperienziale diretto a creare un legame di senso con le opere di Miroslaw Balka.
Alessia Cuccu
MIROSLAW BALKA
CROSSOVER/S
a cura di Vicente Todolì
16 Marzo – 30 Luglio 2017
PIRELLI HANGARBICOCCA – Via Chiese, 2 – Milano
MIROSLAW BALKA
IN BEZUG AUF DIE ZEIT
4 Maggio – 29 Luglio 2017
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE – Via Stradella 7, 1, 4 – Milano
www.galleriaraffaellacortese.com
Immagine di copertina: Wege zur Behandlung von Schmerzen, 2011 – veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017 – courtesy dell’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano – ph Attilio Maranzano