Armature più o meno in evidenza, filati e fibre naturali, poliesteri, lane, tessuti tecnici spalmati d’argento, morbidi e soffici al tatto o rigidi e compatti. La stoffa è argomento da indagare, toccare e manipolare. Tagliata, sfilacciata e ricomposta trova nuovi rapporti che si inseriscono in quel fragile equilibrio tra ricordo e dimenticanza.
È un dialogo a due voci quello di Marion Baruch e Alessandro Teoldi. Silenzioso ma intenso, fatto di piccoli gesti recuperati che trovano proprio in quell’azione la loro massima espressione. Nascondono la profondità intellegibile della materia primaria, le origini, gli usi, le trasformazioni e le sue evoluzioni, raccontate con metodi e modalità diverse da artisti di generazioni agli antipodi.
Un percorso armonioso che procede per intervalli e antitesi il cui racconto si snoda attraverso i residui di materiali destinati all’oblio. Lembi di tessuto sottratti a un processo produttivo, come risultanza di uno scarto da lavoro o, all’opposto, stratificazioni dell’unico elemento prescelto nella propria ricerca, la coperta degli aerei.

Marion Baruch e Alessandro Teoldi presentano le loro opere, una selezione degli ultimi due anni, attraverso una doppia personale, visitabile fino al 25 maggio, realizzata negli spazi immacolati di VIASATERNA.
Per Baruch (Romania, 1929) il tessuto è frammento. Il suo è un lavoro sull’assenza di un oggetto definito, di una forma principale che trova altre dimensioni possibili attraverso la rielaborazione del rifiuto. Poliesteri recuperati dalla produzione tessile ai quali restituisce una dignità. Disegna figure, geometrie lineari, curvature provocate dal movimento casuale dell’installazione. Nuove conformazioni e esili arazzi contemporanei sono ottenuti attraverso spaziature discontinue e saturazioni sottili che creano immagini discrete e poetiche. Il riconoscimento come valore ha luogo anche attraverso le definizioni che l’artista gli attribuisce, sono storie esse stesse, De l’humain connecté, L’enchanteur o Forme, fluiscono nella mente, come Senza Parole o Visitors. Un esistere quasi impalpabile si fa portatore di un acuto investigare su aspetti umani e sociali, sulla relazione con il mondo che passa attraverso il corpo. Corpo mancante, le cui sembianze si intuiscono anticipate proprio attraverso una seconda pelle, la stoffa, che copre e protegge ma crea una distanza.
Teoldi (Milano 1987) lavora all’apposto, sulla presenza fisica e oggettuale, sulla combinazione dei materiali che accosta e sovrappone montando pezzi monocromi o colorati. Scorci, inquadrature e dettagli fotografici mettono in luce parti di volti e mani, corpi nell’atto di mostrarsi o nascondersi. L’artista evoca un senso di vergogna che accompagna il viaggio in luoghi che sono estranei, in cui prevale un sentimento di inadeguatezza. Proprio dai viaggi ha origine la scelta dei suoi assemblage. La coperta recuperata dagli aerei (lasciata, trovata o acquistata in rete) diventa traccia del tempo, delle sue evoluzioni negli anni, da quelle in lana a quelle più tecniche. Racconta delle migrazioni privilegiate dei viaggiatori contemporanei. Di quei fatti squisitamente privati, intimi e personali come il coprirsi con una coperta, abitualmente svolti in un luogo domestico e lontano dagli sguardi. Pubblico e privato si fondono diventando l’oggetto implicito dell’opera di Teoldi, il soggetto di quella visione.

I due artisti riflettono attraverso il gesto. Agiscono per dissonanze partendo proprio dal manufatto recuperato e mettono in relazione l’uomo e il suo corpo. Il loro è un’intelligente scavo, nel tessuto e nelle sue potenzialità, con cui realizzano monumenti tattili della memoria. Divergenti, senza dubbio, ma che ruotano intorno a concetti di nascondimento e esibizione opportunamente camuffati attraverso un’insostenibile leggerezza della materia.
Elena Solito
MARION BARUCH – ALESSANDRO TEOLDI
11 aprile – 25 maggio 2018
VIASATERNA – Via Giacomo Leopardi, 32 – Milano
Immagine di copertina: Alessandro Teoldi – Untitled (Lufthansa, Air China, Swiss Air, China Easter Airlines and British Airways), 2017 – Coperte d’aereo, cm 160×220 – Courtesy l’artista e Viasaterna