Luca Vanello’s Solo Show: Tepid Palm Sweat

Le vetrine di Tripla, ormai da qualche mese, sono state aperte nel centro di Bologna, in via Indipendenza e sono già diventate un frequentato luogo di scambio e produzioni artistiche. I giovani artisti Luca Bernardello, Paolo Bufalini, Filippo Cecconi (tutti classe 1994), utilizzano questi particolari spazi per esporre le loro ultime realizzazioni, alternate a inviti per altri artisti. Tepid Palm Sweat è, infatti, la mostra personale realizzata da Luca Vanello (1986), giovane artista triestino che ormai da otto anni vive e lavora a Berlino e che raramente incontriamo sul territorio italiano.

Attualmente delle semplici arborescenze occupano le vetrine di Tripla, presentandosi attraverso toni fortemente lirici, sapientemente pausati e sospesi. Ogni elemento dell’installazione proviene dalla Germania, più precisamente da luoghi di smaltimento o di manutenzione di zone di sepoltura di persone non identificate. Vanello interviene sulle arborescenze togliendo la clorofilla e sottoponendo i rami e i fiori a un processo di acidazione che, oltre a sbiancare e variare le tonalità dei colori, arresta il processo di invecchiamento, restituendo un elemento organico bloccato in un limbo. L’idea bergsoniana della vita come flusso continuo è abbandonata. O meglio, potremmo dire che il costante avanzamento è messo in pausa in favore di una temporalità che presume maggiore concretezza, ricordando un gioco metaforico presente anche nel Cedro di Versailles (2000-2003) di Giuseppe Penone.



FU01 - Tepid palm sweat, Luca Vanello - particolare, courtesy Tripla
FU02 - Tepid palm sweat, Luca Vanello - particolare, courtesy Tripla
FU03 - Tepid palm sweat, Luca Vanello - particolare, courtesy Tripla
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Le vetrine di Tripla sono per lo più destinate allo sguardo disattento dei passanti, aspetto che si coniuga perfettamente con la volontà di Vanello di non palesare alcuni elementi chiave del lavoro, un processo che sembra essere messo in ombra da un incontenibile predominio formale. Sul pavimento di una delle vetrine, adagiata trai petali, si trova una stampa incorniciata a giorno, in cui l’immagine è sbiadita a tal punto da farci solo intuire la presenza di alcune figure calate in un paesaggio. La stampa è stata acquistata dall’artista presso un’asta di oggetti pignorati e da lui modificata per mezzo di una calcolata esposizione a una fonte energetica. Sfruttando in modo inusuale la pratica del rilievo antropometrico, Vanello, calcola quanta sia l’energia impegnata da un corpo umano per chinarsi a depositare uno stelo e, in seguito,espone l’immagine, precedentemente acquistata, a una equivalente fonte energetica. Così facendo la stampa si presenta non del tutto alterata, come una processualità incompiuta, ancora in atto. Essa viene assemblata nella composizione rispettando la logica di un ecosistema autonomo, nel quale l’immagine e le piante comunicano concettualmente attraverso uno scambio di energie, con lo scopo dimettere in evidenza l’atto marginalizzato di chi si prende cura di questi luoghi commemorativi.

Attingendo per tutte le sue opere dalla realtà, spesso riecheggiando la dimensione urbana dei Nouveaux Realistes, Vanello si sposta per l’Europa preoccupandosi di recuperare oggetti appartenuti a persone vissute in condizioni difficoltose e precarie. Egli, a differenza dello storico gruppo francese, non effettua semplicemente una raccolta, ma piuttosto cerca di stabilire un contatto umano con chi lavora in questi luoghi avviando, in alcuni casi, delle vere e proprie collaborazioni. Nascono così situazioni imprevedibili e opere intime, esposizioni in cui sono presentati in modo impercettibile forti legami tra soggetto e oggetto. A partire da una riflessione sulle possibilità di azzeramento ontologico dei materiali, Vanello innesca, in Tepid palm sweat dei processi di alterazione negli oggetti, sopprime alcune loro specificità per proiettarli in un limbo, annullando ogni connotazione simbolica e raggirando così il tranello della retorica.

I toni lirici della composizione, forti di una calibrata componente pittorica, incrementano la forza di questa tiepida installazione,evocando una sottile narrazione tra gli elementi che mai necessitano la completa esplicitazione.

Davide Da Pieve


LUCA VANELLO

TEPID PALM SWEAT

a cura di Tripla

1 dicembre 2016 – 10 gennaio 2017

TRIPLA – via Indipendenza, 71f – Bologna

www.lucavanello.com

www.spaziotripla.com


Caption

Tepid palm sweat – particolare – courtesy Tripla