È scoppiata la Ljubodrag Andric mania. Con la presentazione del volume Works 2008 – 2016, presso la magica Galleria Carla Sozzani di Corso Como 10 a Milano, si è tenuto l’evento centrale di un ricco programma di esposizioni dell’opera dell’artista di origini slave. Un’interessante selezione di scatti di grande formato è visibile presso la libreria del policentrico spazio meneghino e altre fotografie sono presenti, fino al 12 dicembre, all’interno del nuovo spazio espositivo dell’Università Bocconi. Le affascinanti immagini di Andric saranno successivamente in mostra presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, dal 25 luglio al 2 ottobre 2016 e alla Triennale di Milano, dal 2 agosto al 25 settembre 2016.
Prima monografia dedicata all’artista, la fatica editoriale, curata da Demetrio Paparoni ed edita da Skira, raccoglie una serie di interessantissimi saggi firmati da Barry Schwabsky, Aldo Nove, Philip Tinari e un’intervista a William Ewing, una fra le più colte e prestigiose voci nel panorama della critica mondiale. Il catalogo presenta al pubblico una selezione di immagini realizzate dal 2008 a oggi, dove l’attenzione al dettaglio della stampa ha portato a un lungo e sinergico lavoro sviluppatosi fra l’editore, il curatore e lo stesso fotografo.

Nato nel 1965 a Belgrado Ljubodrag Andric arriva in Italia nel 1988, dove sviluppa una brillante carriera nel settore pubblicitario, prima di decidere di trasferirsi in Canada nel 2002. Artista che si inserisce in media perfetta nella generazione di quegli operatori estetici che, facendo una pericolosa generalizzazione, definiamo di orientamento neo-concettuale, Andric pone come tema centrale del suo lavoro l’esperienza della percezione della componente luminosa. La luce, prodotta o riflessa dal soggetto che vogliamo catturare, viene percepita dal nostro occhio in una maniera talmente personale che, una volta realizzata la fotografia, l’immagine risulterà differente da quella immaginata e sarà dunque necessario un lungo e precisissimo lavoro di post-produzione per ottenere il risultato desiderato.
Le opere dell’artista slavo sono molto distanti dalla consueta concezione di immagine fotografica, lui stesso sceglie di trattarle dal punto di vista pittorico, dando fondamentale importanza alla resa tattile e alla “composizione geometrica” dei suoi lavori confrontandosi così apertamente con il fare di grandi pittori come Markus Rotkowičs e Giorgio Morandi. La granulosità morbida e setosa che ricopre la superficie delle sue “epifanie da parete” racconta di mondi reali trasformati in pretesto per generare una calma emozione che restituisce un’immagine perfetta. Il soggetto degli scatti diviene secondario, i titoli non riportano il luogo della loro realizzazione, lo stesso Andric ammette che forse si dimenticherà anche lui dove sono stati realizzati, ciò che conta è la resa dell’immagine dalla quale traspare l’amore del fotografo per la nostra millenaria cultura e per autori quali Domenico di Bartolomeo e Piero della Francesca.

Ljubodrag Andric è una persona molto elegante e disponibile che, cresciuto in una terra dilaniata dalla guerra ma ricca di un profondo amore per il sapere, propone una ricerca artistica dove quella necessaria capacità di sfruttare gli strumenti della “società dello spettacolo”, per emergere dal caos di immagini e sollecitazioni che ci circonda, è declinata in una raffinata visione personale. Le sue immagini, prive di ogni coordinata temporale, non raccontano nulla e nulla concedono alla narrazione ma sfruttano la loro bellezza perfetta, estraniante, per parlarci di tematiche profonde quali i limiti invalicabili, i vuoti e le assenze, tematiche, raccontate con ferma raffinatezza, oggi attualissime e drammatiche, in questo nostro “secolo delle erranze”.
Marco Roberto Marelli
Demetrio PAPARONI
Ljubodrag Andric. Works 2008-2016
Skira editore – 2016.
ISBN 978-88-572-3060-3