Sono quattro gli “Idioti” invitati da Francesco Lauretta a realizzare una mostra collettiva presso gli spazi della galleria Giovanni Bonelli.
Un quartetto di artisti che non teme di affermarsi tale: Idiota, secondo la spiegazione che ne dà il filosofo Gille Deleuze. Colui che non sa, colui che in modo rivoluzionario rispetto al senso comune non si accontenta, colui che cerca, che non si ferma a una prima impressione, per non dare niente per scontato e già dato.
Tutto può essere infatti messo di nuovo in discussione, la pratica pittorica tra il resto. Ed è proprio questa a fare da legame fra le opere esposte da Maurizio Cannavacciuolo, Fulvio Di Piazza, Marco Pace e Francesco Lauretta, quest’ultimo figura presente come artista in mostra oltre che come curatore del percorso espositivo.
Senza una tematica precisa prestabilita a fare da linea guida, i quattro pittori si sono messi in mostra attraverso l’affermazione della propria ricerca personale senza condizionamenti altrui. Seguendo le richieste, non dettate ma liberate del curatore, ognuno di loro si è mosso singolarmente.

Maurizio Cannavacciuolo (Napoli, 1954) porta, attraverso la pittura a olio, lo spettatore a liberarsi da un sostrato di conoscenze, per andare più a fondo. Attraverso l’opera il pittore riporta così chi osserva al suo stato ancestrale di ”idiota”: un essere in grado di pensare in modo libero, senza schemi precostituiti.
Un inizio per cancellare conoscenze acquisite, per osservare con occhio indagatore pronto a riempire con riflessioni nuove. Riempire fino ad arrivare all’eccesso, tanto da rasentare l’Horror Vacui, tipico della pratica pittorica di Fulvio di Piazza (Siracusa, 1969).
La pittura rimane protagonista, non solo come azione ma come “costruzione” nell’opera del curatore, Francesco Lauretta (Ispica- Ragusa, 1964), che così ha costruito la mostra, con l’idea di rappresentare la pittura nello stesso modo in cui la descrive, a parole, nelle recenti opere raccolte in Racconti Funesti: “Che dire, con le buone intenzioni, ho preso una vecchia tela e l’ho messa sopra una sedia. Ho preso l’ultimo CD dei Massimo Volume. Il piatto per la pizza di plastica, grande, dove erano già spremuti dei colori ad olio.” L’immagine si fonde con la parola scritta, il pittore con il curatore, in una sintesi che genera le “etichette da parete” create con i neon sparsi in galleria a delineare il percorso.
Ancora in mostra Marco Pace (Lanciano – Chieti, 1977), per portare la sua riflessione sull’idiozia attraverso una poetica che prende spunto dalle atmosfere abitate da esseri primitivi, umani liberati, in emergenza di ritrovare un sentire nuovamente sincero di domanda, curiosità e meraviglia.

Dal silenzio della chiusura attorno alla propria pratica pittorica che caratterizza il lavoro singolo di ogni artista, emerge naturale un dialogo sinfonico: un quartetto, non d’archi ma di pittura a olio, che porta sulla scena la pratica stessa del dipingere. Il fare e la totale e consapevole dedizione dell’artista che domanda e continua a ricercare mai contento del risultato risuonano così, orchestrate da Lauretta, sul sottofondo dei CD sparsi per la galleria, a ricordare i riferimenti e le suggestioni di ognuno, nella realizzazione di un opera totale in grado di comprendere – o di essere compresa da – tutti gli “Idioti”.
Sara Cusaro
MAURIZIO CANNAVACCIUOLO, FULVIO DI PIAZZA, FRANCESCO LAURETTA, MARCO PACE
IDIOTI
a cura di Francesco Lauretta
22 giugno – 29 luglio 2017
GALLERIA GIOVANNI BONELLI – via Luigi Porro Lambertenghi, 6 – Milano
www.galleriagiovannibonelli.it
Immagine di copertina: Idioti, 2017 – installation view – courtesy Galleria Giovanni Bonelli, Milano – ph Roberta Vagliani