Un vortice caotico travolge e risucchia lo sguardo verso il centro luminoso della cupola della Cappella del Tesoro di San Gennaro. Giovanni Lanfranco, in quel luogo così sacro ai partenopei, realizzò il più bel “sciacquone celeste” della pittura barocca napoletana.
Nella più fredda Milano, all’interno degli spazi della galleria kaufmann repetto, Latifa Echakhch presenta i suoi delicati e personali mondi celesti attraverso Underneath, solo show nel quale ben si evidenziano le due anime espressive della giovane artista nata nel 1974 a El Khnansa, in Marocco, ma francese di formazione. Visioni concettuali e sottili potenze emotive si rincorrono lungo le installazioni e i progetti espositivi realizzati negli anni, fondendo e portando a preziosa sintesi una modalità comunicativa che ben rappresenta questa nostra epoca da piccole storie di meraviglioso gusto.

Una serie di grandi tele rotonde e un video proiettato in un piccola sala separata, raccontano due mondi opposti e vicini. Da una parte i rimandi al Mantegna trompe l’oeil della Camera picta di Mantova, dall’altra le riprese, interrotte ogni volta sul finale, di alcuni ragazzini che si gettano in mare generando un turbinio che si perde verso l’abisso.
Nei dipinti, realizzati con una tecnica che ricorda l’affresco, le nubi rappresentate sono deformate e trasformate in tratteggiate scie leggere sotto l’effetto di un’invisibile forza centrifuga. Il pigmento si sgretola e in parte fugge dal supporto. Cieli folli e cadenti, come paradossali e perduti erano i cieli, divenuti pareti, realizzati dall’artista in una recente installazione al Power Plant di Toronto, occupano le sale della sede espositiva generando nel fruitore un senso di pericolo, forse, scampato.
Quello del mondo sopra di noi e delle sue improbabili nuvole è un tema che ricorre spesso nel fare estetico di Latifa Echakhch. Proprio una grande installazione di false nubi sospese vicino al suolo, realizzata al Centre Pompidou di Parigi, fu il progetto realizzato dopo la vittoria, nel 2013, dell’ambito Marcel Duchamp Prize. Il titolo del lavoro, Spirit of the Times, ci riconduce alla mostra milanese, ci parla di opere che utilizzano una chiave sottile e delicata per parlare di grandi tematiche, per oscillare fra politica e sentimento. I grandi soffitti dipinti per lustro e gloria nel passato si dissolvono sotto il peso del presente, il cielo è ormai caduto ma con esso non sono precipitate le speranze.

Occhi espressivi e viso solare, Latifa Echakhch realizza opere leggere e profonde dove l’atto performativo assume una potenza liberatoria, dove la capacità di rompere dei confini, di mostrare la realtà, seppur in maniera poetica, per quello che è veramente permette davvero di superare la decadente situazione di stallo in cui ora noi tutti siamo immersi. Poesia e delicata violenza mostrano una possibilità, raccontano terre e cieli lontani dove non può vincere l’odio, nei quali la speranza in una vita migliore può nascere e crescere solo attraverso la scoperta della comune ricerca di una disperata bellezza.
Marco Roberto Marelli
LATIFA ECHAKHCH
UNDERNEATH
25 settembre – 16 novembre 2017
GALLERIA KAUFMANN REPETTO – via di Porta Tenaglia, 7 – Milano
Immagine di copertina: Underneath, 2017 – installation view at galleria kaufmann repetto, Milano – courtesy galleria kaufmann repetto, ph Andrea Rossetti