L’ipnosi di Felipe Talo

Vai!!! E’ giovedì, la giornata “top” per le inaugurazioni milanesi, ma sono in studio e devo finire dei lavori, forse riesco a vederne una di mostra; fuori piove – governo ladro – no vabbè vado a casa, questo tempo anche basta !

Ma Ribot è in zona Piola, quindi vicino casa mia; ok, mi hanno scritto degli amici che ci passano, va bene vado.

Pioviggina adesso e sono curioso. Non c’è posto, parcheggio la macchina mezza sulle strisce, metto le quattro frecce.

Tanta gente, ma non la ressa e menomale se no non ci si gode la mostra. Sono le 19:27, prosecchino che gira, un bel clima.

Lo spazio è nuovo. Mi ricordo andai all’apertura dove esponeva l’artista tedesco Felix Schramm; un’installazione fantastica. Questa sarà la quinta mostra e la galleria ha già molta risonanza in città.

Felipe Talo, Hipnosis, 2016, installation view 4
Courtesy RIBOT arte contemporanea

Felipe Talo è spagnolo, classe 1979, e vive tra Barcellona e Berlino. Due “B” , opposte:  caldo/freddo, mare – perenne felicità/grigia metropoli – electro.  Un dualismo che troverò per tutto il percorso della mostra.

Strutture pittoriche sono installate come monoliti da poter osservare girandoci intorno. Altre come insegne da poter girare da una parte all’altra.

La tradizione della pittura spagnola è intensa, la si nota fortemente dalle scelte del colore e dalla distribuzione degli elementi sul supporto. La dimensione ontologica della calligrafia e della combinazione con componenti astratte, ci mostra quel legame rielaborato con la storia del paese e le origini dell’artista.

L’inconscio guida Talo in azioni pittoriche energiche e multiformi, tra pennellate morbide e segni liberi, tenui, diffusi da quella carica spirituale intensa scaturita dal gesto. Pittura come veicolo del sapere. La realtà composta da calamità opposte; convivenza di un apparato dialettico al limite della filosofia dove c’è coscienza/incoscienza, passato/presente.

Ecco il dualismo che riemerge nell’osservare l’opera e la sua memoria. Pitture doppie, come il tema stesso del dualismo, perché le opere esposte sono dipinte da tutte e due i lati. Cotone naturale o bianco da una parte, e plastica trasparente che fa scorgere il telaio. Il tema del doppio quindi è continuamente presente nelle opere, come accennavo all’inizio, con quella metafora delle due “B” nella vita dell’artista; proiezione dei luoghi del suo quotidiano. Metafore plurime perché un’altra è quella dell’indole umana e l’occasione di comprendere se stessi riguardo alla conoscenza della realtà intorno.

Felipe Talo, Hipnosis, 2016, installation view 3
Courtesy RIBOT arte contemporanea

Scendo al piano di sotto dove l’artista ha creato uno special project inedito per la galleria, ed intitolato “Caprichos”.

Sette opere fronte/retro che presentano da un lato dei disegni in grafite su carta, e dall’altro delle scritte e dei segni, come dei “promemoria liberi” sparsi sulla facciata nera di gomma.

I disegni in grafite, a mio parere molto raffinati, si ispirano alla tradizione tardo settecentesca spagnola. Sento parlare di Goya mentre osservo i lavori, ma a me mi ricordano fortemente una sorta di tributo ad un altro Francisco: Bayeu.

Di nuovo il tema del doppio, e delle circostanze, e lettere, e parole, e nomi.

Michael Rotondi

 

FELIPE TALO

Hipnosis

19 maggio – 22 luglio 2016

RIBOT arte contemporanea – via Enrico Nöe 23, Milano

da martedì a venerdì, dalle ore 15.00 alle 19.30

www.ribotgallery.com