Kauffmann Repetto inaugura l’estate accogliendo nella sede milanese le opere di Pae White. Alla sua sesta personale in galleria, l’artista di Pasadena (1963) ritorna con una mostra dedicata al ‘’mondo di mezzo’’ dal titolo Demimondaine.
Protagonista è il concetto di Demi-monde, una zona di confine, un luogo tra realtà e costruzione teatrale che vedrebbe “Sdraiato nell’angolo di un divano coperto di stoffe persiane, e fumando, secondo la sua abitudine, un numero indefinito di sigarette, Lord Henry Wotton poteva vedere i fiori di un’acacia, colorati e dolci come il miele, quei rami fragili che pareva potessero appena sopportare una bellezza tanto splendida” che da Il Ritratto di Dorian Grey, sembra diffondersi nell’aria impregnata delle opere della White.
Le pareti della galleria sono vestite a festa con opulenti arazzi. Sono le nuove creazioni dell’artista statunitense. Giocando con l’incontro tra artigianato e tecnologia avanzata, le fibre tessili si intrecciano in una intricata trama: questa è stata realizzata attraverso dei software in grado di creare decorazioni casuali, composizioni costituite da una potenzialità infinita di possibilità differenti, non controllabili, eppure “limitate” dalla scelta di una realizzazione per mano di esperti artigiani.

Le forme floreali, le api e gli insetti che sui rampicanti si posano, intrappolano nella loro rete lo spettatore. Ci si trova immersi in un fondale teatrale in cui l’occhio si perde senza trovare respiro, assorbiti dalla pesantezza barocca della decorazione. Contemporaneamente però, la stessa messa in scena, rigetta l’occhio, attraverso fili specchianti di natura simile al mercurio, confondendo la percezione e la presenza.
Tra riverbero e groviglio, lo sguardo viene amplificato e distorto: la decorazione di piante non gerarchizzate prende possesso dello spazio dell’arazzo, come prende il sopravvento il caos interiore del soggetto.
Uno specchio di quello stesso caotico modo di vivere che era proprio di una società dei primi anni del ventesimo secolo: una società marginale in cui le Demimondaine, le donne al limite tra la ricerca compulsiva del piacere e uno status quo definito vivevano in bilico, entro i confini di un eccesso controllato.

Era un gruppo sempre alla ricerca di un luogo alternativo, uno spazio altro, quasi marginale, da trovare oggi al di là di una superficie riflettente, secondo l’opera di Pae White. Con i suoi Mobiles, infatti, l’artista mostra attraverso l’uso di specchi un “presente assente“, un presente destinato a non essere mai se non in un tempo differito, distante, osservato con l’occhio distaccato dell’esteta.
Le superfici riflettenti mostrano mille sfaccettature, numerose diverse possibilità che hanno però in sé, al di là della bellezza attraente dell’immaginazione, il limite dell’inganno di una mancanza di concretezza.
Lo stesso tipo di contrasto si percepisce nella convivenza tra un gusto per l’invitante e uno per lo sgradevole. Nella concretizzazione tridimensionale di tipiche clip art grafiche, l’imperfezione dovuta alla distorsione della percezione si impossessa dell’attenzione: così simboli che possono essere legati all’idea di piacere, dai waffles agli avocado fino alle più note sculture dell’artista a forma di pop corn, diventano veicolo di divergenza e diversità tanto culturale quanto sociale, abitando questo “mondo di mezzo”.
Sara Cusaro
PAE WHITE
DEMIMONDAINE
18 maggio – 9 settembre 2017
GALLERIA KAUFFMAN REPETTO – via di Porta Tenaglia, 7 – Milano
Immagine di copertina: Demimondaine – installation view, kaufmann repetto, milano, 2017 – courtesy of the Artist and Kaufmann Repetto, Milano/New York