Lorenzo Senni, nato a Cesena nel 1983, attualmente risiede a Milano; è un musicista la cui ricerca sonora è profondamente intrecciata con l’arte contemporanea. Produttore, compositore e operatore multidisciplinare, è considerato tra i più promettenti artisti italiani con un’ampia esperienza internazionale, come dimostrano le sue performance in importanti istituzioni quali: Centre Pompidou (Parigi), Casa da Musica (Porto), Auditorium Rai (Torino), Auditorium Parco della Musica (Roma), Berghain (Berlino), SPACE (Londra), Zabludowicz Foundation (Londra), S.M.A.K. (Ghent), ICA (Londra), Eletronika Festival (Brasile), MACBA (Barcellona) e le collaborazioni con artisti quali Cory Arcangel, Carsten Holler, Ed Atkins, Yuri Ancarani. Lorenzo Senni è stato anche protagonista della rassegna Summer Casino all’Hangar Bicocca, a cura di Damián Ortega e Pedro Rocha.
L’abbiamo intervistato in occasione dell’installazione sonora Canone Infinito realizzata in collaborazione con la The Blank Contemporary Art di Bergamo, presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII
Iniziamo spesso le nostre chiacchierate con questa domanda: quali sono, secondo te, le differenze da quando hai iniziato a fare l’artista a oggi?
Sicuramente la differenza più grande che noto nel mio percorso è la maggiore consapevolezza acquisita con l’esperienza negli anni. Se prima molto era quasi per gioco, ora c’è una serietà diversa in termini di qualità del risultato finale. Questo però cercando di non perdere mai il senso di novità e ricerca che desidero sempre contraddistingua il mio lavoro. Inoltre, è molto più ampia la varietà delle influenze, sempre legata alla possibilità di accumulare stimoli nuovi nel corso del tempo e viaggiando.
Il nome di questa rubrica è “Sound and Vision”. Puoi descriverci la relazione che intercorre, secondo te, fra suono e visione?
Suono e visione sono qualcosa di profondamente correlato e complementare nel mio modo di esprimermi. Ogni nota ha per me un corrispettivo formale e l’accostamento di tante piccole unità arriva a formare un insieme armonico più grande. Per questo, come ho detto già in passato, una delle influenze più significative per me è quella del movimento pittorico del Pointillisme, perché riproduce perfettamente l’operazione che io compio durante la composizione dei miei lavori. C’è anche un certo grado di scientificità e tecnicismo in questo tipo di composizione, che effettivamente si avvicina al mio modo di lavorare.
Quali sono i tuoi libri, opere d’arte, dischi preferiti? Qual è l’ultimo concerto/mostra/spettacolo che hai visto? Le tue ispirazioni?
Dal punto di vista artistico ho una predilezione particolare per la fotografia, per la capacità unica che ha di fermare singoli istanti. In particolare, apprezzo molto alcuni fotografi italiani, come Luigi Ghirri e Guido Guidi. Ogni tanto mi dedico anche io a qualche scatto, mi piace, è una forma d’espressione in cui mi ritrovo.
Le mie più grandi ispirazioni derivano sempre dai miei viaggi, che mi permettono di venire a contatto con veri e propri mondi “alternativi” rispetto al mio. I viaggi in Giappone sono quelli che più mi sono rimasti nel cuore: la cultura giapponese mi incuriosisce e, anche se sono andato in Giappone diverse volte, rimane un luogo sempre nuovo e da scoprire per me.
Ci puoi raccontare com’è nato lo splendido progetto con la The Blank all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo?
Il progetto Canone Infinito nasce dalla volontà di diversi soggetti – l’associazione The Blank e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII innanzi tutto – di creare qualcosa di nuovo da un punto di vista artistico in un contesto complesso come può essere quello dell’ospedale. Sono davvero felice del fatto che si sia scelta la forma dell’installazione sonora e sono ancora più contento di avere avuto l’onore di comporre la melodia per quest’opera così delicata e sensibile. Tutti ci siamo messi in gioco, abbiamo riflettuto e ci siamo confrontati con un ambiente che viene associato alla sofferenza, cercando di realizzare qualcosa che fosse fonte di bellezza e consolazione anche nel dolore più profondo.
Pochi giorni fa è uscito l’ultimo gioiello dalla serie Netflix Black Mirror – Bandersnatch – nel quale è presente il tuo brano The Shape of Trance To Come uscito come singolo, insieme a XAllegroX, circa un anno fa. Che effetto ti ha fatto? Cosa pensi di questa serie così lungimirante e acclamata? Che rapporto ha la tua composizione con la plurinarrazione partorita da Charlie Brooker?
È stato grandioso sapere che un mio lavoro è stato incluso in una creazione così all’avanguardia come Black Mirror e nello specifico come l’episodio Bandersnatch. Penso che questa serie tv sia molto coerente con l’analisi della realtà che cerco di fare con la mia musica: proiettata in avanti, verso un futuro che non sempre è positivo e che sicuramente presenta moltissime complessità, ma che vale la pena di essere esplorato. Mi rendo conto che la mia ricerca e le mie sonorità rispecchiano molto le atmosfere proposte in Black Mirror; da un suono, un’idea puntiforme – una decisione nel caso di Bandersnatch – si arriva a costruire qualcosa di più esteso, grande e intricato, che assume un senso nella sua totalità.
a cura di Federica Fiumelli
Caption
Lorenzo Senni, portrait – Courtesy the artist and The Blank
Lorenzo Senni – Original cover – Courtesy the artist
Lorenzo Senni – Echoes (Oracle Version), 2017 – Courtesy Tate Modern
Ospedale Papa Giovanni XXIII Bergamo – Ph Giovanni Terzi