Giulia Agostini è nata a Padova nel 1983. Dopo aver studiato pittura e disegno ha condotto il suo orizzonte estetico verso la fotografia, con una predilezione per le fotocamere analogiche. Nella sua ricerca il corpo femminile si mostra nelle sue dinamiche private attraverso l’autoritratto e un rapporto intimo ed etereo con i soggetti posti di fronte all’obiettivo, fino a giungere all’utilizzo del nudo come gesto politico. Forme, spazi e paesaggi mostrano immagini eleganti ed espanse nell’attimo del tempo grazie a scatti delicati, in bilico fra pigmento e pellicola.
In occasione della mostra collettiva Oltre lo sguardo – realizzata presso la galleria milanese Podbielski Contemporary, a cura Pierre Andre Podbielski e Maud Grepp, con un testo critico di Giulia Ronchi – abbiamo dialogato con l’artista.
Molti artisti hanno sviluppato un percorso estetico partendo dal loro corpo per poi aprirsi al mondo. Quale rapporto instauri fra copro e pellicola? Come la macchina fotografica si relaziona con i soggetti che ritrae?
Potrei descriverla come una relazione intensa dove cerchi di dare tutto quello che hai in poco tempo.
Nei tuoi scatti il mondo viene presentato attraverso una precisa atmosfera che rimanda a universi tattili, all’utilizzo dei pastelli: quale il rapporto fra pittura e fotografia nelle tue opere?
Mi piace disegnare e mi piacciono tutti i colori nella pittura. Al liceo adoravo le ore di ritratto dal vivo con la modella in classe. Con la fotografia è tutto più veloce più impulsivo.
Nella varietà dei soggetti che rappresenti si scorge una preciso fare estetico che caratterizza i tuoi scatti. Cosa cerchi quando realizzi una fotografia e quali finalità tecniche ti poni?
Di ricordarmi sempre di portare una batteria di riserva e di sperare in una giornata luminosa.
Sei fra gli artisti selezionati per la mostra Oltre lo sguardo, realizzata a cura di Pierre Andre Podbielski e Maud Grepp presso la galleria Podbielski Contemporary: vuoi raccontarci questa esperienza?
Sono molto contenta di partecipare a questa mostra che si sta rivelando un’ottima esperienza, o meglio, la conferma di un ambinete sano e stimolante, avendo già lavorato in passato con Pierre Andre e Maud. Spero ci possano essere altre occasioni di lavorare insieme.
Fra nuove tecnologie e attenzioni del mercato la fotografia si fa sempre più medium ibrido, necessitante di spazi nuovi: in quale direzione sta andando la ricerca in ambito fotografico e quali ambiti di sperimentazione ti attraggono?
Ogni volta che faccio un nuovo lavoro fotografico sperimento e imparo cose nuove.
Per quanto riguarda altri ambiti, amo il cinema e mi piacerebbe molto poter stare su un set di un film a consumare rullini.
A cura di Marco Roberto Marelli
www.podbielskicontemporary.com
Instagram: giuliaagostini_410
Caption
Giulia Agostini, Senza Titolo, Courtesy l’artista