Il consolidamento di una sempre maggiore familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali ha dato origine, negli anni, al bisogno di una terminologia con cui distinguere le generazioni passate, presenti e future; partendo da questo semplice presupposto, non suscita più molta sorpresa sentir parlare di Generazione X, Generazione Y, Millenial Generation e Generation Next. Vivere all’interno di un paesaggio domestico e urbano connotato da schermi, suoni e colori ha tuttavia dato il via a narrazioni che non sembrano minimamente sul punto di esaurirsi. Questo non può apparire banale o scontato, anzi. Nel caso di Riccardo Benassi (Cremona, 1982) – artista, scrittore, musicista, designer che vive e lavora a Berlino – tali narrazioni danno origine a una produzione artistica nitida, e allo stesso tempo poetico/evocativa in cui, spesso, display, testo, video, suono e oggetto di design si fondono a creare un unico corpo.
Vincitore, con Morestalgia, del Bando Italian Council V – progetto fruibile dal pubblico, per la prima volta, fino al 22 dicembre, presso il Centre d’Art Contemporain di Ginevra – è oggi presente nella mostra collettiva La Plage, visitabile fino al 18 gennaio 2020 presso Galleria Zero… a Milano.
Con l’artista abbiamo dialogato, attraverso un interessante botta e risposta, sul tema di un’identità collettiva tesa tra l’essere simultaneamente online e offline.
La tua ricerca artistica si concentra con molta attenzione sul fenomeno della virtualizzazione e su come questo abbia influenzato il rapporto che intratteniamo con gli oggetti e gli spazi, siano questi urbani o domestici, che ci circondano.
Di recente ho l’impressione che il fantasma dell’interattività assomigli sempre di più allo spettro della produttività. Ho la sensazione di sentirmi in ogni singolo istante completamente online e offline allo stesso tempo, e devo questo super potere al mio essere cavia di sofisticate, avanguardistiche ricerche di marketing.
Quando hai iniziato ad affidare il tuo modo di osservare il contemporaneo alla pratica artistica? In che modo l’uno alimenta l’altro?
Forse, essere un artista significa essere in grado di riconoscere quei sentimenti che si annidano dentro al paesaggio, in modo da poter dare loro una nuova forma che li faccia sopravvivere all’istante fuggitivo.
All’interno di Techno Casa o Attimi Fondamentali – testi nati dalle omonime esperienze espositive – i racconti seguono un flusso che permette di scivolare tra diversi campi disciplinari. Può raccontarci qualcosa di più su questo tuo porti costantemente tra i confini, considerato il fatto che ti muovi fra vari ruoli professionali (musicista, scrittore, artista, etc.) ?
Affronto tutti questi campi in maniera autodidatta e con approccio amatoriale; devo tutto alle persone che ho incontrato e sto incontrando strada facendo e in particolare ai professionisti con cui ho avuto la fortuna di collaborare. Le sottoculture musicali che mi hanno cresciuto hanno anticipato, da un certo punto di vista, l’era dei tutorial online.
Ho notato che la parola, all’interno del tuo lavoro, spesso assume un ruolo determinante. In che modo unisce i diversi media con cui lavori?
Credo che scrivere sia la controparte necessaria a un grande amore per la lettura, non è detto che si faccia letteratura o diventi di dominio pubblico, vale di per sé come gesto, spesso si annida nelle chat che nutriamo quotidianamente con gli smartphone o nelle possibilità immaginative del canticchiare sotto la doccia.
Con Daily Desiderio, opera installata, a Milano, sia presso gli spazi di City Life sia, permanentemente, in quelli di ICA, hai instaurato un vero e proprio patto, che si attiva ogni giorno grazie a un messaggio. Dopo la tua morte, i messaggi che sono stati trasmessi, ricominceranno da capo, in loop. Da cosa ha origine il tutto?
Forse l’idea di fondo è stata quella di celebrare, attraverso un’opera d’arte, quella meravigliosa e terribile operazione di default che chiamiamo vita. Personalmente vivo nell’illusione che la medesima idea possa atterrare sulla realtà in tempi e modi diversi, e progressivamente rinnovarsi.
A cura di Brenda Vaiani
Instagram: riccardo___benassi
Caption
Riccardo Benassi – Courtesy l’artista, ph No Elevator Studio, 2019
Riccardo Benassi, Morestalgia, 2019 – Veduta dell’installazione al Centre d’Art Contemporain Genève. Schermo LED attraversabile, contenuto digitale, struttura e catena in acciaio, sistema diffusione audio, elettronica di controllo. Progetto realizzato grazie al sostegno di Italian Council (2019). Prodotto da Xing. Courtesy l’artista, ph Andrea Rossetti
Riccardo Benassi, Daily Desiderio Domestico, ICA Milano, 2019 – Display a LED, CPU, modem Wi-Fi, Carter metallico RAL 6019 opaco, Software – Courtesy l’artista e ZERO…, Milano, ph Andrea Rossetti
Riccardo Benassi, Daily Desiderio, 2018 – Courtesy l’artista e ArtLine Milano, ph Alberto Fanelli