Intervista a Mr. Island

Lorenzo Commisso (1978, Pordenone) è artista multimediale, sound artist e musicista elettronico.
Ha fatto parte di alcuni gruppi performativi audio/ video, tra cui COLORA (Rachele Burgato), Il Moro e il Quasi Biondo (Matteo Dainese, Manuel Pitton, Mario Ruggero, Roberto D’Agostin), Papier Collés (Alan De Cecco, Stefano Giust) e Ok No (BLU, Maledettottave).
Il 18 maggio 2018 con La Tempesta Sur, è uscito il disco Tropical Sound Machine, album d’esordio di Mr. Island, moniker dietro al quale si cela l’artista. Prodotto da Davide Toffolo, il disco è influenzato dalle sonorità cumbiere tradizionali e contemporanee di diversi musicisti tra cui Frente Cumbiero, Los Mirlos, Juaneco y su Combo, Les Baxter, Jack Costanzo e Hugo Montenegro.


Da quanto tempo fai l’artista e quali sono le differenze fra i tuoi esordi e oggi?

Sono sia musicista sia artista, le due cose si sono sviluppate e sommate con andamenti differenti nel corso degli anni. Sfortunatamente si tende a vedere le due discipline come separate; quello che cerco di fare da anni è un ibrido tra questi due mondi.
Da quando ho iniziato, il cambiamento più grosso è avvenuto proprio con Mr. Island che, a differenza di tutti i progetti precedenti, è il primo in cui ho sentito la necessità di isolarmi esteticamente, per riuscire a lavorare da solista.

La nostra rubrica si chiama Sound and Vision. Puoi descriverci la relazione che intercorre fra suono e visione?

Ho fatto un lavoro dal titolo Sinestetica, cercavo di sintetizzare in un oggetto il rapporto tra visione e suono. Nella mio fare musicale, ho sempre ricercato l’iterazione live tra video e musica: penso a OK NO (in cui ho lavorato con il writer Blu), a Giotto (With Love), a Canedicoda, a Papiers Collés (dove ho collaborato con il jazzista Stefano Giust e il writer Soda in un progetto di elettronica fatta con campioni di musica classica), a Colora (dove i suoni dei video determinavano la composizione sonora del set), fino ad arrivare all’attuale live di Mr. Island con i video girati in Sud America da Davide Toffolo durante un viaggio alla ricerca delle origini della Cumbia. La connessione tra suono e visione è sempre stata parte integrante in tutti i miei progetti.

Quali sono i tuoi libri, opere d’arte, dischi preferiti? Qual è l’ultimo concerto/mostra/spettacolo che hai visto? Le tue ispirazioni?

In ambito musicale mi piacciono molte cose, anche differenti fra loro, ma il musicista che tengo sempre come punto di riferimento è Amon Tobin. L’unico che persiste è lui. Nell’ambito delle arti visive non ho un artista preferito ma se dovessi scegliere direi Tom Friedman, che riesce a stupirmi ancora. Il libro invece è Lettera a uno sconosciuto di John Cage, uno scritto che contiene tanta saggezza e che leggo spesso nei momenti in cui ho bisogno di ispirazione. L’ho consultato molto durante la mia residenza alla Bevilacqua La Masa di Venezia e, in particolare, per la realizzazione di Cheap Imitation, la riproduzione in ceramica del disco di John Cage, prodotto grazie alla collaborazione del Museo Carlo Zauli di Faenza.

Cosa non ti è piaciuto particolarmente negli ultimi tempi? ( penso sempre a mostre / concerti )

Non mi piace vedere le foto degli allestimenti in corso prima di una mostra. È come assistere al trucco di un illusionista dopo averlo visto nascondere un coniglio nel cilindro. Credo che questo crei un’invasione di immagini che fanno perdere potenza a opere e mostre che dovrebbero essere fruite in tutta la loro completezza. Quando visito una mostra, voglio lasciarmi ingannare e voglio entrare in un mondo fittizio senza disincanto. Se poi c’è un artista che lavora proprio su questo, allora sarebbe l’eccezione alla regola.



Fu mrisland_tropical_sm_ Copertina di Tropical Sound Machine, uscito per La Tempesta Sur, grafica di Nahuel Martinez
FUmrisland_ foto di Rachele Burgato
FUmrisland_tropical_sm_ Copertina di Tropical Sound Machine, uscito per La Tempesta Sur, grafica di Nahuel Martinez
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Ho letto che tra i tuoi Maestri ci sono Stefano Arienti e Cesare Pietroiusti; ci racconti questo rapporto? Quanto è importante, oggi, la formazione per un artista e l’instaurare rapporti con altri artisti?

Stefano Arienti e Cesare Pietroiusti sono stati fondamentali per la mia ricerca, due maestri ma anche due amici. Durante gli anni di studio allo Iuav ho lavorato al progetto An apple for the teacher, che raccoglie tre video con Stefano Arienti, Cesare Pietroiusti e Alberto Garutti. Un lavoro basato sull’idea di plagio e copia, in cui ho cercato di appropriarmi dello stile dei maestri e farlo mio, attraverso delle collaborazioni imposte. Per esempio, con Stefano Arienti ho giocato a freccette su alcuni pentagrammi, generando così una composizione di note, in rimando ai suoi lavori di foratura della carta. Quello con Cesare Pietroiusti è un lavoro più articolato, difficile da spiegare in poche righe. È stata una performance basata sull’idea di ipnosi; mentre il video con Alberto Garutti si intitola La misteriosità dell’evento visivo e cito solo questo, per non svelare troppo, appunto.
Credo che collaborare sia il miglior modo per stupirsi; lavorando da soli è più difficile riuscire a farlo.

La copertina di Tropical Sound Machine rappresenta un giovane uomo immerso nelle calde acque tropicali ai confini remoti di un’isola deserta. Ci racconti come è nato il concept dell’artwork?

La copertina è stata realizzata da Nahuel Martinez, (grafico e membro dell’Istituto Italiano di Cumbia) a partire da un moodboard di immagini a cui mi rifacevo esteticamente e musicalmente. Anche per la composizione musicale tendo ad avere sempre un immaginario visivo preciso da cui partire, per creare uno spazio sonoro ispirato. Il progetto di Nahuel ha vinto perché ha saputo rappresentare il disco e anche me, in modo perfetto.
L’isola sulla testa dell’uomo in copertina si collega all’isola che sta sulla mappa del tesoro all’interno del disco, come punto d’arrivo, sottolineando il fatto che Tropical Sound Machine è un lavoro abbastanza mentale e basato sull’attuazione di ragionamenti scaturiti da regole e da punti di riferimento estetici e formali, come insegna Sol LeWitt.

Se chiudi gli occhi, cosa senti / cosa vedi? (penso a un suono o immagine)

Sento un fischio, purtroppo. Vedo con il terzo occhio.

A cura di Federica Fiumelli


Instagram: mr_island_band


Caption

Mr. Island Miami – Live al Miami 2018, con proiezioni video di Davide Toffolo. Foto di Rachele Burgato

Mr. Island – foto di Rachele Burgato

Mr. Island, Tropical – Copertina di Tropical Sound Machine, uscito per La Tempesta Sur, grafica di Nahuel Martinez