Le ragazze dell’Inferno 5 fanno fuoco e fiamme

Le fanzine (o zine) sono un veicolo per idee, espressioni personali, credi e opinioni; costruiscono connessioni tra le persone e all’interno di gruppi; forniscono modalità di comunicazione. FIAMME, prodotta dal collettivo Inferno 5, è divertente, ironica e ben progettata, senza nulla da invidiare a una rivista mainstream.
Scopro la sua esistenza grazie a Valeria Foschetti, gestrice dinamica di una “fanzinoteca” a Milano: la Pipette Noir; sfoglio FIAMME, e mi piace un sacco! Mentre leggo il numero 3, subito mi saltano all’occhio alcune similitudini con la mia pubblicazione: Suppergiù; in particolare il taglio ironico dato agli articoli. Così, dopo avere spedito alle ragazze del collettivo qualche numero della mia rivista, organizzo con loro una video chat, dove finalmente ci conosciamo.


Chi sono le girls dietro Inferno 5? Cosa fanno nella vita, a parte guardare Maria de’ Filippi e stampare fanzine? (Attività che sarebbero comunque più che sufficienti ad occupare tutta la giornata in modo soddisfacente, questo è certo).

Sicuramente seguire la programmazione trash della TV italiana è una delle attività che ci dà più gioia ma nella vita vera cerchiamo di fare le grafiche. Siamo Claudia, Mariachiara e Valeria, tre come le ragazze di “Occhi di Gatto”, laureate in Progettazione Grafica per l’Editoria. In quest’ambito collaboriamo con diversi professionisti nella creazione di prodotti editoriali. Oltre all’autoproduzione facciamo parte di TuttxCollective, un collettivo artistico che promuove la cultura e trova le proprie radici nel movimento femminista intersezionale. E poi: cerchiamo lavoro! Assumeteci: siamo brave, simpatiche, cuciniamo molto bene, portiamo i taralli in studio. Vi conviene.

Come mai avete chiamato il vostro collettivo Inferno 5?

Siamo state coinquiline per entrambi gli anni della magistrale e il nostro primo appartamento era l’interno 5 di un condominio. Quell’anno ce ne sono successe di tutti i colori: l’appartamento era sguarnito di tutto e solo parzialmente ammobiliato, non abbiamo avuto una cucina per un mese, la caldaia perdeva acqua, le tapparelle si rompevano continuamente, le bollette non venivano recapitate. Insomma, alla fine abbiamo attaccato una targhetta fuori dall’ingresso con scritto “Inferno 5” in rosso. Col tempo anche i nostri amici – che si radunavano sempre a casa nostra perché avevamo un salotto molto grande – hanno finito per chiamarci “le ragazze dell’Inferno 5”.

Inferno 5 nasce nel 2018. Che cosa vi ha portato a decidere di lavorare assieme creando un collettivo?

Come ti dicevamo prima, tutte noi frequentavamo la magistrale in Editoria a Urbino. Dopo aver fatto un esame di Illustrazione – per il quale, tra l’altro, abbiamo prodotto i nostri primi libretti illustrati – ci siamo decise a costituire un collettivo. Era uno modo per sfogare i nostri disagi quotidiani relativi all’appartamento, e anche per mitigare alcune influenze scolastiche. Ci ha permesso di staccare un po’ la spina e giocare con la nostra parte più leggera e istintiva, buttando sul tavolo le idee che ci venivano in mente. FIAMME – al momento l’unica zine da noi prodotta come collettivo – è nata un po’ da sé, con l’idea di pubblicare e condividere quel che ci pare. C’è già stata una bella crescita dalla prima uscita a oggi e ne siamo molto fiere. Ogni tanto ci capita anche di includere nella nostra produzione alcune fanzine di amici, a mo’ di casa editrice, solo che noi siamo povere <3.



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Al di là delle tematiche differenti che avete affrontato, esiste una linea comune tra le varie uscite?

FIAMME è stata pensata come una fanzine a cadenza annuale e in ogni numero trattiamo un argomento diverso, attraverso illustrazioni, foto e testi. Per la prima uscita il tema è stato appunto quello delle “fiamme” e ci siamo divertite parecchio, soprattutto perché era la prima volta che lavoravamo su una fanzine collettiva. Non eravamo solo noi tre: avevamo lanciato una open call e quindi hanno collaborato anche persone che non conoscevamo. L’idea alla base di FIAMME è appunto quella di un prodotto condiviso, del quale tutti i partecipanti sono proprietari: a chi partecipa mandiamo il PDF finale, in modo che possa essere stampato e venduto anche in modo indipendente. Così facendo esiste un reale scambio tra chi partecipa (gratuitamente, con una illustrazione) e noi, che mettiamo le nostre competenze e il nostro lavoro nella progettazione dell’elaborato.

Come vi rapportate con il contesto culturale in cui vivete e lavorate?

Con amarezza. Scherzi (o meno) a parte, rispondere a questa domanda è complesso, perché il progetto FIAMME è nato e si è sviluppato soprattutto in un periodo durante il quale non avevamo una sede fissa e, se non fosse stato per l’attuale pandemia, saremmo ancora “nomadi” (onestamente pensiamo che lo saremo ancora per molto tempo). Per farti un esempio, gran parte del nostro pubblico (que* pazz* che ci sostengono, VV1KDB) è lombardo. Probabilmente chi vive in questa regione risponde meglio ai linguaggi e ai mezzi che usiamo, perché con essi ha più familiarità o magari perché è alla ricerca di una propria voce in un contesto dove le “voci grosse” sono molte. Con questo non vogliamo dire che dalle nostre parti non veniamo apprezzate, anzi, abbiamo avuto diverse occasioni per farci conoscere (in estate spesso saltiamo di festival in festival) e siamo molto contente e affezionate ai luoghi che ci ospitano, solo che il pubblico di qui forse concepisce il libro più come una raccolta di contenuti (come, a esempio, illustrazioni o fumetti), piuttosto che a un oggetto che può esprimere qualcosa di per sé. Nel meridione esistono poche realtà che si preoccupano delle produzioni indipendenti. In questo senso sarebbe bello assistere a un cambiamento in futuro.

Cosa pensate del “sistema dell’arte contemporanea” ? (O dell’editoria mainstream, se sentite quest’area più vicina a voi rispetto a quella artistica).

Sull’arte non siamo molto ferrate ma studiamo e tentiamo di lavorare nel mondo dell’editoria che, in astratto, sarebbe il paese delle meraviglie, se solo funzionasse bene. Sarebbe un discorso molto lungo e complesso da farsi, in realtà. Secondo noi, esistono diverse falle nel mondo editoriale, di cui una delle più grandi (una voragine) è rappresentata dai mancati e falliti tentativi di coinvolgere nuovi lettori, allargando il target di riferimento. A leggere siamo davvero in pochi e fra questi molti non riescono a farlo come vorrebbero, spesso a causa della questione banale (ma concreta) del potere d’acquisto. I libri costano tanto e la cosa assurda è che neanche le case editrici o gli autori guadagnano come meriterebbero: una percentuale importante del costo di copertina di un libro va infatti alla distribuzione. Oltre ai problemi relativi al guadagno – di cui quello appena citato è solo uno dei tanti – esiste anche la questione dei contenuti. Parlando dell’autoproduzione (campo nel quale noi per ora operiamo principalmente) si tratta davvero di una nicchia molto piccola, invisibile, compresa e apprezzata solo da una ristretta cerchia di lettori, che già sono pochi, e anche per questo è difficile poter vivere di questo mestiere. Noi ci proviamo ma nel frattempo l’autoproduzione è la nostra zattera di salvataggio in questo mare in tempesta.

A cura di Simone Macciocchi


www.inferno5.bigcartel.com

Instagram: infernocinque_editore


Caption

Foto promozionale della prima uscita di FIAMME a tema, appunto, “fiamme”, campagna pugliese, luglio 2018 – Courtesy Inferno 5

Le ragazze dell’Inferno 5 posano per uno shooting a base di profumate banconote, il giorno in cui il perfido agente immobiliare ci ha restituito la caparra – Courtesy Inferno 5

Il secondo shooting firmato Inferno 5, realizzato nell’Inferno 5 originale a ridosso delle colline del Montefeltro, Urbino, Marzo 2018 – Courtesy Inferno 5

Foto promozionale di FIAMME 2: FUORISEDE, ultimo shooting all’Inferno 5, Urbino, luglio 2019 – Courtesy Inferno 5, ph. Francesca Tebaldini