È oggi presente e viva la necessità di un ritorno verso un fare intimo e affettuoso. Fra tele in formato gigante e provocazioni non sempre riuscite, l’arte contemporanea si è creduta proiettata verso un futuro radioso, quasi fosse una nuova Cina neoliberista rosso smaltata. Cosa più provocatorio, scandaloso e scioccante della Transverberazione di santa Teresa d’Avila realizzata da Gian Lorenzo Bernini, cosa più avvolgente, olistico e performativo di una grande messa fra i bronzi d’oro realizzati dallo stesso autore nel cuore del cristianesimo.
Il miglior posto. Un dialogo tra artisti nel tempo alla Villa Reale di Monza, invade la cappella del grande edificio asburgico, la rende viva. Una conversazione profonda nasce fra lo spazio religioso, la tela realizzata da Giovanni Francesco Guerrieri e le opere e la volontà espositiva di Gianluca Quaglia. Curata da Antonio D’Amico e gratuitamente fruibile fino al 14 gennaio, la mostra mettendo in dialogo presente e passato, propone una grande opera corale che annulla le definizioni temporali per porre al centro il portato spaziale. Una piccola pedana nera conduce il fruitore verso un luogo sopraelevato, un preciso punto all’interno della chiesa dal quale godere a pieno la tela. Il suo mistero rimbalza sui lati dell’edificio innescando un dialogo celeste.

Realizzata nel 1627, l’opera dalla forte impronta caravaggesca, ha come soggetto la Vergine con il Bambino e sant’Anna. Studi recenti, conducono verso una lettura che pone in relazione la figura di Gesù con quella del figlio di Ottavio Brollini, committente di quello che può essere identificato come un ex voto. Nato nel 1626, Filippo morirà a distanza di soli dieci mesi dall’esecuzione del dipinto. La culla nella quale riposa il fanciullo può, infatti, essere meglio identificata come un cataletto mortuario. Il nero siderale della morte, che invade lo sfondo del dipinto, conduce verso la grigia, scura grafite con cui Gianluca Quaglia realizza due grandi pale laiche che si ergono ai lati delle dolci figure. Non più a un mistero religioso ma verso un mistero celeste viene interrogato il cielo. La superficie non basta più, i corpi siderali invadono la cappella e si fanno vicini al passo del fruitore. Dal sentimento giunto al cuore attraverso gli occhi e la cultura, la conoscenza e la comprensione di un dolore e di una speranza passate, si giunge a un contatto diretto con quel cielo oggi più vuoto ma più vicino a noi. Il rispetto e il timore di Dio si fanno tenerezza e condivisione verso la natura e gli uomini, tragedia e spazio muto si fanno intimi nel nostro cuore.

Un dialogo così profondo e riuscito porta a un grande atto di amore verso una terra colpita e spesso trascurata. La Vergine con il Bambino e sant’Anna era originariamente collocata nella cattedrale di Fossombrone, città natale del committente e di Giovanni Francesco Guerrieri. Colpito dal terremoto verificatosi nel centro Italia lo scorso anno, l’edificio religioso oggi non è più un luogo sicuro. L’approfondito e prestigioso catalogo, realizzato in occasione della mostra e pubblicato da Silvana Editoriale, si erge a strumento attraverso il quale raccogliere fondi per il restauro delle opere d’arte danneggiate dal terremoto, atto di speranza e vicinanza verso un popolo e la sua storia.
Marco Roberto Marelli
GIOVANNI FRANCESCO GUERRIERI – GIANLUCA QUAGLIA
IL MIGLIOR POSTO. Un dialogo tra artisti nel tempo alla Villa Reale di Monza
a cura di Antonio D’Amico
29 novembre 2017 – 14 gennaio 2018
Cappella della Villa Reale di Monza – viale Brianza, 1 – Monza
Immagine di copertina: Il miglior posto. Un dialogo tra artisti nel tempo alla Villa Reale di Monza, 2017 – exhibition view – courtesy Gianluca Quaglia