Verona – i9, spazi aperti fra utopia e futuro

I9 è il codice identificativo di uno dei più recenti processori per PC. Nel ristretto e non facilmente raggiungibile mondo di Art Verona 2018, i9 è il nome della sezione dedicata agli spazi indipendenti. Format giunto alla sua nona edizione e promosso da Art Verona con la partnership di Artibune e del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo per il progetto The Indipendent, propone una selezione di nove interessanti e colte realtà, differenti fra loro e racchiuse sotto la troppo stringente e ambigua definizione di “indipendenti”. Il luogo concesso è ben visibile, nelle immediate adiacenze della zona Talk; un nastro verde dedicato delimita porzioni di spazio che si susseguono in una scansione rettilinea; a ogni realtà una singola area, senza distinzioni. Lucida, precisa ed emozionante la visione di Cristiano Seganfreddo, curatore della sezione e raffinato narratore del “[…]bisogno di utopie continue sui territori.” nate da “ La drammatica, quanto potente, frammentazione culturale italiana[…]”.

Come lucidamente annunciato anni fa da Zerocalcare, la nuova generazione che agita la ricerca estetica e culturale è nativa delle macerie. Coltissima e senza mezzi, in un mondo peggiore di quello lasciato ai loro genitori, inventa e sfrutta ogni possibilità per esprimersi e porre le basi per un futuro solido.

Indipendenti da chi e da che cosa nell’era delle iperconnessioni, nella continua volontà di fare rete che si muove dal basso. Limitati certo, ma solo di mezzi economici e, a volte, di esperienza.

Guardando in maniera complessiva le opere presenti in i9 notiamo come il livello qualitativo e comunicativo sia alto e ampio, nessuna caduta di tensione scorrendo lo sguardo fra una fastidiosa linea verde e l’altra. Solo, amplificata è la sensazione claustrofobica insita nella natura di un evento fieristico.

News From Nowhere, riuscitissimo, ampio e “multi mediale” progetto fotografico di Matilde Cassarini (proposto dalla bolognese Porto dell’Arte), è limitato nelle sue possibilità relazionali dal muro stretto che lo ospita. Il processo complesso e affascinate che porta alle realizzazione degli scatti meriterebbe un luogo altro, maggiori superfici, luci differenti e dialogo materico per generare a pieno quel senso di perdita dell’uscita che lo caratterizza fortemente.



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SpazioBuonasera
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In altra maniera si concretizza, fuori dalla sezione, la volontà di vita e ricerca di Standards (spazio no profit per la cultura sonora con sede a Milano). Contralto, riuscito e coinvolgente film di Sarah Hennies, è interrotto sabato pomeriggio. Sullo schermo della televisione che trasmetteva le immagini, un manifesto. Sono tutti nelle strade, in manifestazione per rivendicare un no consapevole e deciso al ritorno del Medioevo a Verona.

Il Colorifico (spazio no profit e collettivo curatoriale con sede a Milano) con la performance itinerante di Marco Giordano I’m Nobody! How are you? esce dal padiglione e si fa tramite ideale fra la fiera e gli eventi collaterali sparsi per la città. Una vettura si muove nel traffico proponendo il componimento poetico tramite un megafono, fra consapevolezza estetica, provocazione spinta e una nota di ironia.

Raffinata e allo stesso tempo ludica e tagliente l’idea realizzata da il torinese SpazioBuonasera. In fiera, la loro prima produzione di pastelli a cera artigianali, due colori a testa per i sette fondatori dello spazio. Fra ricerca pittorica e performance, il pubblico è invitato a utilizzare l’artista/pastello, a testarlo e consumarlo in fiera.

Colpisce al petto, con dolcezza decisa, La Cassaforte S.B. Realtà attiva nei Quartieri Spagnoli di Napoli, aggiorna e rende attuale il capolavoro concettuale 7000 querce di Joseph Beuys. Per ArtVerona presenta T.R.A.S.H, un tappeto/arazzo di rifiuti, base attiva di speranze.

Larsen Albedo. Anomalie ordinarie a cura di Ginevra Bria e Atto Belloli Ardessi è il progetto proposto da FuturDome (Museo indipendente milanese). Il duo di artisti invitato realizza una forse inconsapevole sintesi fra le volontà del curatore della sezione e l’offerta estetica proposta dalle realtà culturali invitate. Tema centrale è il processo di sviluppo di due controutopie.

Senza avere la necessità di descrivere tutte le mostre proposte, è proprio qui, fra utopia ed esigenze reali, che prende forza e significato i9 – spazi indipendenti; un catalogo, un assaggio di grandi potenzialità che una fiera non può contenere con queste modalità. La nuova ricerca ha bisogno di luoghi adatti e spazi ampi; mischiati nella fiera, questi “stand” sarebbero stati perfettamente omologati dal sistema, quindi inutili. In altra sede, divengono potenti e necessari, senza perdere la possibilità di vivere nel sistema dell’arte, di vendere opere come tutti. Come per i grandi artisti, la fiera resta il luogo della commercializzazione. Anche se giudizio di parte, l’unica vera modalità per integrare fiera e nuovissima ricerca è quella dei festival paralleli, che con la fiera siano in felice dialogo e che dalla fiera e dal sistema recuperino risorse e futuribilità.

Marco Roberto Marelli


ArtVerona 2018 – #backtoitaly

12 ottobre – 15 ottobre 2018

Padiglioni 11 e 12 di Veronafiere – Ingresso Re Teodorico – Viale dell’Industria, Verona

www.artverona.it


Caption

ArtVerona 2018 – i9 Spazi indipendenti (premiazione), Veronafiere – Courtesy ArtVerona 2018, ph Ennevi

ArtVerona 2018 – Allestimento i9 Spazi indipendenti, Veronafiere – Courtesy ArtVerona 2018, ph Ennevi

Larsen Albedo, Gravitropismo (dettaglio dellinstallazione) FuturDome, 2018 – Courtesy ArtVerona 2018

SpazioBuonasera, Wax Pastels at Art Verona – Courtesy ArtVerona 2018, ph Ennevi