Sogni fragili. Gohar Dashti in mostra a Milano

Gli esseri umani sanno essere bizzarri a volte. La noia che si fa sguardo, fra il discreto e il vigile, quando sul sedile poco lontano, nel vagone rosso della metropolitana, siede una figura di donna, i capelli avvolti in abiti senza colore. Il viso nascosto, la nostra sicurezza turbata. È proprio di questa percezione di tranquillità che si tratta. Scorrono fra le mani degli agenti della polizia, fra le nostre, miglia di immagini digitali, immagini che pur mantenendo una relazione diretta con il referente, posso essere ormai facilmente e da tutti modificate, rese vere e false allo stesso tempo. Si dubita di un viso celato ma si ha certezza e sicurezza verso un viso ormai digitale.
La distanza fra verità ed elaborazione non è insita nel medium fotografico, è un passaggio successivo, è un farsi reale nella società, un essere accettata come tale.

Gohar Dashti
Serie “Home”, 2017 – archival digital pigment print 80 x 120 cm, edizione di 10, 50 x 75 cm, edizione di 15 – courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano

Attraverso la mostra Fragile, Handle With Care, realizzata a cura di Silvia Cirelli nel grande sede ipogea di Officine dell’Immagine, l’artista iraniana Gohar Dashti (1980, Ahvaz) ribalta questa modalità di percezione del reale.
Negli scatti prodotti per la serie Home, la natura che invade grandi spazi interni privi di presenze umane è realmente presente in quei luoghi. Nessuna elaborazione al computer, nessuna aggiunta successiva. Attraverso un lento e lungo lavoro di allestimento, strutture abbandonate e luoghi privi di quasi tutti gli arredi, prendono vita grazie a fiori, piante, muschi, grazie a un fare attento e preciso che genera un ribaltamento fra esterno e interno, una dolce natura post estinzione umana, una forza vitale che invade tutto e che a tutto da nuovo futuro. Le immagini sono avvolgenti e gioiose, il possibile senso di desolazione e morte è annullato da una cromia dai toni pastello, molto femminile e ricercatamente delicata. Una luce diffusa crea reali mondi da fiaba.

Le volontà espressive non si fermano qui. La mostra milanese presenta al pubblico un’altra serie di immagini. Still life svela fin da subito un collegamento con il fare pratico della fotografia. Il termine omonimo indica infatti una precisa tecnica che consistente nel disporre oggetti inanimati su superfici artificiali o naturali in modo da creare giochi di forme e luci. Foglie, semi volanti e altre componenti vegetali vengono frammentate dall’artista per realizzare grandi opere bicromatiche. Fragilità e vita oscillano in mondi luminosi, creano immagini poetiche che non raggiungono però la complessità e la potenza semantica della prima serie descritta.

Gohar Dashti
Serie “Still Life”, 2017- archival digital pigment print – fotogrammi b&n, 120 x 120 cm, fotogrammi cianotipia, 120 x 97 cm, edizione di 10 – courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano

Nel variegato mondo mussulmano, una parte delle donne, per scelta o costrizione, utilizza il velo per annullarsi, per cancellare la propria figura. Come lucidamente argomentato da Bruno Nassim Aboudrar in Come il velo è diventato musulmano, è nella cultura visiva occidentale che il “capo di abbigliamento” islamico si fa problema e immagine, logo di una lotta fondamentale, imprescindibile per la dignità di ognuno di noi. Le immagini, da sole, non hanno un valore simbolico. Attraverso la frantumazione e la presentazione di una natura reale, Gohar Dashti da un valore profondo alle sue fotografie. Fra leggerezza e profondità, fra vita e rinascita, viene rappresentato un universo che si fa narrazione di un periodo storico, il nostro, di un sentire comune che rifiuta le grandi narrazioni e si emoziona e colma di felicità attraverso piccole storie impossibili che diventano reali.

Marco Roberto Marelli

 

GOHAR DASHTI

FRAGILE, HANDLE WITH CARE

A cura di Silvia Cirelli

8 Febbraio – 24 Marzo 2018

OFFICINE DELL’IMMAGINE – via Carlo Vittadini, 11 – Milano

www.officinedellimmagine.it

Immagine di copertina: Serie “Home”, 2017 – archival digital pigment print 80 x 120 cm, edizione di 10, 50 x 75 cm, edizione di 15 – courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano