Evgeny Bazarov, studente di medicina, è il personaggio centrale del romanzo Padri e figli dello scrittore russo Ivan Sergeevič Turgenev. Pubblicata per la prima volta nel 1862, l’opera letteraria presta il cognome del suo suo giovane nichilista alla mostra personale di Gianluca Marinelli (Taranto, 1983), realizzata presso gli spazi della milanese Galleria Monopoli a cura dello storico dell’arte Andrea Fiore.
Personaggio che si erge a paradigma di ogni potenziale inespresso, Bazarov racchiude nella sua figura le paure di un’intera generazione di trentenni che si trovano oggi con competenze e conoscenze di altissimo livello ma senza alcuna reale possibilità di trarre profitto dai propri sogni e dalle proprie capacità. Fra cervelli in fuga e sfruttamento del lavoro, la ricerca del giovane artista pugliese si fa attuale e drammatica. I dipinti e le fotografie, presenti nella sede espositiva, si propongono come frammenti, studi, materiali tattili di ricerca che trovano come loro momento di sintesi e fusione la realizzazione di un video. Immagine simbolo, una betoniera che rimescola e parifica, in un materiale non più nobile e grigio, sogni, eccellenza, aspettative e amori.

Gli occhi della bella Anna Sergeevna Odincova colpivano i sentimenti del giovane Bazarov senza mai abbattere la sua cieca fede verso un nichilismo ateo, materialista, positivista e rivoluzionario che non concede spazio alle agitazioni della propria interiorità. Allo stesso modo, le immagini che scorrono narrano la rinuncia alla speranza di una generazione troppe volte definita come perduta, rendono visibile quel sentire profondo che si agita sotto una società neoliberista della trasparenza dove la legge del massimo profitto non lascia prigionieri.
Nei dipinti appare lo stesso senso di decadenza. Tele che si trasformano in “scorie costruttiviste” portano la mente verso passate speranze in un mondo nuovo, di ferro e geometria, verso quel sogno uguale per tutti che non è riuscito a generare una società libera e felice.
La capacità di estrapolare e raccontare, in maniera espressiva ed efficace, i contenuti profondi di una storia o di una vicenda reale, si pone alla base del procedere artistico di Gianluca Marinelli. Già nel 2012, con l’attenta curatela di Andrea Fiore, negli spazi della Galleria Monopoli, l’artista presentava al pubblico La scelta del presente. Tema centrale in quell’occasione era una riflessione sulla provvisorietà del nostro tempo che partiva da una ricerca sulle esperienze artistiche prodotte a Taranto negli anni della costruzione dell’Italsider. Utilizzando la stessa struttura narrativa della mostra attuale, l’artista “convogliava” il fulcro narrativo di tutte le opere prodotte verso un documentario da lui realizzato e presentato nel padiglione spagnolo della 54° Biennale di Venezia.

Tra resti di una società in declino e voglia di raccontare un mondo che ruota senza senso, il viaggio ideato da Gianluca Marinelli coglie a pieno i sentimenti e lo stato di frustrazione di una buona fetta della nostra società. Il parallelo con il romanzo sovietico si dimostra brillante e riuscitissimo meccanismo per allontanare la prospettiva e rendere così possibile una riflessione ampia che non sia troppo influenzata dal contesto attuale. Sono le immagini del video a sintetizzare la volontà espressiva della mostra, evidenziando una situazione nella quale siamo noi gli attori di un dramma che si ripete, che gira su se stesso tutti i giorni. La storia di Bazarov è, in fondo, la storia di tutti noi.
Marco Roberto Marelli
GIANLUCA MARINELLI
BAZAROV
a cura di Andrea Fiore
22 novembre – 31 dicembre 2017
GALLERIA MONOPOLI – via Giovanni Ventura, 6 – Milano
Immagine di copertina: Progetto di Strada, 2017 – courtesy Galleria Monopoli, Milano