Five Questions for Ornaghi & Prestinari

Valentina Ornaghi (Milano, 1986) e Claudio Prestinari (Milano, 1984) lavorano insieme dal 2009 e vivono a Rho, realtà cittadina alle porte del capoluogo lombardo. Come la loro recente opera, forse autobiografica, Filemone e Bauci, osservano il mondo partendo da un legame interpersonale che diviene base di confronto e analisi della realtà. Esemplari rappresentati dell’estetica affettuosa di questi nostri anni, conducono la loro ricerca verso una dimensione domestica e intima, nella quale il gigantismo degli anni Novanta viene sostituito da una tattilità calda e attenta. Nelle loro realizzazioni oggetto e vita si fondono in un fare che porta a una preziosa sintesi di emozioni e pensiero.


Da quanto tempo fate gli artisti e quali differenze notate tra i vostri esordi e oggi?

Abbiamo iniziato a collaborare come Ornaghi & Prestinari nel 2009 anno in cui, dopo i rispettivi studi in disegno industriale e architettura al Politecnico di Milano, ci siamo trasferiti insieme a Venezia per frequentare lo IUAV. Nel 2011 siamo stati invitati a uno dei corsi della Fondazione Spinola Banna per l’Arte dove abbiamo avuto modo di approfondire la nostra ricerca ed entrare in contatto con persone con cui tutt’ora abbiamo un bellissimo scambio. Nel 2014 abbiamo cominciato a lavorare con Galleria Continua e da allora abbiamo avuto modo di mostrare il nostro lavoro a un pubblico internazionale, viaggiando di più e confrontandoci con artisti di diverse generazioni.

Ornaghi & Prestinari
“Stille” per Out of the box. Arte-impresa-territorio – exhibition view, Villa Pacchiani Centro Espositivo, Santa Croce sull’Arno, 2017 – courtesy gli artisti, ph OKNO studio

Quali tematiche trattano i vostri lavori e che progetti avete in programma?

Spesso i nostri lavori hanno una dimensione intima, un legame con la domesticità e includono oggetti d’uso quotidiano. È molto spesso presente il concetto di cura e riparazione, ci interroghiamo sulla vita delle cose e dei materiali e sui processi di produzione industriale e artigianale.
Parliamo di ciò che conosciamo e siamo influenzati dal contesto che ci circonda.
Il nostro vissuto personale entra a far parte del nostro immaginario e diventa un tramite per raccontare qualcosa di più generale che ha a che fare con la storia dell’uomo.
Partire dall’esperienza individuale per poi tradurre quelle intuizioni, nate nel privato, in qualcosa di condivisibile col pubblico.
Tecniche e tecnologie sono utilizzate quali risultati di un percorso di conoscenza e consapevolezza dell’essere umano, delle sua capacità mentali e intellettuali.
Prossimamente abbiamo intenzione di continuare ad approfondire le sperimentazioni iniziate da poco con la ceramica e l’incisione.

Come vi rapportate con la città in cui vivete?

Viviamo e lavoriamo a Rho. Nonostante ogni tanto ci manchi la campagna o la bellezza degli scorci veneziani, il paesaggio industriale e l’atmosfera dimessa della provincia milanese li sentiamo vicini. Spesso ragioniamo camminando e nei nostri giri ci sono tanti dettagli del contesto che ci colpiscono. Non partecipiamo molto a quello che succede in città, non siamo mondani. Preferiamo quando gli amici vengono a trovarci a casa.

Ornaghi & Prestinari
“Stille” per Out of the box. Arte-impresa-territorio – exhibition view, Villa Pacchiani Centro Espositivo, Santa Croce sull’Arno, 2017 – courtesy gli artisti, ph OKNO studio Ph. OKNO studio

Cosa pensate del sistema dell’arte contemporanea?

Ogni settore ha un suo sistema complesso di relazioni, il problema è quando il sistema è unico: o dentro o fuori. La varietà porta ricchezza e nell’arte un’eccessiva omogeneità, anche internazionale, rischia di appiattire tutto.

Che domanda vorreste che vi facessi?

Nessuna che abbia una risposta.

Foto di copertina: Ornaghi & Prestinari, ritratto – courtesy gli artisti, ph OKNO studio

www.ornaghi-prestinari.com


Intervista a cura di Marco Roberto Marelli per FormeUniche