Marco La Rocca nasce nel 1991 a Sapri e si trasferisce, ancora bambino, a Milano. Oggi vive e lavora a Carnate, in Brianza. Dopo aver conseguito una laurea in Progettazione artistica per l’impresa presso l’Accademia di Belle Arti di Brera approfondisce la tecnica della ceramica. Nella sua produzione estetica, le opere fittili dialogano con le tele generando un preciso immaginario che va alla scoperta della cultura popolare e della società, indagando il consumismo e attualizzando il concetto di natura morta.
Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?
Collaboro con gallerie d’arte e partecipo a fiere con i miei lavori in realtà da pochi anni.
Ho iniziato il mio percorso e la mia ricerca in un paesino della Brianza, Carnate, affascinato dalla cultura dei graffiti circa 15 anni fa e da quel momento ho sempre lavorato con dedizione e passione a una mia personale ricerca pittorica, che dalle pareti si è trasferita su supporti più tradizionali.
La mia ricerca si è concretizzata del tutto nella residenza artistica, di 11 mesi , tenutasi presso il centro culturale Martadero di Cochabamba in Bolivia; questa mi ha permesso di conoscere una nuova cultura e mi ha reso cosciente del mio fare e del mio percorso di lavoro. Sono ancora agli esordi e ho ancora parecchia fame di migliorare e lavorare.
Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?
Con il mio lavoro ho l’intenzione di approfondire diversi aspetti della vita quotidiana dell’uomo e della società. Al momento, la mia ricerca si sviluppa tramite la pittura a olio su tela e la realizzazione di sculture in ceramica; ho la volontà di porre lo spettatore in relazione con alcuni scenari che sono parte della sua memoria collettiva e della sua esistenza come, ad esempio, gli scaffali dei supermercati, i carrelli della spesa e i vari beni di consumo.
La mia volontà pittorica e scultorea è quella di riprendere e reinterpretare la tradizione delle nature morte.
Per quanto riguarda i progetti in essere o futuri, sono gli ultimi giorni della personale 0.99 cent realizzata presso BI-BOx a Biella e curata da Irene Finiguerra. Abbiamo pensato a lungo a questa esposizione, è un progetto frutto di un anno di lavoro e di ricerca che consiglio vivamente di visitare.
Finita questa mostra mi prenderò una breve pausa per viaggiare e “rifarmi gli occhi”: sono appena stato a Londra e Basilea e stiamo organizzando per andare a Venezia; non vedo l’ora di visitare le mostre di Baselitz e Ghenie, oltre la Biennale, ovviamente.
Come ti rapporti con la città in cui vivi?
Al momento vivo a Carnate, in Brianza, un territorio molto affascinante e profumato.
Sono in fase di trasloco, come artista sento l’esigenza di dover dare valore al mio tempo e Milano è la città dove tutto è più immediato e veloce.
La provincia mi ha dato molto, la noia mi ha spinto a cercare una via di fuga dalla vita sedentaria e dalle routine.
Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?
È un argomento di discussione con i miei colleghi/amici del mondo dell’arte e vi è un continuo confronto anche con quelli che vivono all’estero.
In Italia, agli addetti ai lavori consiglio di avere più coraggio e la volontà di sporcarsi le mani, visitare gli studi degli artisti, vedere i lavori dal vivo e diffidare dalle sole immagini “piene di filtri” che vengono pubblicate costantemente su social, blog, magazine, etc.
I collezionisti, al contrario, lo fanno, si informano, si interessano e desiderano un continuo confronto.
Il mercato gode di buona salute. Sono sicuro e fiducioso che vi siano forti margini di miglioramento anche in Italia ma dipenderà anche da chi propone i lavori e da chi ha il potere e la volontà di diffondere le informazioni; spero non si lascino abbagliare dai fenomeni del momento perché c’è il rischio di complicarsi la vita.
Di quale argomento, oggi, vorresti parlare?
Ultimamente preferisco il silenzio anche se mi piacerebbe concludere facendo un omaggio agli artisti che ultimamente mi fanno impazzire, in ordine sparso e non di importanza, levando gli amici e i grandi nomi storicizzati: Giorgio Andreotta Calò, Miguel Barcelò, Oscar Murillo, Huma Bhabha, Thomas Houseago, Keith Tyson e Adrian Ghenie, tra i tanti.
A cura di Marco Roberto Marelli
Instagram: marcolarocca_
Caption
Ritratto – Courtesy Marco La Rocca
Marco La Rocca, veduta mostra 0,99 cent, Bi-Box ArtSpace , Biella, 2019 – Installazione ambientale – Courtesy Bi-Box ArtSpace