Five questions for Lorenzo Di Lucido

Artista che ama approcciarsi alla pittura ponendole sempre nuove domande, Lorenzo Di Lucido nasce a Penne, in provincia di Pescara, nel 1983. Cresciuto fra il mare e le montagne conclude il suo percorso di studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel 2008, e oggi vive e lavora fra l’Abruzzo e il capoluogo lombardo. Dopo le sue prime esperienze espositive, realizzate a partire dal 2002, ha partecipato a prestigiose mostre personali e collettive ed è oggi rappresentato dalla galleria Giuseppe Pero di Milano.


Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti dai tuoi esordi a oggi ?

Non saprei dire con certezza quando ho iniziato, da bambino ricordo che per un periodo disegnai molto, poi più nulla per molti anni. Ripresi a disegnare per un senso di gelosia nei confronti di un mio compagno delle scuole medie. Poi, per pigrizia forse, ho deciso di iscrivermi presso l’istituto d’arte di Penne in Abruzzo, perché era molto vicino a casa e mi sembrava un’impresa semplice frequentarlo e finirlo senza difficoltà. Durante il percorso di studio molte cose iniziarono a sembrarmi molto limitanti, la struttura dei corsi e in particolare, il modo di insegnare. Leggevo moltissimo, molta poesia, romanzi e molti testi di storia dell’arte. Negli ultimi anni delle superiori mi sentivo un “pesce fuor d’acqua” cercavo un mio modo di vedere e sentire le cose e non trovavano riscontro nell’istituzione scolastica. La decisione di iscrivermi in Accademia ha costituito per me un taglio netto con quanto avevo appreso negli anni precedenti. Credo di essermi sentito un po’ un artista in quegli anni di accanito apprendistato, quando avevo qualche riscontro positivo su quanto cercavo di fare. Come molti sono un autodidatta, ho imparato facendo, sbagliando e rifacendo, imparando da solo poco a poco e pagando i miei errori sulla mia pelle. Ho sempre distrutto moltissimo e di molti lavori di quegli anni non rimane traccia. Non è cambiato molto da allora, credo. Provo sempre a superare certi limiti e mi lancio in operazioni di solito piuttosto complicate e difficili, non tengo molto all’impeccabilità del lavoro. Nel mio fare c’è sempre una soglia di rischio piuttosto alta e in generale cerco di concepire quello che realizzo come un percorso intelletuale. Non mi interessa molto un ritorno economico o di immagine, non ho mai vissuto di arte, mi interessa solo rimanere legato a quanto sento e a ciò che voglio fare. Credo che quando si ha una vaga idea di voler piacere – o peggio – di voler convincere si da luogo a opere ammiccanti, piene di sotterfugi sottili o peggio a lavori goffi. Questo aspetto è molto triste, un artista dovrebbe essere impossibilitato alla menzogna, dovrebbe vergognarsi in primo luogo di mentire a se stesso. Meglio un pessimo pittore che uno furbo.

Lorenzo Di Lucido
Stultifera navis – olio su tela, 100 x 140 – courtesy Lorenzo Di Lucido

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai per il futuro ?

Sono sempre stato affascinato da come sono costruite le cose, per l’arte vale lo stesso. Mi interessano i processi e le varie fasi di costruzione che danno luogo a una determinata e specifica qualità delle superfici. Questo tipo di interesse si è radicalizzato nel mio lavoro e attualmente, la luce e il colore sono i due fenomeni che mi ossessionano maggiormente. Nelle prossime sessioni di lavoro voglio investigare meglio questi due aspetti e alcune loro caratteristiche, queste sono almeno le intenzioni, ma è ovvio che il lavoro possa subire variazioni che non stento a definire brutali. Voglio semplicemente lavorare molto, accollandomi il rischio di fare anche della brutta pittura. I prossimi obiettivi vorrei realizzare una mostra a Rimini, ho in cantiere un progetto da me ideato, che vede coinvolte un gruppo di persone che stimo e con le quali voglio collaborare nella realizzazione di una mostra che ha per perno l’incontro ed il dibattito.

Come ti rapporti con la città in cui vivi ?

Mi definisco un nomade stanziale e ho un’indole irrequieta. Lavoro tra Abruzzo e Lombardia. Mi sento sempre fuori posto e sento di non appartenere a nessun luogo in particolare, neanche a quello che mi ha dato i natali. Non ho interesse ad avere un senso di appartenenza, ho bisogno sopratutto di persone, parole e poi ovviamente di uno posto dove lavorare. Un muro, un tavolo, un pavimento. A Milano lavoro in uno studio che trovo molto bello, che possiede una qualità della luce sorprendente e fondamentale per la mia attuale ricerca. Ritengo fondamentali le relazioni, perché danno nutrimento al mio sguardo. A Milano ho la fortuna di frequentare delle persone di cui ho molta stima. La città è abbastanza attiva, anche se ritengo che dal punto di vista culturale ci siano degli aspetti vissuti con molta superficialità. Certamente non mancano occasioni per incontrare persone con interessi simili ai miei, ma di fatto non giro molto e non visito molte mostre. Mi distraggo facilmente e cerco sempre di trovare uno stato di concentrazione costante nel tempo. Non ho né tempo né energia da sprecare in commerci e rapporti.

Lorenzo Di Lucido
Libro delle delusioni – olio su tela, 40×30 – courtesy Lorenzo Di Lucido

Che cosa pensi del sistema dell’ arte contemporanea?

Di solito lavoro con delle persone, progetto, parlo o magari sogno delle cose assieme ad altri. Questo è il mio sistema. C’è una frase di Arcangeli che trovo vicina alla mia posizione: “l’ artista è in rapporto con qualche cosa, non si sa bene con che cosa, però è in rapporto”. Non lavoro da solo o meglio il mio lavoro ha a che fare con molteplici sguardi con i quali mi piace dialogare, ovviamente sempre dopo la solitaria avventura del fare. Forse la domanda riguarda altro, forse parla di un sistema in cui semplicemente inciampo per via di ciò che provo a fare, ebbene, questo sistema, non lo conosco abbastanza per parlarne e non capisco perchè dovrei parlarne. Io voglio semplicemente fare il mio lavoro così come gli altri dovrebbero fare il loro. Viviamo un momento nel quale alcuni pensano che il sistema non sia efficace, me compreso. Io non posso che fare il mio mestiere, giorno per giorno e cercare di non perdermi.

Che domanda vorresti ti facessi?

Senti di essere un bel uomo?

No, sono un uomo orribile.

Immagine di copertina: Incisione di Marta Berton


Intervista a Lorenzo Di Lucido a cura di Albeto Pala per Forme Uniche.