Ester Grossi nasce nel 1981 ad Avezzano, popolosa città abruzzese a metà strada fra il Tirreno e l’Adriatico. Dopo aver concluso il suo percorso di studi in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso il DAMS di Bologna, vive e lavora nella città felsinea. Aperta a una visione multidisciplinare dell’arte, ha collaborato con case discografiche, a festival internazionali di cinema e musica e con stilisti italiani. Partita da una pittura sintetica, influenzata dalla vecchia e nuova cultura Pop, la sua ricerca l’ha condotta verso l’abbandono di un soggetto riconoscibile in favore di campiture libere di colore che ritornano e si spingono verso una severa e precisa pittura geometrizzante.
Da quanto tempo fai l’artista e quali differenze noti fra i tuoi esordi e oggi?
Lavoro come artista “a tempo pieno” da circa sette anni, anche se dipingo dall’età della scuola superiore. Tra l’inizio e oggi ho imparato a prendermi più tempo per ragione e sviluppare un progetto, aggiornarmi su ciò che accade intorno senza avere l’ansia del “voler essere informata su tutto”, a rischiare sempre di più e soprattutto a non perdere l’entusiasmo tipico degli esordi.

Quali tematiche trattano i tuoi lavori e che progetti hai in programma?
Inizialmente i miei progetti pittorici ruotavano intorno a tematiche inerenti il pop, la comunicazione di massa, il folklore e l’archeologia. Gli ultimi lavori, invece, sono frutto di uno studio e un approfondimento del mio linguaggio pittorico e di un’estremizzazione di ciò che lo caratterizza: disegno, precisione maniacale e colore. C’è stato un ritorno al ritratto, ma in forma più minimale, a metà strada tra figurazione e astrazione.
Avendo una formazione multidisciplinare, che spazia dal cinema alla moda, parallelamente alla pittura ho sempre portato avanti collaborazioni con artisti provenienti da altre discipline, che mi hanno dato la possibilità di confrontarmi con diversi strumenti.
Per questo motivo, alcuni dei miei nuovi progetti riguardano, ad esempio, il video e il design.
In questi giorni sto ultimando un video realizzato con l’artista Sara Bonaventura per la musicista finlandese Lau Nau, il cui nuovo album sarà in uscita quest’anno. Dopo due rocambolesche settimane passate insieme, a sperimentare filmando su selvagge spiagge dell’antica Magna Grecia, abbiamo messo mano al materiale prodotto, ricavandone un video a tratti psichedelico.
Ultimamente sono stata invitata dalla galleria Adiacenze a prendere parte a un progetto espositivo itinerante, che partirà da Bologna in occasione della Design Week per essere in seguito presentato in due gallerie di Mons, in Belgio. Come tutti gli artisti coinvolti, italiani e belgi, dovrò realizzare una scultura (che nel mio caso strizza l’occhio al design), attraverso l’uso di una stampante 3D.
Nel frattempo porto avanti un mio nuovo progetto pittorico.
Come ti rapporti con la città in cui vivi?
A parte alcune parentesi all’estero, vivo a Bologna da diciassette anni. È la città nella quale ho studiato cinema e dove si è formato il mio gusto attuale. Da Bologna si può prendere tanto, dal punto di vista culturale, soprattutto se si è capaci di frequentare e vivere ambienti diversi. Io ho avuto e ho tuttora la fortuna di essere circondata da persone che mi stimolano continuamente. Bologna, però, è una città estremamente comoda sulla quale si tende ad “accomodarsi” ed è quindi fondamentale andarne via spesso.

Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea?
Penso che non vada completamente preso sul serio. Ciò che va preso sul serio è il lavoro che si porta avanti, la propria ricerca, cercando sempre e comunque di divertirsi.
Che domanda vorresti ti facessi?
Quali libri, letti ultimante, continui a leggere ogni tanto perché ne hai nostalgia?
Cromofobia di David Batchelor, che mi ha letteralmente “aperto la testa”, e Mio amato Frank, romanzo ispirato alla vita di Frank Lloyd Wright, con uno dei finali più sconvolgenti che abbia mai letto (nonostante sia amante del cinema horror).
Immagine di copertina: Ester Grossi – ph Francesco di Benedetto, Coney Island 2016
Intervista a cura di Alberto Pala per FormeUniche